Suolo e Salute

Category: Suolo e Salute News

Riforma PAC, cosa bolle in pentola

Prosegue l’iter della riforma della PAC che, malgrado un accordo significativo su diversi punti, presenta ancora diverse questioni ancora aperte che andranno affrontate e risolte nel corso dei triloghi attualmente in corso. Secondo la Commissione europea, in particolare, è importante che la PAC sia quanto più possibile trasparente e chiara. Inoltre, sarà importante giungere ad un livello assoluto minimo di convergenza interna, con lo scopo di sostenere maggiormente i pagamenti destinati agli agricoltori che hanno beneficiato di un minore supporto negli scorsi anni. Obiettivo questo che negli auspici della Commissione dovrebbe concretizzarsi entro il 2019. Anche sul greening, questo l’orientamento della Commissione, è necessario che le misure siano efficaci e obbligatorie, prevedendo un sistema di penalità e sanzioni nel caso di mancato rispetto del greening stesso. Altro punto “caldo” è costituito dal supporto ai giovani e ai piccoli agricoltori e alle zone svantaggiate: per questo motivo è la  Commissione intende sostenere con forza la proposta di un top-up obbligatorio del 25% per il regime per i giovani agricoltori nel 1° pilastro. Per incrementare la competitività dell’agricoltura europea, invece, la Commissione intende Incoraggiare le Op, le associazioni interprofessionali e la catena corta di approvvigionamento, affiancando gli agricoltori europei in una fase di transizione da meccanismi oramai non più efficaci e attuali come le quote zucchero e creando nuove misure di gestione delle crisi. In ultimo, per quanto riguarda il capping, l’intenzione della Commissione è quella di procedere ad una progressiva riduzione dei pagamenti di base (escluso il greening) oltre quota 150.000 €, stabilendo contestualmente un tetto a quota 300.000 €. Misure queste che dovrebbero diventare obbligatorie in tutti gli Stati membri dell’Unione.

Fonte: AIOL

Carnemolla (FederBio) torna sulla querelle vino biologico – vino libero e naturale

In un articolo apparso su “Il Fatto Alimentare”, il presidente FederBio Paolo Carnemolla torna sulla questione vino bio vs vino “naturale” o “libero”, chiarendo le sostanziali differenze tra le due produzioni. «I vigneti di vino “libero” saranno anche liberi da fertilizzanti e diserbanti», queste le parole del presidente FederBio, «ma non lo sono da insetticidi e antricrittogamici. I solfiti saranno anche il 40% in meno di quanto consentito dalla normativa generale, ma per gli altri coadiuvanti e processi c’è – appunto – libertà. Tenuta Fontanafredda ha anche annunciato il progetto “Riserva bio” in cui il termine “bio” è associato soltanto alla “CO2 neutral” (a emissioni zero di CO2), mentre per il resto rimane una normale grande azienda, basata sull’agricoltura integrata, non certo un’azienda biologica». Proseguendo nella sua analisi, Carnemolla pone l’accento sull’incertezza e la vaghezza della definizione di vino “libero”: «Nei fatti, si tratta di una pura e semplice operazione di marketing che, contando sulla scarse conoscenze agricole e dei processi di trasformazione da parte del pubblico, tenta di accreditare una nuova categoria di prodotto a scapito di altre. La comunicazione al pubblico sul vino “libero” è assai poco trasparente e oscilla tra l’ingannevole e l’insidioso; è anche condita da affermazioni quali “Il biologico è un concetto confuso e farmaceutico che non piace a noi gourmet“. “Farinetti (patron, tra l’altro, della catena Eataly, NdR) sta lavorando per introdurre un sistema di certificazione alternativo a quello dei sistemi di qualità regolamentati dalla UE; possiamo quindi concludere che operi anche per disorientare il consumatore, causando grave danno al comparto vitivinicolo biologico». Senza dubbio, il vero vino “libero”, naturale, privo di fertilizzanti, diserbanti, fungicidi e insetticidi chimici di sintesi è, come ricorda la recente campagna di FederBio, solo il vino biologico.

Fonte: il Fatto Alimentare

Lunedì 22 aprile il seminario “Il mercato coreano dei prodotti alimentari bio e della cosmesi naturale”

Come descritto recentemente sulle pagine del nostro sito (consultate questo link per i dettagli), nell’ambito delle strategie di valorizzazione ed internazionalizzazione del Made in Italy il Ministero dello Sviluppo Economico ha promosso un programma specifico rivolto al settore agroalimentare biologico e alla cosmetica naturale finalizzato alla promozione, diffusione e protezione delle eccellenze italiane di settore in Corea del Sud. Le azioni in programma comprendono una mappatura e uno scouting in Corea del Sud allo scopo di verificare la consistenza della domanda del mercato coreano e le potenzialità di penetrazione per il Made in Italy del settore, identificando al tempo stesso i keyplayer e le associazioni di categoria locali presso cui promuovere le aziende italiane. Nell’ambito del progetto,  è in programma per lunedì prossimo 22 aprile il seminario “Il mercato coreano dei prodotti alimentari bio e della cosmesi naturale”. L’evento si terrà  dalle ore 10.30 presso BolognaFiere, ingresso Est Michelino,  nella Sala Madrigale. Attraverso questo incontro, le imprese potranno conoscere più da vicino, grazie ai contributi di esperti del settore, la realtà e le dinamiche del mercato coreano, approfondendo gli aspetti legati alle normative doganali in vigore e ricevendo informazioni in merito ai principali canali di distribuzione e alle peculiarità e tendenze del consumatore-tipo sudcoreano. Al termine del seminario seguirà un rinfresco di prodotti biologici offerto ai partecipanti. Inoltre, per chi interverrà al seminario sarà disponibile un ampio parcheggio gratuito all’interno del quartiere fieristico.

Per informazioni:

  • Luisa Bersanetti, BolognaFiere SpA – tel. 051 282843
  • Luisa Colombo, Federbio – tel. 051 4210272 – cell. 393 9316043
  • Giovanni Delle Donne, Federalimentare – tel. 06 5903343

Comunicato stampa – Suolo e Salute sul caso Green War

Fano, 12 aprile 2013 – In ordine a notizie di stampa diffuse già dalla giornata di ieri, Suolo e Salute srl conferma di essere stata destinataria di un provvedimento di perquisizione locale adottato dalla Procura della Repubblica di Pesaro ed eseguito, in data 10.04.13, da ufficiali ed agenti di P.G. facenti capo al Nucleo di polizia tributaria della G.d.F. di Pesaro ed alla direzione generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agroalimentari dell’ICQRF di Roma. L’attività degli agenti procedenti si è concretizzata nella acquisizione di documenti relativi alla aziende interessate che – per quanto riguarda il sistema di controllo di Suolo e Salute srl – sono la Fazoo Mangimi srl e la F.lli Grimaldi & C. snc.

L’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della società, di un dirigente regionale nonché di un ex collaboratore costituiscono, con tutta evidenza, un fatto dovuto necessario al fine di poter accertare i fatti e procedere alla acquisizione documentale. Del resto ai medesimi soggetti non è stato contestato nessun reato di carattere associativo.
Suolo e Salute ribadisce la propria estraneità alle vicende evidenziando come ancora una volta una frettolosa informazione stia diffondendo notizie fantasiose quali la pretesa contiguità tra controllori e controllati o la asserita manomissione di evidenze analitiche. Suolo e Salute è accreditata dall’organismo unico nazionale – Accredia – ed opera, pertanto, secondo standard qualitativi elevati ed integerrimi. Quanto agli esami analitici, la medesima società si avvale esclusivamente di laboratori dotati di procedimenti di prova accreditati che escludono ogni possibilità di errore.
La certificazione in ambito comunitario rilasciata da Suolo e Salute srl alle aziende proprie assoggettate e, loro malgrado, implicate nella indagine Green War è stata proceduralmente corretta e fondata su evidenze documentali provenienti e/o validate da altri oo.d.c. che hanno assistito la importazione dei prodotti.
Si attende serenamente l’evolversi degli eventi e delle indagini certi che la Magistratura celermente accerterà l’estraneità della società e dei propri dirigenti dagli illeciti ipotizzati

Presentato a Vinitaly il rapporto sui 50 anni delle Doc italiane

Era il 1963 quando veniva varato il Dpr 12 luglio 1963 n.930, l’oramai storica normativa che regolamentava la produzione dei vini a denominazione di origine. Da lì a un anno, proprio sulla spinta della normativa, nasceva il Comitato Nazionale Vini, organismo del Ministero dell’agricoltura. E fu la “Vernaccia di San Gimignano” del 1966 la prima denominazione di origine riconosciuta proprio dal Comitato. A 50 anni da quella data fondamentale per l’enologia nostranavengono presentati i dati relativi alla produzione vitivinicola italiana e l’elenco aggiornato di tutti i riconoscimenti ottenuti dai nostri vini. Attualmente sono 403 le Dop italiane registrate, 330 Doc e 73 Docg, mentre sono 118 le Igp. Il testo completo del rapporto può essere scaricato scaricare dal sito del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali a questo link.

Fonte: AIOL

Dal 2014 Vinitaly Bio

Adesso è ufficiale: dal 2014 nascerà Vinitaly Bio, grazie ad un accordo firmato martedì scorso 9 aprile tra VeronaFiere e FederBio. Quest’ultima si occuperà in particolare di promuovere in Italia e all’estero l’iniziativa, con l’obiettivo di richiamare espositori e buyers nazionali ed internazionali, anche in considerazione del peso crescente del settore enologico bio italiano, attualmente primo in Europa. In particolare saranno Germania e Nord Europa i due mercati su cui si concentreranno maggiormente gli sforzi di FederBio, trattandosi di due dei mercati più importanti per il settore e più promettenti per lo sviluppo del mercato del vino bio. In questa maniera, il vino certificato come biologico avrà uno spazio tutto suo, evitando sovrapposizioni e “contaminazioni” con prodotti che nulla hanno a che vedere con le rigide regole previste dal Regolamento Europeo 203/2012 e che consentono di produrre e certificare un vino come effettivamente biologico.

Fonte: GreenPlanet.net