Suolo e Salute

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Un progetto per promuovere il biologico e il naturale Made in Italy in Corea del Sud

Biologico e cosmesi naturale sono al centro di un programma di promozione del Made in Italy in Corea del Sud secondo quanto prevede una convenzione sostenuta dal Ministero per lo Sviluppo Economico e sottoscritta da Federalimentare e Federbio e con il supporto organizzativo di BolognaFiere. Le azioni previste dal programma comprendono una mappatura e uno scouting in Corea del Sud allo scopo di per verificare la consistenza della domanda del mercato coreano e le potenzialità di penetrazione per il Made in Italy del settore, identificando al tempo stesso i keyplayer e le associazioni di categoria locali presso cui promuovere le aziende italiane. Lo scenario coreano sarà presentato alle aziende italiane del settore bio attraverso un seminario informativo in cui verranno illustrate le possibilità commerciali nel paese asiatico, affrontando in particolare le problematiche relative alle normative doganali vigentii principali canali di distribuzione, le peculiarità del mercato e le tendenze del consumatore-tipo coreano. In Corea del Sud verrà quindi organizzato un evento di presentazione del settore del biologico e del naturale Made in Italy, con degustazione di prodotti bio, coinvolgendo per l’occasione i principali operatori locali e la stampa di settore sudcoreana.

L’evento servirà anche come strumento di preselezione degli  operatori professionali coreani che parteciperanno alla 25ma edizione di SANA, il Salone internazionale del biologico e del naturale organizzato da BolognaFiere, in programma a Bologna dal 7 al 10 settembre 2013. Durante il Salone verranno organizzati incontri business-to-business (B2B) tra la delegazione coreana e le aziende espositrici italiane i cui settori merceologici rientrino tra quelli individuati dal progetto, fornendo alle aziende produttrici italiane l’opportunità concreta di ampliare la propria rete di distribuzione e di vendita nella realtà sudcoreana. Con lo scopo di favorire la diffusione delle informazioni sullo svolgimento del progetto, verrà dedicata sul sito del Sana una sezione specifica, costantemente aggiornata, che riporterà le diverse iniziative in programma.

Fonte: FederBio

Innalzamento dei mari, uno studio italiano ed inglese prevede una crescita fino a un metro entro il 2100

Se da un lato giungono notizie di qualche conforto sul fronte dei grandi problemi ambientali globali (si veda a questo proposito l’articolo relativo allo studio australiano sugli ecosistemi della biosfera pubblicato sul nostro sito a questo indirizzo), notizie meno incoraggianti giungono da un lavoro tutto italiano. Lo studio del professor Giorgio Spada, docente del Dipartimento di Scienze di Base e Fondamenti (DiSBeF) dell’Università degli Studi di Urbino, che sarà a breve pubblicato sulla rivista americana Geophysical Research Letters, realizzato  in collaborazione con scienziati del Glaciology Centre di Bristol (UK), afferma che, in conseguenza dello scioglimento dei ghiacci continentali, nel 2100 si potrà raggiungere in alcune aree del pianeta un aumento del livello dei mari di circa 30 cm che, a causa del riscaldamento delle acque degli oceani, potrebbero raggiungere e superare i 60 cm. Valori decisamente superiori a quelli osservati nel corso del secolo scorso, su scala globale, di circa 20 cm. Scenari estremi, elaborati in base alle tante variabili da considerare in una ricerca di questo tipo, indicano addirittura che l’aumento di livello marino potrebbe essere ancora più elevato. Il lavoro costituisce uno degli esiti del progetto europeo di larga scala “ice2sea”, finanziato dalla UE nell’ambito del programma quadro FP7. L’obiettivo di “ice2sea” è una migliore comprensione degli effetti che le variazioni climatiche in atto hanno sulle masse glaciali continentali, e l’elaborazione di scenari di variazioni future del livello marino su scala regionale. Il progetto, che ha visto la partecipazione di altri 23 Istituti di Ricerca europei ed internazionali, è coordinato localmente dal prof. Giorgio Spada.

Il lavoro si basa sui modelli che il professor Spada ha sviluppato nel corso degli anni finalizzati a simulare le interazioni fra la criosfera (ovvero quella porzione della superficie terrestre coperta dall’acqua allo stato solido e che comprende le coperture ghiacciate di mari, laghi e fiumi, le coperture nevose, i ghiacciai, le calotte polari ed il permafrost), la terra solida e le masse oceaniche, in con lo scopo di elaborare previsioni attendibili sull’andamento futuro del livello marino globale. Secondo i modelli l’aumento nel livello dei mari sarà diverso nelle varie zone del pianeta, come conseguenza delle variazioni del campo di gravità causate dalla distribuzione non uniforme delle masse continentali sulla superficie del pianeta e dalle deformazioni ad esse associate, oltre che dalla complessa dinamica degli oceani. Senza dubbio, in ogni caso, esso sarà più significativo nelle coste equatoriali e conseguentemente costituirà un problema particolarmente grave per tutti i paesi compresi tra i due tropici.

Fonte: Università di Urbino

Ambiente. Il “giorno del giudizio” è ancora lontano

Malgrado la grave crisi ambientale in cui versa il Pianeta, il pericolo di un improvviso “default ecologico” sembra al momento scongiurato. A sostenerlo un autorevole studio pubblicato pochi giorni fa da Trends in Ecology & Evolution, dal titolo Does the terrestrial biosphere have planetary tipping points? Più facile pensare che trasformazioni profonde su scala globale debbano richiedere un lungo periodo di tempo prima di compiersi. Secondo gli autori, infatti, i diversi ecosistemi terrestri non sono interconnessi al punto che si giunga ad un punto di non ritorno improvviso e drammatico. Questo a dispetto della situazione della biosfera, che per l’80% presenta ecosistemi condizionati e danneggiati dall’azione diretta o indiretta dell’uomo. Il lavoro, realizzato da un team di scienziati dell’Environment institute and school of Earth and environmental sciences dell’università di  Adelaide, ha analizzato in particolare quattro punti strettamente legati ai cambiamenti ambientali globali, i cambiamenti climatici, l’uso del suolo, i cambiamenti e la frammentazione degli habitat e la perdita di biodiversità , concludendo che è inverosimile che, malgrado tutto, essi possano diventare irreversibilmente drammatici. Secondo uno degli autori dello studio, Erle Ellis, i mutamenti della biosfera “dipendono da circostanze locali e quindi differiscono tra località.  Questa realtà dovrebbe incoraggiare le comunità a perseguire soluzioni di salvaguardia appropriate a livello locale e regionale, piuttosto che essere distratte da proiezioni di “morte e distruzione” su scala globale”. “Dato che fino a quattro quinti della biosfera sono oggi caratterizzati da ecosistemi a livello locale, che nel corso dei secoli e dei millenni hanno subito cambiamenti di sistema di uno o più tipo indotti dall’uomo, riconoscere questa realtà e ricercare azioni di conservazione appropriate a livello locale e regionale potrebbe essere un modo più fruttuoso di far progredire l’ecologia e la scienza del cambiamento globale”, ha proseguito Ellis.

Barry W. Brook, a capo del gruppo di ricerca, sottolinea l’importanza di questo studio non solo perché ci conforta rispetto alle ipotesi più catastrofiste, ma perché può costituire un preziosissimo strumento pratico per la governance ambientale prossima futura: “Questa è una buona notizia – ha dichiarato Brook – “ perché ci dice che potremmo evitare lo scenario “doom-and-gloom“ di un brusco e irreversibile cambiamento. Focalizzarsi sui punti critici planetari può distoglierci sia dalle vaste trasformazioni ecologiche che si sono già verificate che portare ad un fatalismo ingiustificato sugli effetti catastrofici di punti di non ritorno. Mettere l’accento sul punto di non ritorno non è particolarmente utile per realizzare le azioni di conservazione delle quali abbiamo bisogno. Dobbiamo continuare a cercare di ridurre il nostro impatto sull’ecologia globale, senza dare un’eccessiva attenzione al tentativo di evitare soglie arbitrarie“. Gli scienziati non escludono in assoluto che possa verificarsi un collasso ambientale repentino e globale, similmente a quanto è accaduto su scala locale e regionale a molti ecosistemi, ma ciò sarebbe possibile solo se effettivamente tutti gli ecosistemi terrestri fornissero risposte analoghe agli impatti dell’uomo, cosa che potrebbe verificarsi solamente se le interconnessioni tra gli ambienti fossero più strette di quelle che appaiono attualmente: “Questi criteri, tuttavia, è molto improbabile che possano essere soddisfatti nel mondo reale. In primo luogo, gli ecosistemi dei diversi continenti non sono strettamente connessi. In secondo luogo, le risposte degli ecosistemi alle pressioni umane, quali il cambiamento climatico o il cambiamento d’uso dei terreni, dipendono dalle circostanze locali e quindi differiscono tra località”. Una grande speranza per il futuro, che tutti noi ci auguriamo possa gettare le basi per un approccio meno angosciato ma al tempo stesso determinato per affrontare e risolvere le grandi sfide della conservazione e della sostenibilità.

Fonte: Greenreport

A Santa Lucia di Piave (TV) Biosalute 2013

Si terrà da venerdì 8 marzo a domenica 10 marzo alla Fiera di Santa Lucia di Piave (TV) BioSalute, fiera dei prodotti biologici e del benessere giunta quest’anno alla terza edizione. Oltre 100 espositori e circa 200 stand , oltre ad un fitto programma di incontri e seminari di approfondimento caratterizzeranno la tre giorni trevigiana, nel corso della quale i visitatori potranno acquistare cibi e prodotti biologici nel bio bar e nei bioristoranti o seguire alcune delle conferenze dedicate ai temi dell’alimentazione, della salute e del benessere. Biosalute ospiterà infatti stand di prodotti biologici, erboristeria, medicina naturale, energie rinnovabili, abbigliamento naturale, arredamento secondo natura, bioedilizia, discipline orientali, artigianato naturale e associazioni. Un evento che e’ diventato rapidamente uno degli appuntamenti più importanti punti nel panorama fieristico italiano del vivere sano. L’ edizione di Biosalute Triveneto 2013 e’ organizzata dal Mulino delle Idee e patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole, dalla Provincia di Treviso, dalla Camera di Commercio di Treviso e dal Comune di Santa Lucia di Piave.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito della fiera www.biosalute.eu

Fonte: AIAB, Biosalute

Scandalo carni equine, Coldiretti: oltre un miliardo di danni

Secondo una nota diffusa in questi giorni da Coldiretti scaturita da un’analisi dei dati monitorati dal portale efoodalert.net, “diversi tipi di confezioni alimentari sono state ritirate dal commercio in almeno ventiquattro paesi situati soprattutto in Europa, ma anche in Asia e America, con danni che hanno superato il miliardo di euro tra confezioni sequestrate e distrutte”. “Ad essere coinvolte – continua la nota – sono le principali multinazionali della distribuzione commerciale e dell’industria alimentare, dalla Findus alla Nestlè’, da Carrefour ad Auchan fino alla Lidl, ma anche i punti vendita di Ikea in diverse parti del mondo”. Cali dei consumi, costi maggiori dei controlli e perdita di valore delle aziende sono all’origine della stima eseguita da Coldiretti, che sottolinea la vastità della crisi del settore: “la contaminazione della carne di cavallo – si legge infatti nel comunicato –  e’ stata scoperta praticamente in tutte le diverse tipologie di prodotti trasformati a base di carne di manzo dalle lasagne ai tortellini, dai ravioli ai cannelloni, dagli hamburger alle polpette, dal kebab alla moussaka fino al goulash”.

Fonte: Agrapress, Coldiretti

Carnemolla: il progetto francese sia da esempio anche per la politica italiana

Le parole di Stephane Le Foll, il Ministro dell’Agricoltura francese, che ha sottolineato l’importanza di un nuovo rapporto tra l’agricoltura e l’ambiente dichiarando che la politica deve sostenere il biologico e l’agroecologia (è possibile consultare qui l’articolo completo) sono state accolte con grande interesse da Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio: “La proposta di un progetto agro-ecologico per l’agricoltura francese, una delle più forti in Europa, è un esempio che anche la politica italiana deve seguire per ridare credibilità alla spesa pubblica in agricoltura, per tutelare l’ambiente e la salute e nel contempo per delineare un futuro sostenibile anche per i giovani agricoltori“. La proposta di raddoppiare le superfici coltivate a biologico attraverso un piano di conversione dell’agricoltura convenzionale, sostenuto dalle risorse della prossima programmazione della PAC, “è la stessa che da tempo FederBio e tutte le organizzazioni del mondo ambientalista hanno rivolto al governo italiano e alle forze politiche anche nella recente campagna elettorale”. “Forse – prosegue il presidente di FederBio – proprio un parlamento in cui sono necessarie alleanze trasversali su grandi temi e composto in parte così significativa da giovani e donne, nel quale conteranno meno le solite, vecchie lobby agricole e industriali, e’ il contesto ideale per tornare a progettare un futuro per il paese e la nostra agricoltura“.

Fonte: Agrapress