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A METÀ NOVEMBRE LA DECISIONE SUL GLIFOSATE

A METÀ NOVEMBRE LA DECISIONE SUL GLIFOSATE

Al centro della discussione il rinnovo dell’autorizzazione del discusso erbicida per ulteriori 15 anni

È prevista per metà novembre la decisione riguardo all’autorizzazione per i prossimi 15 anni del discusso erbicida totale glifosate. A metà ottobre, infatti, è fallito il tentativo di concedere una proroga temporanea di un anno per l’approfondimento del dossier di registrazione.

Efsa chiede tempo

L’attuale autorizzazione concessa 12 anni fa scadrà a metà dicembre 2022. All’inizio dell’anno Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, aveva richiesto più tempo per la sua rivalutazione dell’erbicida, rimandando la decisione a luglio 2023.

La Commissione europea aveva quindi proposto un rinnovo provvisorio di un anno, ma alcuni degli Stati membri nel Comitato permanente della Commissione europea per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (SCoPAFF) hanno bocciato la proposta.

Cancerogeno o no?

Al centro della discussione vi è la presunta cancerogenicità del formulato, una questione aperta da Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, che ha valutato la sostanza come “probabilmente cancerogena”. Una valutazione smentita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), da Echa (L’agenzia europea per i prodotti chimici) e dalla stessa Efsa. In questi ultimi 12 anni si sono sviluppati in tutta Europa disciplinari volontari che, sull’esempio del biologico, propongono un’agricoltura che faccia a meno di questo erbicida.

DAI DRONI ALLE APP: IL BIOLOGICO MARCHIGIANO GUARDA AL FUTURO

DAI DRONI ALLE APP: IL BIOLOGICO MARCHIGIANO GUARDA AL FUTURO

Presentati a Morro d’Alba (An) i risultati del progetto Biocereals 4.0, che comprende strumenti per programmare le semine, gestire i conferimenti e monitorare in tempo reale i cereali biologici in pieno campo

Dall’impiego di droni per monitorare la salute delle piante alle app per caricare direttamente dal campo tante informazioni utili alla gestione dell’attività agricola. Grazie al progetto Biocereals 4.0, condotto dalla cooperativa Montebello (ecosistema Girolomoni) insieme con l’Università Politecnica delle Marche e Apra – Var, l’agricoltura biologica delle Marche ha l’opportunità di utilizzare una serie di strumenti digitali validati per innovare il settore.

I risultati del progetto, realizzato grazie ai fondi Psr messi a disposizione dalla Regione Marche, sono stati illustrati nel corso del convegno “Nuovi scenari per la transizione ecologica e digitale delle filiere agricole biologiche” che si è tenuto a Morro d’Alba (An) presso l’azienda Mario Lucchetti.

Tre anni di lavoro

Il progetto è stato realizzato in tre anni di lavoro ed ha visto l’Università Politecnica delle Marche sviluppare una intensa attività di ricerca per applicare le nuove tecnologie alla filiera agroalimentare. «In agricoltura biologica – ha detto Raffaele Zanoli, professore di Economia agraria alla Politecnica – le difese sono naturali, per questo gli strumenti per prevedere infestazioni e malattie sono particolarmente importanti. La digitalizzazione consente risparmi e controllo, anche se il digital divide è ancora un problema».

«Il progetto Biocereals 4.0 – spiega Pierfrancesco Fattori, presidente della Montebello – consente di ottimizzare questi nuovi strumenti per rispondere ai bisogni concreti delle aziende, sviluppando una serie di servizi per favorire il lavoro in rete, perchè digitalizzazione e consulenza saranno concetti fondamentali per il futuro del bio marchigiano».

Gli strumenti

Gianluca Regoli di Apra – Vargroup company ha illustrato gli strumenti adottati in Biocereals 4.0, tra cui i sistemi per gestire normative e contratti, per compiere scelte ragionate sulla programmazione delle semine, per raccogliere dati direttamente sul campo e orientare le decisioni, per controllare in tempo reale i processi di conferimento dei cereali e la situazione nei centri di stoccaggio. Francesco Maria Martini di Univpm si è concentrato sul ruolo dell’intelligenza artificiale e della sensoristica avanzata, che grazie ad un monitoraggio costante sulla salute della piante consentono di intervenire tempestivamente e anche di sviluppare modelli predittivi.

Il coinvolgimento della filiera

Ma perché il bio entri nel futuro servono scelte di fondo. «Il quadro generale è favorevole al bio e alla transizione ecologica – ha detto Francesco Torriani, coordinatore del settore biologico per Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentare – ma saranno in pochi a cogliere queste opportunità se non superiamo il problema che sta alla base: la frammentazione nella produzione. L’innovazione va realizzata in termini di sistema, coinvolgendo tutta la filiera, anche sul piano delle conoscenze e delle competenze».

LA FRANCIA E I TERRITORI BIOLOGICI “IMPEGNATI”

LA FRANCIA E I TERRITORI BIOLOGICI “IMPEGNATI”

Il recente riconoscimento ottenuto dal distretto di Gers, a ovest di Tolosa, consente di entrare nel merito di una certificazione ambita che nel Paese transalpino vale da 8 anni come quella italiana di biodistretto

Più efficaci e più riconoscibili dei biodistretti italiani. E questo ormai da più di otto anni. La Francia, per favorire la coesione territoriale del biologico, ha adottato un marchio certificato: “Territoire Bio Engagé”, ovvero “territorio biologico impegnato”.

L’iniziativa dell’Occitania

Un’iniziativa che l’interprofessione regionale del biologico Interbio dell’Occitania ha adottato sin dal 2014 e che può essere richiesta dagli enti locali che hanno raggiunto gli obiettivi del Piano francese “Ambizione Bio”. Un percorso recentemente attivato dal dipartimento del Gers, a ovest di Tolosa. Un territorio noto per il suo approccio virtuoso in termini di agricoltura biologica. Ma in concreto cosa significa e come si ottiene?

I requisiti

Per poter vantare l’insegna di “territorio bio” occorre che almeno il 15% della superficie agricola sia coltivato con metodo biologico. È inoltre necessario che il 20% dell’offerta di servizi di ristorazione (in valore) provenga da produzione biologica. Se entrambi gli obiettivi vengono raggiunti, la comunità interessata può richiedere la certificazione.

Un riconoscimento per il lavoro degli agricoltori

«Al di là di un semplice distintivo apposto all’ingresso del Paese – spiega Christine Huppert, sindaco di Saint-Blancard, un comune del dipartimento del Gers – è una sorta di omaggio agli uomini e alle donne che ne favoriscono la sostenibilità ambientale e la coesione sociale».

«Chi fa vivere i villaggi del Gers sono gli agricoltori – continua- e la denominazione ottenuta consente di mettere in risalto il ruolo determinante di questa professione».

IN AUSTRIA I PIONIERI DEL BIO INVESTONO IN ARACHIDI

IN AUSTRIA I PIONIERI DEL BIO INVESTONO IN ARACHIDI

Una scommessa quella dei fratelli Stefan e Roman Romstorfer, titolari di una storica azienda bio a Nord-est di Vienna, vinta anche a causa degli effetti del climate change

I cambiamenti climatici fanno migrare verso Nord le colture macroterme. Così dalla vite si producono ormai ottimi vini anche in Inghilterra e Scandinavia, mango e papaya attecchiscono in Sicilia e specie tipiche del Sud America o Nord Africa come l’arachide vengono coltivate con successo anche in Austria.

Il coraggio dei pionieri

Anche se la coltivazione di questa specie leguminosa con un elevato fabbisogno di alte temperature e irraggiamento è stata per molto tempo considerata impossibile in questo Paese, ci hanno pensato infatti i fratelli Stefan e Roman Romstorfer a dimostrare il contrario nella propria azienda agricola biologica di Raggendorf, a nord-est di Vienna. Quello di quest’anno è stato il settimo raccolto consecutivo. Uno spirito pionieristico che i due fratelli hanno ereditato dal padre Franz, che a metà degli anni ’90 è stato uno dei primi agricoltori biologici della Bassa Austria.

Un vantaggio per le rotazioni

Nel tempo i fratelli Romstorfer hanno messo a punto la migliore tecnica agronomica fino a raccogliere circa 20-30 quintali ad ettaro di “noccioline”, ma l’inizio non è stato facile. «Ci è voluta un po’ di follia – ammettono – perché essendo i primi coltivatori di arachidi in Austria, non c’era alcun riferimento tecnico a cui eventualmente appellarsi».

La sostenibilità del km zero

Oggi la produzione di arachide è entrata nelle rotazioni aziendali investendo circa 20 ettari all’anno e assicurando un prezioso contributo in termini di aumento della fertilità dei suoli grazie alle proprietà azotofissatrici di questa leguminosa. La produzione viene tostata e imbustata direttamente in azienda e venduta nel circuito locale, abbassando la carbon footprint e dando un prezioso contributo in termini di sostenibilità.

UN TOUR NELL’AGROBIODIVERSITÀ EUROPEA

UN TOUR NELL’AGROBIODIVERSITÀ EUROPEA

Uno studio del Fibl descrive tutte le iniziative indipendenti di miglioramento genetico biologico di piante e animali portate avanti da produttori e ricercatori nei diversi Paesi del Vecchio Continente

Aumentare la biodiversità dell’agricoltura francese favorendo una maggiore diffusione di colture come cartamo, sorgo o tarassaco. Selezionare una razza suina alternativa o vacche da latte con un migliore adattamento alla variabilità delle condizioni climatiche per l’allevamento biologico svizzero. Identificare razze avicole a crescita lenta per il biologico italiano. Diffondere iniziative di miglioramento genetico partecipativo dei cereali bio. Sono solo alcune delle attività censite da Fibl.

L’iniziativa “Engagement Biobreeding”

L’Istituto svizzero dedicato all’agricoltura biologica (Forschungsinstitut für biologischen Landbau) si è infatti lanciato alla scoperta dell’agrobiodiversità del Vecchio Continente. Un viaggio avvincente tra le attività indipendenti portate avanti da istituti di ricerca pubblici e privati e tra le collezioni tutelate dall’impegno della rete degli agricoltori custodi descritto in una nuova pubblicazione che è frutto dell’iniziativa “Engagement Biobreeding” (www.biobreeding.org) coordinato dalla ricercatrice italiana, phD in  Agrobiodiversity Mariateresa Lazzaro.

La pubblicazione è scaricabile da questo sito

Un breeding adatto al bio

La coltivazione e la produzione di alimenti biologici dipendono infatti dall’uso di varietà e pratiche colturali adeguate. Lo sviluppo di un miglioramento genetico mirato agli obiettivi specifici di selezione per l’agricoltura biologica è quindi una condizione importante per l’efficienza e la stabilità di produzione in bio. Inoltre, il miglioramento genetico biologico contribuisce in modo significativo alla conservazione e alla promozione dell’agrobiodiversità. Rafforza la resilienza non solo ecologica ma anche sociale della produzione alimentare. Creare cultivar vegetali e razze animali adatte al biologico nelle diverse  condizioni pedo-climatiche assicura una maggiore resilienza ad un’agricoltura europea che deve affrontare l’impatto . dei cambiamenti climatici.

Un proficuo scambio di conoscenze

Tutti motivi che rendono estremamente preziosa un’iniziativa come Engagement Biobreeding che promuove lo scambio di conoscenze tra bio-breeder, agricoltori, trasformatori e gli operatori della distribuzione, coordina la promozione del miglioramento genetico biologico a livello di filiera e si impegna a favore di un miglioramento genetico biologico indipendente.

SI COMPLETA LA SQUADRA DI GOVERNO

SI COMPLETA LA SQUADRA DI GOVERNO

A ministri, viceministri e sottosegretari del 68° Governo della Repubblica Italiana gli auguri di proficuo lavoro di Suolo e Salute

Si completa la fisionomia del 68° Governo della Repubblica Italiana, il primo con un Presidente del Consiglio donna: Giorgia Meloni.

La novità della Sovranità alimentare

Mercoledì 2 novembre è stato infatti il giorno del giuramento per i 31 sottosegretari nominati nel Consiglio dei Ministri dello scorso 31 ottobre. Patrizio Giacomo La Pietra (Fratelli d’Italia) e Luigi D’Eramo (Lega) sono i due nuovi sottosegretari del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e forestale (Masaf, nuovo acronimo che sostituisce il precedente Mipaaf) che affiancheranno il ministro Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia) in Via XX Settembre.

Ambiente e Sicurezza energetica

Cambio di nome anche per l’ex Ministero per la Transizione ecologica che diventa Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Qui ad affiancare il neoministro Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) sono la viceministro Vannia Gava (Lega) e il sottosegretario Claudio Barbaro (Fratelli d’Italia). Per conoscere le rispettive deleghe, compresa quella per l’agricoltura biologica, bisognerà aspettare il 4 novembre.

Il ruolo centrale del biologico e della certificazione

Suolo e Salute esprime i più fervidi auguri di proficuo lavoro ai membri del nuovo Governo affinchè possano dare il loro importante contributo a sostegno dell’Agricoltura e dell’Ambiente. «L’auspicio è che il nuovo Esecutivo ribadisca l’importanza dell’agricoltura biologica e della certificazione per la sostenibilità ambientale, economica, sociale e per la sicurezza alimentare del nostro Paese in un momento di estrema complessità a causa delle crisi internazionali».