Suolo e Salute

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VERSO UN’AZIONE DI PROMOZIONE PER GLI ALIMENTI BIO

VERSO UN’AZIONE DI PROMOZIONE PER GLI ALIMENTI BIO

Il sottosegretario Mipaaf Francesco Battistoni annuncia che si sta predisponendo una campagna in favore del consumo di cibi biologici e biodinamici

«Stiamo lavorando ad una campagna di promozione nazionale che punti a sensibilizzare i cittadini al consumo di prodotti biologici».

L’apertura del tavolo sul bio

Lo ha riferito il sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Francesco Battistoni, all’apertura del tavolo sul biologico coordinato dal ministero.

«Il biologico ed il biodinamico – ha continuato – sono segmenti produttivi sempre più presenti sul mercato agroalimentare italiano e mondiale».

«Abbiamo la necessità di stimolare le persone al mangiar sano e rendere la superficie agricola fertile e produttiva. Da questo punto di vista il biologico offre le migliori garanzie salutari».

La necessità di garantire l’equilibrio di mercato

L’intervento del ministero segue la raccomandazione, in vista dell’aumento della superficie produttiva biologica italiana indicata dalla strategia Farm To Fork, di garantire l’equilibrio tra domanda e offerta di prodotti ottenuti con questo virtuoso modello produttivo.

(Ansa)

B/OPEN, UN’IDEA CORAGGIOSA CHE MERITA PIÙ FIDUCIA

B/OPEN, UN’IDEA CORAGGIOSA CHE MERITA PIÙ FIDUCIA

Si è conclusa a Verona la seconda edizione dell’unica fiera riservata esclusivamente agli operatori professionali del biologico, la prima in presenza. Un appuntamento che ha risentito dello strascico degli effetti della pandemia sulla limitazione degli spostamenti e delle presenze. D’Elia (Suolo e Salute): «Siamo in momento chiave per ribadire il ruolo del biologico nelle sfide della transizione ecologica e della neutralità climatica. Ringraziamo VeronaFiere per l’impegno e siamo disponibili, in ambito Assocertbio, a studiare insieme nuove formule che favoriscano un maggiore coinvolgimento di operatori e consumatori»

Verona 10 novembre 2021

«Biologico vuol dire fiducia, e la certificazione da enti terzi è una componente fondamentale di questa fiducia».

«Bene ha fatto quindi la Fiera di Verona a stringere un patto di collaborazione con Assocertbio per la seconda edizione della Fiera B/OPEN per portare e rappresentare nella rassegna veronese la voce degli Enti di controllo e certificazione del biologico.  Per garantire e rafforzare la fiducia dei consumatori è importante che i prodotti biologici siano certificati e sottoposti a controlli rigorosi lungo tutta la filiera in applicazione della normativa di settore, che dall’anno prossimo sarà del tutto rinnovata con l’entrata in vigore del Reg. UE 848/2018». Così si è espresso Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute alla chiusura della due giorni della kermesse veronese. «Quindi è imprescindibile – continua D’Elia –  il valore della certificazione, anche se è sempre utile ricordare che la tutela del consumatore passa non solo dall’attività degli enti di certificazione ma dalla virtuosa sinergia tra: il controllo (e certificazione), l’attività della pubblica vigilanza e la correttezza degli operatori e del mercato».

Una formula mista

La seconda edizione di B/OPEN, manifestazione esclusivamente b2b dedicata al food biologico certificato che si è tenuta il 9 e il 10 novembre nel padiglione 12 delle Gallerie Mercatali di Verona, patrimonio storico di architettura industriale, adiacente Veronafiere, è stata la prima in presenza, confermando al contempo anche la formula digitale che ha caratterizzato la B/Open Digital Edition del 2020.

Una formula mista che ha rafforzato uno schema basato sulle sinergie tra eventi e convegni diffusi anche in diretta streaming e spazi espositivi in presenza. Suolo e Salute ha sostenuto l’iniziativa partecipando con un suo proprio stand visitato da operatori e buyers internazionali. Non molti, a dire il vero, quelli presenti nel corso della rassegna veronese.

«Quella affrontata da VeronaFiere – ha commentato D’Elia – è stata una sfida coraggiosa, che ha voluto lanciare un forte segnale di ripartenza con incontri business riservati rigorosamente a buyer e operatori commerciali per contribuire ad una maggiore valorizzazione e promozione del bio Made in Italy sui mercati esteri nel periodo post pandemia».

«Nel forzato lockdown dei mesi scorsi – ha aggiunto- gli operatori hanno però imparato a fare ricorso a nuovi mezzi di comunicazione da remoto per ottimizzare il proprio tempo di lavoro, limitando gli spostamenti, e questo ha finito per condizionare la formula scelta per B/OPEN».

«Siamo disponibili, in ambito Assocertbio, a individuare, assieme a VeronaFiere, nuove formule che portino ad un maggiore coinvolgimento di operatori e consumatori».

Il ruolo leader di Suolo e Salute

A Verona Suolo e Salute ha potuto ribadire il suo ruolo leader di primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia. «Crediamo con tenacia nel metodo biologico fin dal principio, siamo stati pionieri della sua promozione fin dagli anni ’60 e oggi attraversiamo il comparto come organismo di controllo e certificazione e sentiamo la responsabilità di portare la nostra testimonianza e il nostro ottimismo in appuntamenti come quello con B/Open».

Webinar e convegni

L’evento è stato preceduto da una serie di webinar organizzati anche con il contributo decisivo di Assocertbio, l’associazione di riferimento per gli organismi di certificazione del biologico, dedicati a:

  • Operatori e superfici: i trend del biologico italiano. Le sfide del presente e le opportunità del futuro.
  • Il nuovo regolamento europeo sul bio in applicazione dal 2022: novità e opportunità per gli operatori
  • Lo scenario e-commerce: modelli e fattori critici per competere, ecc

Nella due giorni di rassegna si sono svolti alcuni convegni particolarmente seguiti incentrati su:

  • “PNRR, e biologico: politiche e strategie di sviluppo»,
  • La nuova Gamma di prodotti certificabili bio,
  • Gdo e biologico tra prezzo e qualità, ecc

Il ruolo del bio in scelte chiave per il futuro

«Il comparto del biologico e dell’agricoltura sostenibile – conclude D’Elia – vive un periodo chiave con le decisioni su Ddl bio, sulla nuova legge europea sul settore e le programmazioni strategiche del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e Psn (Piano strategico nazionale per la prossima Pac)». «Conviene quindi incrementare l’attenzione pubblica verso eventi come B/OPEN per ribadire il ruolo chiave dell’agricoltura biologica negli obiettivi di transizione ecologica e neutralità climatica fissati dal Green Deal dell’Unione Europea».

 

 

SI CHIUDE LA COP26 CON ACCORDI AL RIBASSO SULLE AZIONI DI CONTRASTO AL CLIMATE CHANGE

SI CHIUDE LA COP26 CON ACCORDI AL RIBASSO SULLE AZIONI DI CONTRASTO AL CLIMATE CHANGE

Nella conferenza di Glasgow il ruolo dell’agricoltura rimane in secondo piano. «Ci auguriamo – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute – che le preoccupazioni unanimi sui cambiamenti climatici spingano ad azioni concrete almeno nell’attuazione della Pac, favorendo modelli produttivi resilienti come quelli biologici»

Va in archivio anche la 26a edizione della Conferenza globale sul clima delle Nazioni Unite. Mentre per le strade di Glasgow il movimento di Greta Thunberg e dei Friday4Climate gridava la sua sfiducia per la cattiva gestione della crisi climatica, dentro lo Scottish Event Center, dove si è tenuta la Cop26, i leader del mondo hanno chiuso un accordo decisamente al ribasso sulla limitazione del ricorso ai combustibili fossili.

Agricoltura comprimaria

Timide anche le decisioni che riguardano l’agricoltura, alla quale la Cop26 non ha nemmeno riservato una giornata dedicata (come è successo per le foreste, le finanze e i trasporti), relegandola a comprimaria della “Giornata della natura e del suolo” di sabato 6 novembre.

In questa occasione i 45 governi rappresentati a Glasgow, guidati dal Regno Unito, si sono impegnati ad investire complessivamente 4 miliardi di dollari in azioni per proteggere la natura e passare a sistemi agricoli più sostenibili. «Circa il 25% delle emissioni mondiali di gas serra – si legge nel comunicato finale della giornata – viene dall’agricoltura e dall’allevamento e questo comporta la necessità di un cambiamento nel modo in cui si coltiva e si consuma il cibo, per fronteggiare il cambiamento climatico».

Deforestazione ed emissione di gas serra

Le questioni più impattanti riguardo alla deforestazione e all’emissione dei gas serra come il metano sono state quindi affrontate nei giorni precedenti (anche qui con impegni molto labili) mentre nella giornata della natura e del suolo è stato in parte rivisto l’accordo KJWA. A partire dal 2017 (Cop23), le questioni relative all’agricoltura, nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), sono infatti discusse nel Koronivia Joint Work on Agriculture (KJWA).

La gestione del suolo e dei nutrienti

L’aggiornamento di questo piano (clicca per accedere al testo in inglese) ha portato a riconoscere  la necessità di una transizione verso sistemi alimentari sostenibili e resilienti, tenendo in considerazione la vulnerabilità dell’agricoltura agli impatti dei cambiamenti climatici. Per realizzare questa transizione, viene riconosciuto il ruolo chiave di:

  • pratiche sostenibili di gestione del suolo e dell’uso ottimale dei nutrienti, compresi i fertilizzanti organici e il letame;
  • gestione sostenibile degli allevamenti per tutelare il benessere animale;
  • l’aumento delle risorse per ottenere sistemi agricoli inclusivi, sostenibili e resilienti al clima.

Sementi resistenti

I 4 miliardi di dollari investimenti pubblici che gli Stati si impegnano a mobilitare nell’innovazione agricola saranno spesi anche nello sviluppo di sementi resistenti al cambiamento climatico e in soluzioni per migliorare la salute del suolo, rendendo disponibili queste innovazioni agli agricoltori di tutto il mondo. Sedici Paesi hanno lanciato una “Policy Action Agenda” che coinvolge anche l’agricoltura e più di 160 soggetti fra Stati e Organizzazioni pubbliche hanno aderito alla “Global Agenda for Innovation in Agriculture” in favore  di un settore agroalimentare più resistente e sostenibile. Al termine della giornata della natura e del suolo il presidente della Cop26, il britannico Alok Sharma, ha annunciato che sono saliti a 134 i Paesi che hanno aderito al piano contro la deforestazione da quasi 20 miliardi di dollari, annunciato nei giorni precedenti a Glasgow.

Energie rinnovabili

Sul tema della riduzione del ricorso alle fonti energetiche fossili che ha chiuso la Conferenza di Glasgow, la resistenza di India e Cina ha ridotto la portata degli impegni contro il ricorso al carbone, mentre è stata ribadita la funzione fondamentale delle energie rinnovabili, sena però espliciti riferimenti al ruolo delle aziende agricole nella produzione di biogas, biometano e agrisolare.

Per Suolo e Salute la portata della Cop26 è stata quindi decisamente sotto le attese. «A voler vedere per forza il bicchiere mezzo pieno – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute – si può mettere in evidenza l’accordo unanime dei Paesi che hanno partecipato alla Conferenza riguardo ai problemi da affrontare e la circostanza che nessuno abbia avanzato le ipotesi di rivedere al ribasso, come accaduto nelle precedenti riunioni, gli accordi per il contrasto al climate change raggiunti a Parigi nel 2015». «I mezzi proposti per contrastare questi problemi sono però decisamente insufficienti, la nostra attenzione si sposta quindi ora verso le importanti decisioni che l’Unione europea dovrà prendere mesi sulla politica agricola comunitaria. Ci aspettiamo che siano coerenti con le preoccupazioni della Cop26, dando seguito all’impegno a favorire un modello di agricoltura resiliente al clima come quella biologica».

 

«PIÙ RISORSE NEL PNRR PER IL BIOLOGICO»

«PIÙ RISORSE NEL PNRR PER IL BIOLOGICO»

Le richieste della filiera nel corso dell’evento di apertura di B/Open incentrato sul tema: «PNRR, filiera agroalimentare sostenibile e biologico: politiche e strategie di sviluppo»

«Il biologico è uno dei driver principali per la transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità».

«Il settore deve diventare protagonista del piano nazionale di ripresa e resilienza, accompagnato da risorse e progetti specifici e sostenuto da innovazione e ricerca».

Il ruolo imprescindibile del bio

Sono alcuni degli spunti presi dagli interventi dei relatori protagonisti del convegno “PNRR, filiera agroalimentare sostenibile e biologico: politiche e strategie di sviluppo”, evento di apertura del B/Open di Verona, la prima fiera B2B dedicata al comparto.

L’evento puntava a mettere in evidenza il ruolo imprescindibile del bio nella sfida della sostenibilità lanciata dal Pnrr. Dopo i saluti introduttivi di Maurizio Danese, Presidente di Veronafiere Spa e lo speech di apertura di Stefano Vaccari, Direttore generale CREA su «Il ruolo dell’agricoltura all’interno del PNRR: quali opportunità per il settore del biologico», sul palco si sono succeduti gli interventi della filiera rappresentata da Riccardo Cozzo di Assocertbio, Giuseppe Romano (Aiab), Carlo Triarico (Agricoltura Biodinamica); Enrico Amico (Demeter Italia); Maria Grazia Mammuccini (FederBio), Maria Letizia Gardoni (Coldiretti); Dino Scanavino (Cia-Agricoltori Italiani); Franco Verrascina (Copagri) Francesco Torriani (Coordinatore del settore biologico dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari).

Biodistretti, Op e interprofessione

Durante l’incontro è emersa l’importanza di puntare su: valorizzazione e promozione del bio Made in Italy sui mercati esteri, distretti biologici e strumenti di aggregazione, in primis OP e OI (organizzazioni di produttori e interprofessione, ndr), istituzione di un marchio bio italiano, ma anche ad un maggiore riequilibrio tra domanda e offerta di prodotti bio.

Battistoni (sottosegretario Mipaaf): «La transizione ecologica passa dal bio»

«Tra gli strumenti – ha riferito Francesco Battistoni, Sottosegretario alle Politiche Agricole concludendo l’evento –   per rispondere alle richieste di maggiore sostenibilità provenienti dall’Europa, quello più affidabile per il nostro Paese è quello del biologico».

«Siamo infatti fra i primi sia come superficie coltivata che sull’export. Abbiamo l’obiettivo di raggiungere una quota di superficie del 25% entro il 2030 ed è mantenendo questi obiettivi che daremo la nostra risposta alla richiesta di transizione ecologica presente nel Pnrr».

(Fonte Terra e Vita e Ansa)

ALCE NERO, UNA NEWCO PER I MENU BIO DEGLI ALBERGHI

ALCE NERO, UNA NEWCO PER I MENU BIO DEGLI ALBERGHI

Il marchio bolognese entra nel mercato del “Ready to eat”

Alce Nero, uno dei maggiori gruppi del biologico italiano, punta sulle strutture ricettive.

Il marchio bolognese ha creato infatti una newco, “Ristorazione Alce Nero” (Ran), che ha consentito l’apertura al mondo del catering e degli eventi.

Piatti pronti bio per alberghi e resort

La nuova società ha cominciato a fornire ad alberghi e resort piatti già pronti in atmosfera controllata, con le istruzioni necessarie per rigenerarli e prepararli a regola d’arte sul posto.

I piatti vengono elaborati dalla società di catering gourmet BioQitchen sulla base di prodotti Alce Nero. In tre mesi l’azienda bolognese, che così è diventata l’unica in Italia in grado di fornire menu biologici a strutture ricettive, ha consegnato circa 40mila pasti, forte di una capacità produttiva di 12mila al mese anche se l’intenzione è crescere ancora.

Un servizio innovativo

«Si tratta di un’importante innovazione, sia per Alce Nero che per il mercato – spiega Stefano Pratesi, project manager di Ran -. Attualmente Alce Nero è l’unica realtà italiana in grado di poter offrire un servizio del genere, che unisce l’alta qualità alla filosofia bio che ispira da sempre la nostra azienda, consentendo inoltre concrete possibilità di risparmio per gli operatori che non hanno nella cucina il proprio core business ma non vogliono rinunciare a un’offerta di alta qualità».

(fonte Ansa)

CEREALI, FARINE E SNACK BIO, IN NORD AMERICA È UN BUSINESS DA GIGANTI

CEREALI, FARINE E SNACK BIO, IN NORD AMERICA È UN BUSINESS DA GIGANTI

Nature’s Path, marchio leader per i derivati dai cereali bio, acquisisce la quota di maggioranza del “mulino bianco” biologico canadese Anita’s organic mill

Il più grande produttore di cereali e snack biologici acquista uno dei marchi più ricercati dai consumatori “green” nord americani. L’accordo infatti con Nature’s Path, dal 1985 uno dei protagonisti dell’avanzata del mercato dei prodotti senza trattamenti (e senza Ogm) tra gli scaffali degli store americani e canadesi, è destinato a far compiere un salto di qualità al marchio Anita’s organic mill, con sede a  Chilliwack, nella Columbia canadese.

Un mercato in espansione

Nature’s Path è diventato in 35 anni un vero gigante nel mercato degli alimenti bio e ha annunciato questa settimana di aver acquisito una partecipazione di maggioranza nel mulino di Chilliwack.

«Siamo clienti di Anita’s Organic Mill dal 2015 – afferma Arjan Stephens, direttore generale di Nature’s Path – e utilizziamo la loro farina in alcuni dei nostri prodotti più venduti, come i nostri cereali Heritage Flakes e Flax Plus».

L’alta qualità della linea di prodotti di Anita, così come il loro costante impegno per i prodotti biologici, non sono passati inosservati.

Verso una dimensione globale

«Amiamo i prodotti di Anita e non vediamo l’ora di portarli nelle cucine di tutto il mondo». Anita’s manterrà la propria identità aggiungendosi alla famiglia di marchi Nature’s Path tra cui Love Crunch, EnviroKidz e Que Pasa.

«Per 35 anni Nature’s Path è stato un pioniere nel mondo del cibo biologico – riconosce Taylor Gemmel, co-proprietario e presidente di Anita’s Organic Mill -. Anche se ormai è una storia di successo globale, non ha mai deviato dalla sua missione di sostenibilità».

La salvaguardia dei contratti di coltivazione

Anita’s Organic Mill, realtà fondata nel 1997, è già oggi uno dei produttori di farine biologiche più rispettati del Canada, con una vasta gamma di prodotti da forno biologici, un impianto di confezionamento al dettaglio e sfuso, e un panificio dove vengono svolte le prove di sviluppo per i nuovi prodotti. L’impegno sottoscritto con Nature’sPath precede la salvaguardia dei contratti di coltivazione in corso con gli agricoltori canadesi, per il rifornimento dei cereali macinati a pietra a Chilliwack.