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LA SVOLTA “GRÜNE” DELLA GERMANIA

LA SVOLTA “GRÜNE” DELLA GERMANIA

Angela Merkel dopo 16 anni lascia il testimone ad Olaf Scholz. Il nuovo cancelliere guida una coalizione “a semaforo” tenuta insieme da un forte impegno verso la transizione ecologica delle fonti energetiche e della produzione agroalimentare

Finisce l’era di Angela Merkel, inizia quella di Olaf Scholz. Dopo ben 16 anni la Germania cambia rotta. Il nuovo Cancelliere guida una coalizione definita “a semaforo” e composta da socialdemocratici (SD), verdi (Grüne) e liberali (FDP) che si presenta con una forte connotazione “verde”.

L’accordo di coalizione

Tra i punti chiave più caratterizzanti dell’accordo di coalizione (come riportano fonti Reuters) c’è infatti una forte accelerata alla transizione ecologica, con lo stop al carbone anticipato al 2030 (un precedente accordo tra Merkel e le associazioni degli industriali tedeschi aveva tracciato l’orizzonte al 2038); l’impegno a cessare l’uso di gas da fonti fossili per la generazione termica entro il 2040, tagliola ai nuovi veicoli con motore a combustione nel 2035. Da questi impegni il governo federale si aspetta un taglio di emissioni di gas serra del 65% entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2045, con un obiettivo intermedio dell’85-90% al 2040.

Steffi Lemke punta su biodiversità e riforestazione

A guidare questa transizione energetica sarà direttamente Scholz che ha affidato (come riporta Agrarheute.com) la politica climatica internazionale al Ministero degli Affari esteri e quella nazionale ed europea al ministero dell’Economia. Tramontata quindi l’ipotesi di un mega Ministero dell’Ambiente, ma Steffi Lemke, laureata in Agraria, membro di spicco dei Verdi e ora al vertice di questo ministero, ha dichiarato in una recente intervista al Süddeutsche Zeitung di non voler derogare al suo impegno in favore della difesa del clima naturale. «Tutela della biodiversità e sequestro del carbonio – ha riferito – sono impegni inderogabili da raggiungere attraverso la riforestazione, il rispetto delle aree naturali e favorendo la carbon farming, ovvero modi di produrre e di fare agricoltura neutrali da punto di vista climatico».

Cem Özdemir sul biologico

Un’invasione di campo che non preoccupa, per ora, il collega neoministro Cem Özdemir, verde, vegano, pragmatico e primo rappresentante di origine turca a dirigere il dicastero agricolo tedesco.

Una carta d’identità che non preoccupa per ora le lobby agricole del Paese tedesco. Il programma tracciato da Özdemir prevede infatti l’espansione dell’agricoltura biologica oltre gli obiettivi del 15% entro il 2030 tracciato dalla Strategia Farm to fork; la significativa riduzione dell’uso di pesticidi; regole di etichettatura più severe sui metodi di produzione, senza però intraprendere campagne contro il consumo di carne, con enorme sollievo per un’attività agroindustriale che fattura, nel grande Paese tedesco, decine di miliardi di euro ogni anno.

BIO SUISSE COMPIE 40 ANNI

BIO SUISSE COMPIE 40 ANNI

Nata come organizzazione ombrello per la difesa del marchio del biologico svizzero contro gli abusi, oggi è una solida struttura che si occupa di normativa, consulenza e rappresentanza degli interessi del bio, per il quale rappresenta un punto di riferimento non solo per il Paese alpino. Tra i soci 33 associazioni e 7.450 aziende biologiche

Bio Suisse compie 40 anni. La principale organizzazione dell’agricoltura biologica in Svizzera è nata infatti alla fine del 1981, 11 anni prima che il bio venisse ufficialmente riconosciuto nell’Unione europea. Nella gara tra i pionieri del biologico europeo l’Associazione Suolo e Salute, da cui si è sviluppato il nostro organismo di certificazione, è in prima fila registrando all’anagrafe la data di nascita del 31 marzo 1969, ad opera del compianto professore Francesco Garofalo, docente di fitoiatria dell’Università di Torino.

Il nodo della protezione del nome

Due anni dopo nel Paese elvetico è stato affrontato un nodo decisivo. Nel 1971, mezzo secolo fa, la Cooperativa svizzera Terraviva chiese infatti per prima all’Ufficio federale di Sanità pubblica la protezione del termine “biologico” contro gli abusi. Una richiesta di protezione legale allora prematura, a cui l’autorità normativa svizzera rispose vietando l’indicazione “biologico” per gli alimenti.

I tempi diventarono più maturi nel 1981, quando cinque entità di riferimento come Biofarm Genossenschaft, Bio Romandie Progana, la Coop Bioterra, Demeter Svizzera e l’Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica FiBL fondarono, per l’appunto Bio Suisse, da allora organizzazione “ombrello” del biologico dello stato federale alpino, gestendo collettivamente le linee guida del marchio con la “gemma” che identifica le produzioni biologiche svizzere.

L’evoluzione della struttura

Allora la scheda tecnica che disciplinava la produzione di alimenti biologici era composta da sole 8 pagine, oggi salite a 348.

Oggi Bio Suisse rappresenta 33 organizzazioni dell’agricoltura biologica svizzera per un totale di 7.450 aziende biologiche. I numeri sono stati pubblicati in un recente approfondimento dal sito svizzero Die Grüne (leggi qui).

È gestita da un comitato direttivo composto da 7 membri eletti da 102 delegati in rappresentanza delle 33 organizzazioni. Presidente è Urs Brändli. L’ufficio di Basilea conta 82 dipendenti e i loro compiti comprendono:

  • l’ulteriore sviluppo delle linee guida;
  • la trasparenza e lo sviluppo del mercato, con compiti di riferimento nell’assicurazione della qualità;
  • l’esame delle domande di licenza.
  • la consulenza ai trasformatori e rivenditori autorizzati;
  • la rappresentanza degli interessi dei membri nei confronti del mercato e della politica.
SUL NEW YORK TIMES L’OLIO BIO ETNEO CERTIFICATO DA SUOLO E SALUTE

SUL NEW YORK TIMES L’OLIO BIO ETNEO CERTIFICATO DA SUOLO E SALUTE

Vincenzo Signorelli è un produttore di extravergini bio pregiati sulle pendici dell’Etna, certificato biologico da Suolo e Salute. Il suo intimo rapporto con un territorio unico viene descritto in un articolo sul quotidiano più autorevole al mondo. «Biologico e salutare sono punti di forza da valorizzare»

I ritmi e i sapori dell’olivicoltura siciliana conquistano le pagine di The New York Times, uno dei quotidiani più autorevoli a livello internazionale. Il merito è di Enzo Signorelli – fotoreporter, viaggiatore e olivicoltore bio nella sua azienda alle pendici dell’Etna – e un po’ anche di Suolo e Salute.

Ritorno a una terra difficile

La storia di Signorelli è infatti quella di un ritorno alla terra. Dieci anni fa ha lasciato la frenesia di Milano e la professione giornalistica per riscattare l’azienda di famiglia, una piccola proprietà di due ettari alle pendici dell’Etna con poco più un centinaio di alberi di olivo, molti dei quali secolari, nel territorio di Ragalna (Ct), uno dei comuni del parco dell’Etna, zona di eccellenza per le olive Dop Monte Etna. Un ambiente difficile da coltivare. «Gli alberi d’olivo – racconta-, alcuni maestosi, crescono tra le rocce laviche, circondati da una vegetazione selvaggia e lussureggiante, arroccati in luoghi non proprio accessibili». «Lavorare questa terra richiede molta fatica, senza contare i pericoli muovendosi tra rocce e antiche colate di lava ricoperte di muschi e licheni coloratissimi. Bisogna fare tutto a mano spostandosi a piedi e portando in spalla gli attrezzi necessari e l’acqua: una faticaccia».

Crescere attraverso il bio

Grazie al suo impegno gli ettari sono triplicati in 10 anni con altri due oliveti secolari nel comune di Santa Maria di Licodia, tutti tra 400 e 700 metri d’altitudine, sulle pendici sud occidentali del vulcano attivo più grande d’Europa (nel 2022 potrebbe toccare i 10 ettari, un’estensione ragguardevole in questo areale). L’olio prodotto ha raccolto premi importanti e i giornali internazionali si sono accorti di questa produzione di nicchia, certificata biologica e salutare e venduta come una reliquia anche negli States.

Tutti e quattro gli extravergini prodotti da Signorelli durante la campagna 2020-21 possono riportare infatti in etichetta il logo Health Claim, un riconoscimento concesso dal Reg 432/2012 agli oli Evo che contengono più di 250 mg/kg di polifenoli (quelli prodotti da Signorelli hanno raggiunto quest’anno punte di 861) riconoscendone l’importanza salutistica e nutrizionale.

Motivazioni etiche ed estetiche

La scelta del biologico è stata per Signorelli immediata, per motivi “etici ed estetici”. «Non faccio -spiega – alcun impiego di sostanze chimiche, fertilizzanti o altro. Rispetto la biodiversità, l’integrità dell’ambiente, la morfologia del suolo, l’equilibrio idrodinamico del terreno, tutti fattori determinanti per le qualità organolettiche e biochimiche dell’olio che produciamo».

Il rapporto con Suolo e Salute

Una scelta su cui ha inciso anche il rapporto consolidato di Signorelli con il nostro ente di certificazione. «Ho un rapporto di massima fiducia con Vincenzo Russo, referente di Suolo e Salute in Sicilia e con tutti gli ispettori di questo ente di certificazione e l’ho consigliato anche agli olivicoltori biologici vicini».

Una scelta che continua a premiare soprattutto nei mercati esteri, in Usa in particolare, dove il biologico è cresciuto notevolmente anche nel periodo del lockdown (ne abbiamo parlato già qui). «In Italia invece – puntualizza il produttore – pesa ultimamente un clima alterato da polemiche gratuite sul biologico».

In 10 anni Signorelli ha imparato a fronteggiare ogni possibile emergenza, compresa la mosca (Bactrocera olae), da cui si difende con trappole anche artigianali.

Durante l’ultima raccolta ha ospitato la giornalista Marta Giaccone che, assieme alla troupe di The New York Times, ha potuto raccontare sulle pagine del quotidiano statunitense l’avventura di una raccolta completamente manuale tra le rocce laviche, la molitura e la trasformazione in olio.

Dall’articolo traspare l’entusiasmo per lo stretto rapporto tra l’olivicoltore e un territorio unico e anche per il rispetto dei lavoratori nei confronti di un ambiente unico. Sia in oliveto che in frantoio.

Molitura ed estrazione a freddo

La molitura viene eseguita a freddo mediante estrazione in continuo, esclusivamente con mezzi meccanici, entro poche ore dalla raccolta per mantenere inalterate le caratteristiche delle olive. Sono stati impiegati macchinari di ultimissima generazione, a due fasi, presso due oleifici partner come i frantoi Cutrera e l’oleificio Consoli che rappresentano l’eccellenza delle aziende presenti sul territorio.

«Gli EVO appena estratti sono stati subito filtrati e conservati in silos di acciaio sotto argon/azoto a temperatura controllata».

L’imbottigliamento, esclusivamente in vetro, è stato programmato dopo un lungo periodo di “riposo” dell’olio per offrire al consumatore tutte le caratteristiche ottimali e il miglior equilibrio possibile tra le qualità organolettiche del prodotto.

Tre monovarietali e un blend di olive rare

Gli extravergine prodotti da Vincenzo Signorelli sono 4, tre monovarietali e un blend di olive:

  • Contrada Mancusi, Nocellara dell’Etna in purezza, Bio, Health Claim e Igp Sicilia. Un monocultivar profumato e deciso che proviene esclusivamente da un oliveto secolare tra i comuni di Santa Maria di Licodia e Ragalna, a 600 metri di quota sulle pendici dell’Etna. Ottime caratteristiche sensoriali con un grado di fruttato medio, sentori di carciofo, erba tagliata, amaro e piccante. Premiato come Grande Olio Slow nella Guida agli Extravergini 2021 di Slow Food, ha ottenuto 4 Gocce Bibenda 2021 di Fondazione Italiana Sommelier e riconoscimenti in Canada, Giappone, Regno Unito.
  • Contrada Difesa, antica proprietà Tomaselli Bio, IGP Sicilia Blend, Grand Cru 2020-2021 Health Claim. Ottenuto da olive Nocellara Etnea mescolate con piccole quantità di altre cultivar e varietà ormai rare. Blend ottenuto esclusivamente dalla mescolanza di olive (non di oli diversi) che provengono esclusivamente da un oliveto antico su suolo lavico, sempre nel territorio di Ragalna, a circa 400 metri s.l.m. Ottime le caratteristiche sensoriali con un grado di fruttato medio, sentori di carciofo, erba tagliata, pomodoro verde, amaro e piccante molto ben bilanciati. Premiato con le 5 Gocce Bibenda 2020 e 4 gocce 2021, terzo premio assoluto al Morgantìnon 2020, terzo premio assoluto al Morgantìnon 2020.
  • Foglie di Platino, Nocellara del Belice in purezza Bio, Igp Sicilia, Health Claim. Monocultivar profumato e di sapore deciso ottenuto da olive selezionate provenienti da un unico oliveto in regime di agricoltura biologica. Le aree prescelte sono costituite da alberi di impianto relativamente giovane, in aree ben esposte e ventilate della proprietà, situata in collina a circa 350 metri di quota in provincia di Agrigento. Extravergine di colore verde smeraldo ha ottime caratteristiche sensoriali con un grado di fruttato medio-alto, sentori di pomodoro e carciofo, erba, amaro e piccante. Premiato con le 5 Gocce Bibenda 2021, Grande Olio Slow nella Guida agli extravergini 2021 di Slow Food.
  • Foglie di Platino – Biancolilla Bio, IGP Sicilia. Monocultivar profumato e di sapore delicato ottenuto da olive selezionate provenienti da un unico oliveto in regime di agricoltura biologica. Le aree prescelte sono costituite da alberi di impianto relativamente giovane, in aree ben esposte e ventilate della proprietà, situata in collina a circa 350 metri di quota in provincia di Agrigento. La raccolta si è svolta in ottobre. Spiccate caratteristiche sensoriali con un grado di fruttato medio, sentori di carciofo, mandorla, pomodoro verde, amaro e piccante ben equilibrati. Miglior IGP Sicilia al Morgantìnon 2021, ha ottenuto 4 Gocce Bibenda 2021.
LATTE BIO, BRACCIO DI FERRO TRA ALLEVATORI E DANONE NEGLI STATES

LATTE BIO, BRACCIO DI FERRO TRA ALLEVATORI E DANONE NEGLI STATES

Allungati di sei mesi i contratti di fornitura con gli allevamenti di Horizon Organic. Boccata d’ossigeno per un settore in crisi anche oltre oceano per il calo dei consumi

Altri sei mesi di contratto. Una boccata di ossigeno per gli 89 allevamenti bovini bio da latte dello Stato di New York. In Italia gli allevatori hanno dovuto coinvolgere il Governo con l’allestimento di un tavolo di crisi per ottenere un aumento fino a 41 cent al litro, ma il comparto del latte attraversa una fase di crisi anche Oltreoceano.

Pressioni pubbliche e politiche

Horizon Organic è una società con sede ad Albany controllata interamente da Danone che commercializza latte bio e che aveva annunciato il taglio dei contratti in essere con gli allevatori per fare fronte al calo dei consumi di latte bovino.

L’intervento di alcuni politici un allungamento di ulteriori sei mesi, ovvero fino a febbraio 2023, per i contratti in essere con le 89 aziende lattiero casearie fornitrici di Horizon Organic.

Una decisione indotta da mesi di pressioni pubbliche e politiche. Gli allevatori sperano che la decisione rappresenti un primo passo positivo verso un maggiore fair play verso le piccole aziende agricole bio del Nord est americano. Danone ha annunciato di essere pronta a lavorare con il Governo Usa su soluzioni future ai problemi strutturali del settore zootecnico.

LIFE GREEN GRAPES, COME RIDURRE IL RAME NELLA DIFESA DELLA VITE

Antagonisti in vivaio, Dss e induttori di resistenza. I risultati di un progetto di ricerca coordinato dal Crea Viticoltura e Enologia mostrano come rispettare il vincolo dei 28 kg di rame ad ettaro per 7 anni

Il primo passo è la scelta di materiale vivaistico di qualità e quindi esente da malattie e vigoroso. Magari in vivai che si impegnino in pratiche agronomiche che prevedano l’impiego di microrganismi in grado di contrastare l’azione di fitopatogeni sulle giovani piantine in vivaio innestate. In particolare risulta interessante l’azione antagonista di Trichoderma contro possibili parassiti fungini e l’impiego di prodotti a base di micorrize per favorire l’assorbimento di acqua e nutrienti da parte dell’apparato radicale.

Sistemi di supporto alle decisioni

In vigneto occorre poi proseguire con un’accorta gestione agronomica e allestire strategie di difesa che facciano riferimento a Dss (sistemi di supporto alle decisioni) e induttori di resistenza. In questo modo è possibile adottare strategie di difesa razionali della vite che consentano di rispettare lo stringente vincolo di 28 kg/ha di rame metallo in 7 anni, che dal 2019 vale non solo per il bio ma anche per la viticoltura integrata

La presentazione dei risultati

Sono queste le conclusioni del progetto  Life Green Grapes, guidato dal Crea Viticoltura ed Enologia con la partnership dei centri Crea Agricoltura e Ambiente e Difesa e Certificazione, l’Università degli Studi di Firenze, Cyprus University of Technology, la Società Agricola F.lli Tagliente, il Consorzio Vititalia, la Società Agricola Beringer Blass Italia (titolare dell’azienda Castello di Gabbiano nel Chianti Classico) e l’Azienda Vivai F.lli Moroni.

Sono questi alcuni dei risultati del progetto di ricerca finanziato dai fondi Life dell’Unione europea presentati di recente a Firenze alla presenza dei rappresentanti dell’Unione europea e dei Ministeri delle Politiche Agricole e della Transizione Ecologica.

UN PROGETTO SUL BIOCONTROLLO CHE COINVOLGE CENTO IMPRESE AGRICOLE

UN PROGETTO SUL BIOCONTROLLO CHE COINVOLGE CENTO IMPRESE AGRICOLE

Transizione ecologica e digitale delle strategie di difesa fitosanitaria: Cia e Ibma Italia rafforzano una collaborazione con un progetto che mira alla diffusione delle strategie bio

Favorire la transizione ecologica e digitale della difesa. È questo l’obiettivo di un progetto lanciato da Cia-Agricoltori Italiani e Ibma Italia, l’associazione dei produttori di mezzi tecnici bio.

A Roma, in una conferenza congiunta, Dino Scanavino di Cia e Giacomo De Maio di Ibma, hanno rinnovato un progetto che, nel triennio dal 2022 al 2024, coinvolgerà 11 regioni (Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Molise, Campania, Calabria, Sicilia), 50 tecnici e 100 imprese agricole per la formazione attiva e l’attuazione in campo di innovative strategie di biocontrollo, spingendo allo stesso tempo sulla digitalizzazione dei processi produttivi.

Un sito web dedicato

Per trasferire al più ampio target possibile di utilizzatori la conoscenza delle tecniche di biocontrollo Cia e Ibma Italia hanno creato un sito web dedicato (https://biocontrollo.cia.it/). Uno strumento di trasferimento del know-how, di confronto, di scambio di esperienze, suddiviso in due sezioni: una parte pubblica, accessibile a tutti, con le informazioni e gli eventi sul tema; una parte privata, accessibile agli agricoltori e ai tecnici, con i materiali di supporto ai training (presentazioni, video lezioni, risposte a quesiti).