Analizzando in controluce i dati pubblicati dal Sinab, in una nota Confagricoltura pone l’attenzione su fatto che se da un lato la superficie totale coltivata a biologico è aumentata del 6,4% nel corso del 2012, al tempo stesso è diminuita della stessa percentuale la superficie in conversione. Un dato che pone una serie di interrogativi sulla tenuta effettiva, nel medio periodo, del settore. “Cosa induca le aziende agricole italiane a non puntare sul biologico è qualcosa che deve essere chiarito e che speriamo non sia legato esclusivamente alla diminuzione degli aiuti comunitari. Se così fosse, infatti, vorrebbe dire che il sistema del biologico italiano non e’ competitivo se non grazie ad interventi di sostegno economico”.
Un dato che effettivamente appare incongruo rispetto alle risposte che il mercato continua a dare al settore del biologico: “Eppure il bio tira, anche se – continua la nota Confagricoltura – il suo acquisto è limitato ad un’élite di italiani. Forse anche per questo il numero d’importatori e’ aumentato nel 2012 quasi del 30%, dato che conferma che la gran parte del biologico che gli italiani acquistano non e’ prodotto nel Bel Paese”. Aspettando i dati sull’export, Confagricoltura esorta l’intero comparto del biologico ad ampliare quanto più possibile l’accessibilità del bio: “è giunto il momento di uscire dalla cultura del nanismo e localismo, che pesa sul costo finale del prodotto, puntando all’aggregazione dell’offerta, rendendo così il biologico accessibile a tutte le fasce economiche delle famiglie italiane”.
Fonte: Agrapress