Dall’8 al 20% di agricoltura biologica entro il 2020. La coraggiosa sfida di Valencia

Valencia, la terza città della Spagna, si è da poco impegnata a destinare più del doppio della quota dei suoi terreni agricoli all’agricoltura biologica: dall’8 al 20% entro il 2020.

Un obiettivo coraggioso e una grande notizia per gli agricoltori, per gli amanti del cibo sano e per le api.

Stando a quanto afferma Luís  Ferreirim, un attivista promotore dell’agricoltura ecologica per Greenpeace Spagna, il governo di Valencia sta affrontando una delle sfide più coraggiose per rilanciare il settore agricolo, minacciato dall’invecchiamento della forza lavoro e dall’assenza di un passaggio generazionale.

In tempi così difficili, la conversione dei terreni all’agricoltura biologica rappresenta non solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità di sviluppo.

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Da un lato, infatti, la domanda di cibo biologico continua e crescere, grazie anche a una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori che vogliono fare scelte sostenibili, per l’ambiente e per la salute.

Dall’altro, molti agricoltori, stanchi di essere sfruttati dal sistema agricolo industriale, iniziano a toccare con mano i benefici di un sistema produttivo sostenibile, che consente loro non solo di avere del buon cibo, ma di stabilire un rapporto di fiducia con i consumatori.

Produttori, consumatori e ricercatori stanno contribuendo a portare la Spagna verso una rivoluzione alimentare e agricola. Ma tutto questo non basta, evidenzia Greenpeace: è necessario favorire la conversione dei terreni, quella stessa conversione ora abbracciata da Valencia.

Come tende a precisare l’organizzazione: “Se vogliamo affrontare le sfide importanti come il cambiamento climatico, l’inquinamento delle acque e la perdita di biodiversità e di fertilità del suolo – così come la fame nel mondo – dobbiamo investire nell’agricoltura ecologica e fissare alcuni obiettivi ambiziosi, da raggiungere il più presto possibile“.

E l’impegno preso dal governo di Valencia è quel passo ambizioso che va proprio nella direzione giusta. Innanzitutto, perché il piano di conversione è sostenuto da 23 milioni di euro che sono stati stanziati per realizzarlo. E in secondo luogo perché Valencia è la regione spagnola al terzo posto per l’uso di pesticidi per ettaro, e al secondo per l’uso di insetticidi. Tutti prodotti che causano terribili danni alle api e agli insetti impollinatori .

Fonti:

http://www.greenpeace.org/international/en/news/Blogs/makingwaves/food-for-life-organic-farming-bees-spain/blog/55493/

http://www.elmundo.es/comunidad-valenciana/2016/01/23/56a34c37e2704e07218b45e8.html

 

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