ECONOMIA CIRCOLARE: IL CASO VIRTUOSO DELL’ITALIA

Sempre più investigato e diffuso è il tema dell’economia circolare e il cambio di paradigma alla base  – quello del riutilizzo di materiali in successivi cicli produttivi -, che comporta. Ma se un modello già funzionante di questo tipo di economia, lo avessimo sotto il naso?

A suggerire questa idea è la Fondazione Symbola, nel rapporto intitolato: “L’Italia in 10 selfie. Un’economia a misura d’uomo per affrontare il futuro.”

Secondo i dati rilevati dalla Fondazione, l’Italia è il primo stato all’interno dell’Unione Europea per economia circolare, vale a dire il paese con la più alta percentuale di riciclo di rifiuti, che realizza con il 79,3 %, quasi il doppio della media generale europea. La Francia infatti è subito in coda con il 55,8 %, il Regno Unito lo segue con il 50,5, Spagna e Germania arrivano infine, con 43,5 e 42,7%.
Il risparmio annuale è notevole: pari a 23 mln di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 mln di CO2.

Il secondo selfie immortalato, trova l’Italia al primo posto anche per riduzione di rifiuti: 43,2 tonnellate per milione di euro prodotto. La media dell’Unione Europea è del 78,8 %, pensate.

Ma il quadro è ben più ampio, il Paese infatti risulta il più grande operatore nel settore delle rinnovabili, con Enel al primo posto nel mondo come operatore privato con 47GW di capacità gestita al terzo trimestre 2020 e impianti diffusi in tutti i continenti.

Il quarto selfie racconta di un Made in Italy sempre più di rilievo, perché legato a un’agricoltura connessa a un pensiero di sostenibilità. Sono oltre 432mila infatti, le imprese che tra il 2015 e il 2019 hanno investito in prodotti e tecnologie green e il 47% di queste hanno alla guida un imprenditore under 35.

Anche nelle esportazioni di prodotti di questo tipo, l’Italia si colloca al secondo posto dopo la Germania, grazie alle rigorose politiche ambientali, al numero di brevetti in questo senso depositati e alle basse emissioni di CO2.

Un altro dei selfie fermati e approfonditi nel rapporto di Symbola, è l’Italia e il Design: è difatti il Paese europeo con il più alto numero di imprese in questo settore, nello specifico il 15,5% del totale Ue. Per un totale di 34mila imprese, che offrono un mercato occupazionale a 64.551 lavoratori e alimentano un valore aggiunto superiore a 3 mld.

Al Design si affianca il settore nautico, legato alle barche da diporto e all’esportazione di mezzi di questo tipo. Il fatturato globale si aggira intorno ai 4,78 mld di euro e 23.510 addetti diretti; mentre il saldo commerciale ci trova leader, con più di 2,2 mld di dollari e tra i maggiori esportatori secondi solo ai Paesi Bassi.

Ma non è finita qui, perché il settimo selfie descritto tocca il ruolo del legno all’interno di questa economia circolare dall’impronta italiana.

Il 93% dei pannelli truciolati prodotti, infatti, è di legno riciclato: questo comporta la riduzione dell’emissione di CO2 vale a dire 26 kg equivalenti ogni mille euro di produzione, a fronte dei 43 tedeschi, dei 49 francesi, dei 79 britannici. L’industria italiana del legno da arredo è quindi prima in Europa per economia circolare.

E se ci confrontiamo sul fronte agricolo, non usciamo meno efficienti, in quanto a sostenibilità e azioni per perseguirla. La nazione ha infatti ridotto l’utilizzo di pesticidi del 20%, ha aumentato l’uso e la produzione di energie rinnovabili e ridotto i consumi d’acqua e inoltre emette un numero di CO2 (30 mln di tonnellate equivalenti), notevolmente inferiore a Paesi come Francia, Germania, Regno Unito, Spagna.

Dietro gli ultimi due selfie bussano il settore farmaceutico e l’esportazione delle biciclette. Al valore di 32,2 miliardi di euro infatti, ammonta la vendita di prodotti di questo tipo nel nostro paese, cifra che conferma il ruolo della leadership italiana in questo campo, grazie anche alla crescita delle esportazioni, cresciuta nel decennio 2009-2019 del 168%.

Per quanto concerne la vendita di biciclette, il mercato italiano risulta il primo in Europa. La vendita delle due ruote è superiore a quella del Portogallo, dei Paesi Bassi, della Germania e Romania. Per un 16,6% in contributo italiano all’export europeo e un valore complessivo nella vendita nazionale pari a 609 mln. Una filiera che al suo totale conta 3.128 imprese, generando un fatturato di 1,03 mld.

Un circolo economico virtuoso che identifica il ruolo strategico dell’Italia nel quadro di un’economia mondiale, che urge una ripartenza oltre che un sostanziale rinnovamento.

Da ricordare anche che l’Italia è uno dei paesi europei con la più ampia superficie agricola investita ad agricoltura biologica e uno dei più importanti produttori al mondo di prodotti bio.

Fonte: Avvenire

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