EMERGENZA IDRICA, IL BIOLOGICO È LA RISPOSTA

 Lo ribadisce Aiab che chiede di utilizzare i fondi Pnrr per cambiare i modelli di produzione e consumo per evitare gli sprechi delle risorse idriche nei campi

Dopo il prolungato periodo di siccità invernale molte zone d’Italia sono già alle prese con un’inedita emergenza idrica. Eppure il modo per contenere l’impronta idrica dell’agricoltura c’è e passa attraverso il biologico. Lo ribadisce Aiab, affermando che «Il nostro pensiero e la nostra vicinanza vanno ai produttori biologici italiani che, inascoltati e poco sostenuti dalla politica, mettono in campo da anni buone pratiche di resilienza, di riduzione dello spreco idrico nella gestione delle colture, degli allevamenti e delle filiere connesse».

Reagire al climate change

«Il periodo di lunga e prolungata siccità – spiega Giuseppe Romano, presidente di Aiab- ci obbliga a una riflessione sull’emergenza in atto, del cambiamento climatico e della insostenibilità, a livello globale, del nostro sistema di produzione». L’unica risposta, secondo l’Associazione, è cambiare modello di produzione e consumo e puntare sul biologico in modo più convinto, anche nei momenti difficili. E non certo l’aumento dell’uso della risorsa idrica accompagnato dall’uso crescente di concimi e pesticidi di sintesi, perché i suoli sono ormai desertificati.

Utilizzare al meglio i fondi Pnrr

«Sul fronte del risparmio dell’acqua e della sua tutela – spiega il presidente – l’Italia ha importanti strumenti strategici da utilizzare per orientare la transizione dei sistemi agricoli senza perdere occasioni preziose come è successo per gli ecoschemi della Pac». Anche sul Pnrr il potenziamento delle infrastrutture irrigue non può essere l’unica risposta, dobbiamo premiare chi agisce verso la riduzione dell’impronta idrica delle colture e dei sistemi produttivi». Non basta produrre, si deve dire come produrre e per Aiab l’agricoltura biologica è la risposta più convincente.

«Per tutelare l’acqua e le risorse naturali – conclude Romano – auspichiamo che lo Stato, con le misure agroclimatico ambientali e con il sostegno al bio, recuperi nel secondo pilastro quello che fino ad ora è stato disatteso».

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