Nella Val di Non c’è una forte tensione fra il Comitato Difesa della Salute e il Consorzio Melinda. La disputa si muove tutta sulle ultime dichiarazioni del direttore di Melinda Paolo Gerevini che sostiene “La produzione di mele bio non arriverà mai al 50%. E questo vale per tutta l’ortofrutta: da noi, in Italia e all’estero”. Un tema annoso portato alla ribalta dalla trasmissione “Mi manda Rai Tre” dello scorso 24 ottobre.
Il Comitato, al contrario, si batte per un aumento delle produzioni bio che ora si attesta solo al 4-5% del totale. Gli ambientalisti aggiungono: “Ricordiamo lo studio del professor Angeli della Libera Università di Bolzano, che vede i pesticidi come la causa della moria di api che si è registrata in Val di Sole. Lo spot pubblicitario di Melinda inizia proprio facendo vedere le api, impostando tutto sul rispetto ambientale e sulla qualità: una presa in giro per i consumatori e per quelli che, come noi, risiedono qui sul territorio”.
Dei 6700 ettari di Melinda, solo 310 ad oggi risultano biologici, il Comitato per la Difesa della Salute commenta così: “Il quadro pesticidi in Trentino non è affatto roseo. In questo 2020 abbiamo contato 37 trattamenti con fitofarmaci in Val di Non. Si parla di 70 kg di pesticidi per ettaro. Calcolando che parliamo di 7.000 ettari di terreno agricolo siamo di fronte a una cifra enorme: circa 500 tonnellate di pesticidi sui meleti”. Il Comitato continua a battersi ribadendo: “Al 50% di bio ci si può arrivare eccome. C’è molta strada da fare. La produzione bio in Trentino è ferma al 4,1%. Siamo ultimi in Italia per superficie ma primi per consumo di pesticidi. Ma cambiare si può. Basta volerlo”
Fonte: greenplanet.net