Se si raggiungesse il target del 25% di terreno agricolo biologico entro il 2030, le emissioni di gas serra si ridurrebbero del 15% nell’Unione Europea. Lo afferma Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, citando uno studio commissionato da Ifoam
«Raggiungere l’obiettivo del 25% di terreno agricolo biologico entro il 2030 consentirebbe di ridurre le emissioni di gas serra del 15% nell’Unione Europea».
La ricerca
Lo afferma sulle pagine di TerraNuova la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini. Il dato deriva dal rapporto Study on the environmental impacts of achieving 25% organic land by 2030 di Nicolas Lampkin e Katrin Padel.
Notevoli i benefici in termini di mitigazione dei cambiamenti climatici, riduzione dell’inquinamento da azoto e miglioramento della biodiversità . Lo studio evidenzia infatti che le emissioni di gas serra sarebbero ridotte fino a 68 milioni di tonnellate di CO2 l’anno con una diminuzione del 15% delle emissioni totali di gas serra dell’agricoltura dell’Ue, mentre la biodiversità̀ aumenterebbe del 30% sui terreni agricoli biologici rispetto a quelli convenzionali».
Meno concimi, meno emissioni
Sull’uso dei concimi azotati sintetici, la cui produzione rappresenta il 50% del consumo energetico nell’agricoltura dell’Ue, visto che gli agricoltori biologici non ne fanno uso, si potrebbero ridurre le emissioni di gas serra fino a 25 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Un grosso lascito per le generazioni future