47 miliardi di euro, a tanto ammontano le vendite di prodotti biologici registrate nel corso del 2011. A dichiararlo Gerald A. Herrmann, direttore dell’Organic Services di Monaco di Baviera, che ha presentato le statistiche più recenti nel corso dell’edizione appena conclusa del Biofach di Norimberga.
A guidare la classifica l’Europa, con 21 miliardi di euro di prodotti biologici venduti. Stessa cifra raggiunta complessivamente da Stati Uniti e Canada, mentre il mercato Asiatico si attesta a 2,5 miliardi di euro. A completare il quadro internazionale gli 800 milioni di euro dell’Australia e i 500 dei Paesi Arabi e dei paesi dell’America Latina.
Per quanto riguarda il vecchio continente, le analisi fornite da Herrmann rivelano che la costante crescita del biologico degli ultimi dieci anni è legata in particolare alla sempre maggiore presenza di prodotti biologici nella distribuzione convenzionale, anche se con differenze molto marcate da paese a paese.
In Svezia, per esempio, bel il 90% dei prodotti biologici è venduto attraverso canali convenzionali; dato simile anche per la Danimarca (80%), la Svizzera (77%), la Gran Bretagna (72%) e l’Austria (67,5%). La situazione cambia in maniera significativa in tre mercati molto significativi quali la Germania (che, ricordiamo, è il principale consumatore europeo di prodotti biologici), in cui “solo” il 49% del ventuo proviene dalla distribuzione convenzionale, la Francia (39%) e l’Italia (il 45%).
Dati che meglio si comprendono nella loro importanza analizzando anche i dati relativi al consumo pro-capite: riferendosi al 2010, i paesi al mondo in cui vengono consumati il maggior numero di prodotti bio sono nell’ordine Svizzera, Danimarca, Austria, Svezia, Germania, Stati Uniti, Canada e Francia.
In merito al mercato tedesco, il biologico nel 2012 ha rappresentato una quota di mercato pari a 7,04 miliardi di euro, con una crescita del 6% rispetto al 2011, che conferma un trend positivo già registrato tra il 2010 e il 2011 (+9%). Ogni anno, un cittadino tedesco ha speso in media 87 euro nel 2012, contro i 74 che spendeva nel 2010.
Come già ricordato in un altro articolo apparso sul nostro sito e sulla nostra newsletter (http://www.suoloesalute.it/?p=859) grazie ai dati elaborati dall’ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, e relativi proprio alla Germania, il paese rappresenta un importantissimo mercato per i prodotti biologici nostrani che però non è sfruttato fino in fondo, malgrado le cifre lascino presupporre un potenziale di crescita di mercato pari al 120%. Riprendendo quanto affermava il rapporto ICE, “in Italia si dovrebbe organizzare un punto di raccolta con un coordinamento centrale in cui confluiscono gli articoli di diversi produttori. Si dovrebbe nominare un referente per i clienti in Germania per la raccolta e il coordinamento delle richieste”. Un punto di vista condiviso dallo stesso Hermann secondo il quale l’Italia ha un potenziale notevole e assolutamente inespresso per quanto riguarda in particolare proprio il mercato tedesco.
Fonte: GreenPlanet, ICE