La crisi del mercato del lavoro, accentuata anche dalla attuale situazione di emergenza sanitaria, colpisce in modo particolare i giovani e soprattutto quelli delle Regioni del sud. Una risposta, non risolutiva a questo stato di cose, potrebbe arrivare da un ritorno all’agricoltura. Questa opportunità, condita dall’innovazione che molti giovani sanno mettere in quello che fanno, potrebbe essere una chance da cogliere soprattutto quando si guarda al biologico.
Il bio a sostegno delle nuove aziende
Il mercato del biologico è in crescita continua e costante, ed esaminando in dettaglio il rapporto annuale “Bio in cifre 2020” di ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), possiamo dire che questa fascia di mercato potrebbe garantire uno sviluppo più veloce e sicuro per un’azienda agricola.
Secondo Stundt.it “Questi ultimi numeri su volumi di vendita confermano l’accresciuta responsabilità e consapevolezza degli italiani della propria salute, ponendo maggiore attenzione alla prevenzione e mantenimento dell’equilibrio del corpo a cominciare dalla qualità dei nutrienti. In tavola cercano di evitare sostanze tossiche che possano indebolire il fisico come i solfiti e i pesticidi, al contempo hanno aumentato la richiesta di di integratori a base di vitamina C è del 237,8%, quelli per il benessere respiratorio del 75,2% e gli immunostimolanti del 64,5% già all’inizio dell’emergenza sanitaria”.
Lo sviluppo del Sud con il bio
La superficie bio è in continuo aumento in Italia, e per il sud troviamo la Sicilia fra i capofila di tutta Italia (370.622 ettari). Questo continuo sviluppo potrebbe fungere da volano per un territorio come il sud Italia martoriato dalla disoccupazione, che allo stesso tempo detiene una biodiversità e una tradizione produttiva di eccellenze alimentari che viene invidiata in tutto il mondo.
Fonte: restoalsud.it