Operatori e controlli: i dati tendenziali italiani relativi al 2022 presentati in anteprima da Assocertbio a B/Open danno segnali di ripresa, ma il ritmo è ancora insufficiente per rispettare gli obiettivi della Farm to Fork. Le proposte per evitare l’impasse
Segnali positivi per il comparto del biologico da B/Open. La kermesse dedicata al biologico certificato, ospitata per la prima volta all’interno del salone Sol&Agrifood, in concomitanza con Vinitaly, ha infatti esordito con il workshop “La crescita del biologico e i consumi fuori casa: sinergie per la sostenibilità”.
Durante l’incontro il presidente Riccardo Cozzo ha presentato i dati tendenziali relativi al 2022 elaborati da Assocertbio.
Il polso della situazione nei dati Assocertbio
La base sociale dell’Associazione nazionale degli Organismi di Controllo e Certificazione del Biologico, di cui Suolo e Salute è membro fondatore, è attualmente composta da 13 Organismi di controllo, che rappresentano il 94% del totale del settore.
Gli operatori certificati dei membri di Assocertibio sono stati 86.277 nel 2022, di cui 63.566 produttori esclusivi, 12.888 produttori/preparatori; 9.290 preparatori esclusivi e 533 importatori. I controlli totali sono stati 108.852; 13.150 le visite in loco non annunciate; 7864 i campionamenti.
I numeri
La proiezione di questo importante campione sul totale dell’universo bio italiano spinge a stimare un totale di:
- 784 operatori presenti in Italia nel 2022,
- con una crescita rispetto all’anno precedente di 5.640 unità;
- che in percentuale rappresenta una crescita del 6,55%.
L’incremento maggiore è quello dei produttori esclusivi (+8,29%); mentre i preparatori rimangono pressochè stazionari (+1,7%).
Superfici ancora insufficienti per l’obiettivo
L’incremento di superficie stimato è però contenuto al 4,31% di sau bio. Si tratta di un incremento decisamente superiore rispetto a quello registrato nel 2021, ma secondo Cozzo ancora insufficiente e rispettare gli impegni dichiarati dal nostro paese di anticipare di tre anni il target del 25% fissato dalla Farm To Fork. Con questo ritmo di crescita a dicembre 2027 mancherebbero infatti ancora circa 300mila ettari per centrare l’obiettivo.
Effetto concentrazione
Anche perché, a pesare sulle performance del settore, incide la tendenza alla fuoriuscita dal sistema delle aziende più piccole. «Si assiste – commenta Cozzo – ad una concentrazione del bio, con una crescita della quota di operatori controllati con superfici oltre i 15 ettari (pari oggi al 27%, mentre l’anno scorso erano fermi al 25%) e alla stabilità delle realtà oltre i 50 ettari (26%)».
Il peso di una burocrazia eccessiva
Calano invece gli operatori con superfici aziendali inferiori ai 15 ettari (dal 49 al 47% del campione in un solo anno). È il presumibile effetto delle crisi internazionali ma soprattutto di un peso burocratico che incide particolarmente sulle realtà meno strutturate.
Secondo Cozzo, «la revisione del Dlgs 20/2018 e i Decreti attuativi previsti dalla legge nazionale sull’agricoltura biologica possono quindi rappresentare non solo una opportunità per un miglioramento dell’efficienza del Sistema di Controllo e Vigilanza, ma anche l’occasione per individuare azioni di semplificazione per ridurre un carico burocratico che frena l’ingresso (e la permanenza) di operatori nel Sistema». «Una tendenza su cui incide anche la stretta dell’apparato sanzionatorio previsto sempre dal Dlgs 20/2018».
Il Governo sta elaborando uno specifico Piano d’azione in favore del settore del biologico. «Può essere l’opportunità – conclude Cozzo – per individuare delle strategie atte ad aumentare i consumi di ingredienti e prodotti biologici nel nostro Paese (vedi articolo precedente riguardo ai consumi fiori casa), ma anche per mettere in atto degli strumenti utili ad innalzare i tassi di crescita e rendere meno lontani gli obiettivi del 25% della Sau bio».