La Scuola di agraria dell’Università di Firenze, ha pubblicato uno studio sulla diffusione dei contagi in base al tipo di agricoltura praticata, prendendo in esame quattro tipologie di aree coltivate.
“Considerato il dato medio nazionale della diffusione del coronavirus, pari a 47 casi ogni 100 kmq, nelle aree ad agricoltura intensiva l’intensità del contagio sale a 94 casi ogni 100 kmq, mentre nelle aree ad agricoltura non intensiva il dato scende a 32 casi ogni 100 kmq” spiega Mauro Agnoletti, coordinatore del gruppo di ricerca dell’ateneo toscano.
“Nelle aree della Pianura Padana ad agricoltura intensiva si registrano 138 casi ogni 100 kmq, mentre in quelle ad agricoltura non intensiva la media scende a 90 casi ogni 100 kmq. Mentre le aree a media e bassa intensità energetica, dove sono concentrate il 68% delle superfici protette italiane, sono invece meno colpite dal coronavirus SARS-CoV-2. Queste aree sono distribuite soprattutto nelle zone medio collinari, montane alpine e appenniniche, caratterizzate da risorse paesaggistiche, naturalistiche ma anche culturali, storiche e produzioni tipiche legate a criteri qualitativi più che quantitativi”, rivela lo studio.
Soffermandoci ad analizzare i dati raccolti dall’Università di Firenze, dall’aumento della consapevolezza di scegliere di rifornirsi dal rivenditore locale per salvaguardare la propria salute e scegliere di mangiare sano, se guardiamo al futuro, a cosa ci vuole per uscire dalla crisi economica e sociale che l’emergenza sanitaria ci sta imponendo, vediamo come l’agricoltura civica sia una possibile soluzione al problema.
Agricoltura civica intesa come un sistema di agricolture, cui concorrono strumenti di supporto reciproco tra agricoltori e consumatori, e stili di consumo consapevole, abbracciando tante anime della cosiddetta economia civile. A vario titolo vi rientrano, infatti, le cooperative agricole e i soggetti dell’agricoltura sociale o le esperienze di CSA (community-supported agricolture); ne sono un pilastro i gruppi di acquisto solidale (i GAS) e le reti che li alimentano.