Pini e abeti al Polo Nord? Non è fantascienza, ma la realtà prossima ventura. A sostenerlo, tra gli altri, l’ultimo studio coordinato dal Museum of Natural History di New York, apparso su Nature Climate Change, secondo il quale è da prevedersi una massiccia diffusione di alberi nella regione artica da qui al 2050. Lo studio giunge ad appena un paio di settimane dopo la pubblicazione, sulla stessa rivista, dei rilievi sulle temperature dell’ultimo trentennio e dei dati Nasa ottenuti dai satelliti che mostrano evidentemente il ritiro sempre più rapido dei ghiacci e l’ennesima evidenza del drammatico cambiamento climatico in atto. Per Ranga Myneni, ricercatrice presso l’Università di Boston, “il ghiaccio artico si sta assottigliando, la sua estensione si sta riducendo e le piante crescono di più”. Di fatto, se negli anni ’80 si poteva trovare vegetazione fino a 64° di latitudine nord, oggi è possibile farlo già a 57°. Fino ad ora, già nove milioni di chilometri quadrati hanno perso la loro tipica copertura bianca, con il risultato di riflettere molto meno la luce solare e, in un circolo vizioso, contribuire ulteriormente al global warming. Secondo gli esperti, da qui a 35 anni i boschi nella regione artica saranno più estesi del 50% rispetto ad oggi. “In aree prima coperte dalla tundra, oggi vediamo arbusti sempre più alti”, ribadisce Pieter Beck, co-autore dello studio. E non è certo un caso che il governo della Groenlandia abbia istituito una commissione apposita per studiarein che modo il cambiamento climatico possa aiutare gli agricoltori locali. E già spuntano le prime fragole made in Greenland…
Fonte: Repubblica