Un documento della Commissione Europea dal titolo “Importazioni UE di prodotti agroalimentari biologici”, rivela la diminuzione, seppur leggera, di questo tipo di importazioni, tra l’anno 2019 e l’anno 2020. Sicuramente la situazione pandemica a livello globale ha avuto un ruolo importante negli scambi commerciali nel corso del 2020.
Lo studio è stato pubblicato nel mese di giugno 2021, sul numero 18 di “EU Agrimarket briefs” e mette in evidenza come, sebbene il mercato dell’UE per i prodotti biologici sia cresciuto, le importazioni siano invece scese lievemente.
Nell’anno 2020, l’Unione Europea ha importato circa l’1,9% in meno di prodotti agroalimentari biologici, rispetto all’anno precedente.
Se scendiamo nel dettaglio del tipo di prodotti interessati, vediamo che frutta tropicale, riso, noci e spezie sono saliti nel numero di importazioni a 0,84 milioni di tonnellate, circa il 9% in più; così anche le importazioni di agrumi – aumentate del 31% – assieme a quelle di frutta bio; mentre i quantitativi di verdura e preparati, sono rimasti stabili.
Cereali, farina, zucchero e succhi di frutta biologici hanno registrato invece una diminuzione (nell’anno 2020) e accanto a loro, materie prime come oli vegetali e oleaginose, latte in polvere, burro, caffè in chicchi e cacao, hanno rappresentato in termini di volume, il 48% delle importazioni, mentre in termini di valore il 29%: una decrescita significativa se paragonata alle quantità dell’anno precedente.
Altri prodotti primari come yogurt, miele e alimenti a base di carne, sono di contro, cresciuti nella domanda, arrivando al 42% delle importazioni in termini di volume e al 53% in termini di valore.
Se allarghiamo lo sguardo alle altre nazioni, Paesi Bassi, Germania e Belgio si collocano tra i principali stati che hanno importato il maggior volume di prodotti bio nell’Unione Europea.
Nell’anno 2020 i Paesi Bassi hanno contato il 31% delle importazioni, la Germania il 18%, mentre il Belgio l’11%; si è infine affacciata in coda a questi paesi, la Francia, con una percentuale di importazioni del 10%.
Tra i principali paesi fornitori di prodotti bio per l’UE, compaiono: Ecuador, Repubblica Dominicana, Cina e Ucraina; registrando rispettivamente un volume di prodotti del 12, 9 e 8% (per le ultime due nazioni).
A seguire troviamo Perù, Turchia, India e Colombia, Brasile e Messico, con percentuali di fornitura di prodotti nettamente inferiori, ma che sommate all’azione dei primi quattro paesi extraeuropei, hanno rappresentato nel 2020 il 64% di tutte le importazioni.
Frutti tropicali biologici, noci e spezie sono arrivati maggiormente dall’Ecuador (35%), dalla Repubblica Dominicana (26%) e dal Perù (15%).
Per quanto riguarda le oleaginose, la provenienza include paesi come Cina, India e Ucraina.
Lo zucchero bio invece, ha raggiunto l’Europa dalla Colombia, in altri casi dal Brasile, dall’India o dal Paraguay.
Ultimo non per importanza: il riso biologico, che nel 2020 è “approdato” nell’UE, partendo da territori quali Pakistan (+54%), India (+36%), Thailandia (+23%) e Argentina (+41%) registrando una significativa crescita nel numero di importazioni.
Fonte: Sinab