La tecnologia diventa uno strumento sempre più essenziale per il mondo dell’agricoltura e dell’industria alimentare. Attraverso gli strumenti hi-tech, infatti, è possibile migliorare l’efficienza del settore e assicurare controlli e sicurezza al consumatore. L’Internet of Things, il web delle “cose”, è una delle frontiere più avanzate dell’innovazione tecnologica degli ultimi anni. In parole povere, si tratta di un sistema virtualmente in grado di collegare qualunque oggetto a Internet, in modo tale che le “cose” possano comunicare tra loro e inviare dati e report agli utilizzatori. Cioè a tutti noi.
Oggi, ricercatori, aziende ed esperti provano a sfruttare questa tecnologia innovativa anche nel mondo dell’agricoltura. Tutto parte da un progetto co-finanziato dall’Unione Europea denominato “The Internet of Food & Farm – IoF2020”.
Internet of Things e Agricoltura: un connubio possibile
Il progetto è partito il primo giorno di quest’anno, 1 gennaio 2017, e andrà avanti per 4 anni, fino al dicembre del 2020. L’obiettivo di IoF 2020 è di analizzare e incoraggiare un’implementazione su vasta scala delle tecnologie dell’Internet of Things nel settore europeo agroalimentare.
L’Unione Europea è co-finanziatrice del progetto, con un budget di 30 milioni di euro. Nella descrizione ufficiale, leggiamo che IoF intende «assicurare cibo sufficiente, sano e sicuro e rafforzare la competitività delle filiere dell’allevamento, agricole e della produzione alimentare in Europa».
Obiettivo secondario è di consolidare l’Europa nella sua posizione dominante nel mercato globale dell’Internet of Things. Una meta che sarà raggiunta attraverso la creazione di «un ecosistema simbiotico di allevatori, agricoltori, industria alimentare, fornitori di tecnologia e istituti di ricerca».
Sono 5 le aree specifiche d’intervento di IoF 2020:
- Raccolti
- Prodotti caseari
- Produzione della carne
- Ortaggi e verdure
- Frutta
IoF2020 e il mondo bio
Il 14% del budget totale sarà allocato nell’agricoltura biologica. Eduardo Cuoco, direttore di IFOAM UE, federazione che raccoglie produttori, esperti e appassionati del settore bio, ha commentato con favore l’iniziativa:
«Il nostro settore guarda con favore e apertura all’innovazione tecnologica fondata sui principi del biologico. IoF 2020 ci aiuterà a comprendere meglio le tecnologie più innovative, che offrono soluzioni nuove ai rilevanti problemi che nascono nel settore agroalimentare bio. In questo modo, sarà ulteriormente incoraggiata la crescita della filiera».
Dal progetto, IFOAM si aspetta in particolare il miglioramento delle tecnologie di diserbo biologiche e un’analisi più approfondita della qualità dei raccolti.
Internet of Things: un mercato da 900 milioni
La società di analisi di mercato McKinsey valuta in 900 milioni di dollari il mercato globale dell’Internet of Things (anno 2015). Le previsioni parlano inoltre di una crescita annua del 32,6% in media, da qui al 2020. Quando il progetto IoF giugnerà a conclusione, il mercato dovrebbe valere 3,7 miliardi di dollari.
Secondo le stime, i settori più forti dell’IoT, oggi e nel prossimo futuro, saranno le nuove tecnologie basate sui sensori e la raccolta di dati, con la conseguente analisi degli stessi.
FONTI:
http://cordis.europa.eu/project/rcn/206761_en.html
http://www.ifoam-eu.org/en/news/2017/01/16/internet-things-gets-closer-your-plate