Il vero prezzo del junk food non è rappresentato dal suo valore economico, conveniente solo all’apparenza.
Lo racconta Mark Bittman, giornalista e autore americano, che argomenta la riflessione nel suo libro dal titolo: “Animal, Vegetable, Junk: A history of food, from sustainable to suicidal”.
Cibo a buon mercato, di scarsa qualità, nato negli Stati Uniti ma ormai diffuso da anni in tutto il mondo, che sostiene e alimenta un sistema alimentare basato su agricoltura e allevamento intensivi, un sistema fortemente industrializzato.
Circa 84 milioni di persone in America, consuma un hamburger con patatine almeno una volta al giorno, in macchina o al negozio, il cibo rimane lo stesso: saturo di calorie, zuccheri, grassi, privo di vitamine o sostanze ricche dal punto di vista nutrizionale.
Un cibo immediato, facile da consumare così come da procacciare poiché subito disponibile. Dal costo fortemente ridotto per cui accessibile a tutti. Questi i vantaggi evidenti, ma a costo di quali svantaggi, all’apparenza invisibili?
Bittman lo definisce cibo ultra trasformato, un cibo impossibile da creare da soli, immaginato per risultare super invitante e attivare i centri di piacere del nostro cervello nonché la produzione di dopamina, co-responsabile dei meccanismi di quest’ultimo.
Ma la vera trasformazione, questo cibo la attua oltre che sul nostro sistema alimentare e ambientale, sul nostro corpo, sostiene il giornalista. La sanità pubblica lo conferma.
Il 21% del totale della spesa sanitaria americana è infatti rappresentato da malattie causate da una cattiva alimentazione: obesità, ipertensione, diabete, malattie di tipo cardiaco.
La proposta di Bittman? Mettere nelle condizioni le persone di acquistare cibo nutriente. Avviare investimenti dunque, in frutta, verdura e metodi per produrne di qualità.
Agricoltura sostenibile dunque, resa accessibile dall’attuazione al consumo dei prodotti. Agricoltura che implichi suoli sani, non trasformati, come il cibo che Bittman propone di combattere; che agevoli gli agricoltori nel loro lavoro fin dalle basi, bandendo pesticidi e antibiotici negli allevamenti. Per il miglioramento di un sistema di vita più salubre per chi si adopera dalla semina alla produzione, così come per chi consuma.
Fonte: Cambia la Terra