Dopo l’approvazione della Camera, lo scorso 19 marzo, al Senato, è iniziato l’esame per il disegno di legge sul biologico, le “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”.
Alcuni punti salienti trattati dal disegno di legge:
- Istituire un marchio biologico italiano che vada ad indicare i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana etichettati con “Biologico italiano”.
- Il Piano d’azione nazionale prevede interventi mirati a sviluppare la produzione biologica, favorendo la conversione al metodo bio delle imprese agricole, agroalimentari e dell’acquacoltura. Sostiene, poi, la formazione di forme associative e contrattuali per rafforzare l’organizzazione della filiera dei prodotti bio, incentiva il loro consumo tramite iniziative di informazione, formazione ed educazione e monitora l’andamento del settore.
- Istituire il Fondo per lo sviluppo della produzione bio, presso il Mipaaft.
- Istituire il Tavolo di filiera per i prodotti biologici.
- I Biodistretti sono tutti quei sistemi produttivi locali che presentano una forte inclinazione agricola e una significante produzione biologica. I distretti biologici si presentano come la collaborazione tra attività agricole ed altre attività economiche e per la presenza di aree paesaggistiche importanti. Attraverso un decreto ministeriale sono pianificati i requisiti per la costituzione dei distretti e sono definiti gli interventi per ridurre gli impatti su suolo, acque e atmosfera. I Biodistretti sono finalizzati a promuovere la formazione di gruppi di operatori per realizzare forme di certificazione di gruppo.
- Le organizzazioni interprofessionali, finalizzate al riordino delle relazioni contrattuali, coordinano le modalità di inserimento dei prodotti sul mercato e editano contratti per la vendita dei prodotti. Il Mipaaft, con un decreto, può riconoscerne solo una a livello nazionale o della stessa circoscrizione economica.
- Per gli agricoltori che producono le sementi biologiche iscritte al registro nazionale, il nuovo disegno di legge gli permette di venderle in ambito locale e procedere al libero scambio, mentre per chi produce sementi non iscritte a nessun registro, il ddl permette di venderle ad altri agricoltori in quantità limitata.
Fonte:
https://www.publicpolicy.it/senato-esame-proposta-agricoltura-bio-84004.html