A volte anche per le abitudini più consolidate abbiamo il dovere di domandarci quali siano gli effetti sull’ambiente. Difficile, probabilmente, domandare ai cinesi di abbandonare l’utilizzo delle tradizionali bacchette di legno utilizzate come posate, ma sembrano proprio queste le intenzioni del Governo cinese. Considerata la popolazione della superpotenza asiatica, è facile comprendere quanto possa risultare importante l’adozione di politiche di sostenibilità anche in un ambito come questo, a costo di infrangere i tabù della tradizione: la produzione di bacchette monouso infatti costa al pianeta la cifra-monstre di 20 milioni di alberi superiori ai 20 anni abbattuti ogni anno. Tanto per capirci, 260 volte Piazza Tienanmen.
Paese con uno dei ritmi di crescita più alti di tutto il mondo, già da qualche anno la Cina sta gradualmente virando verso il green. E, anticipando molte democrazie occidentali, da qualche tempo ha adottato provvedimenti significativi nella direzione della sostenibilità, come nel caso della tassa del 5% su bacchette e pavimenti in legno. Non a caso la Cina resta saldamente in cima all’elenco degli importatori mondiali di legname, con un consumo di essenze straniere triplicato in meno di 15 anni e giunto nel 2011 alla cifra record di 180 milioni di metri cubi, secondo le stime prodotte dall’Environmental Investigation Agency.
“Abbiamo bisogno di cambiare le nostre abitudini e incoraggiare le persone ad utilizzare le posate”, ha dichiarato durante la sessione annuale del parlamento in corso a Pechino il deputato cinese Bo Guangxin , che è anche presidente della Jilin Forestry Industry Group.
Una scelta lungimirante, incoraggiante e senza dubbio fondamentale per noi tutti dato che, come concludeva il rapporto dell’EIA,” il destino di gran parte delle foreste naturali del pianeta sia nelle mani della Cina”.
Fonte: Greenme