Antagonisti in vivaio, Dss e induttori di resistenza. I risultati di un progetto di ricerca coordinato dal Crea Viticoltura e Enologia mostrano come rispettare il vincolo dei 28 kg di rame ad ettaro per 7 anni
Il primo passo è la scelta di materiale vivaistico di qualità e quindi esente da malattie e vigoroso. Magari in vivai che si impegnino in pratiche agronomiche che prevedano l’impiego di microrganismi in grado di contrastare l’azione di fitopatogeni sulle giovani piantine in vivaio innestate. In particolare risulta interessante l’azione antagonista di Trichoderma contro possibili parassiti fungini e l’impiego di prodotti a base di micorrize per favorire l’assorbimento di acqua e nutrienti da parte dell’apparato radicale.
Sistemi di supporto alle decisioni
In vigneto occorre poi proseguire con un’accorta gestione agronomica e allestire strategie di difesa che facciano riferimento a Dss (sistemi di supporto alle decisioni) e induttori di resistenza. In questo modo è possibile adottare strategie di difesa razionali della vite che consentano di rispettare lo stringente vincolo di 28 kg/ha di rame metallo in 7 anni, che dal 2019 vale non solo per il bio ma anche per la viticoltura integrata
La presentazione dei risultati
Sono queste le conclusioni del progetto Life Green Grapes, guidato dal Crea Viticoltura ed Enologia con la partnership dei centri Crea Agricoltura e Ambiente e Difesa e Certificazione, l’Università degli Studi di Firenze, Cyprus University of Technology, la Società Agricola F.lli Tagliente, il Consorzio Vititalia, la Società Agricola Beringer Blass Italia (titolare dell’azienda Castello di Gabbiano nel Chianti Classico) e l’Azienda Vivai F.lli Moroni.
Sono questi alcuni dei risultati del progetto di ricerca finanziato dai fondi Life dell’Unione europea presentati di recente a Firenze alla presenza dei rappresentanti dell’Unione europea e dei Ministeri delle Politiche Agricole e della Transizione Ecologica.