L’agricoltura italiana si presenta con un insieme di realtà differenziate; in particolare, si caratterizza per un assetto produttivo dove le aziende cosiddette “moderne”, improntate all’efficienza ed alla elevata produttività, rappresentano sempre più una realtà minoritaria, mentre più rilevanti sono le piccole aziende attive sul territorio, soprattutto nelle aree marginali orientate al biologico e ad un’agricoltura in generale ad approccio ecosostenibile.
Il consumatore italiano, infatti, è molto più attento a quello che mangia, scegliendo sempre più prodotti biologici, scegliendo quindi alimenti di qualità, più salutari e ottenuti nel rispetto dell’ambiente.
Ecco che viene, così, valorizzato il Made in Italy, fattore di competitività delle realtà agricole locali, che contribuiscono al mantenimento del presidio del territorio e allo sviluppo delle aree montane e collinari. Un Made in Italy, quindi, ecologico, sostenibile e di alto valore sociale: parliamo di agricoltura biologica.
Nell’agricoltura biologica, in ambito europeo, hanno trovato il loro spazio piccoli agricoltori autonomi, cooperative di lavoratori e aziende familiari, che hanno voluto investire nella qualità della loro filiera produttiva e nel loro prodotto finale.
In Italia, l’agricoltura biologica sta conquistando uno spazio sempre maggiore. I terreni destinati all’agricoltura biologica nel nostro Paese raggiungono i 2 milioni di ettari, pari al 15,5% della superficie agricola utilizzata. Anche i consumi bio continuano a crescere: il fatturato degli acquisti domestici si attesta sui 3,5 miliardi, quello degli acquisti bio fuori casa sui 500 milioni, con una crescita del 5,3% rispetto al 2017. Nel 2018 21,4 milioni di famiglie hanno acquistato ameno una volta prodotti biologici – l’86% del totale; nel 2012 la percentuale si fermava al 53%.
Un’Italia che si muove verso una strada di qualità e di continuità, che sia in grado di conciliare prospettive occupazionali, sviluppo economico e tutela ambientale, innovazione e rispetto delle tradizioni territoriali, secondo un modello orientato all’innovazione tecnologica e alla ricerca applicata. Qui, intervengono le nuove generazioni: l’Italia è il primo Paese in Europa per numero di giovani in agricoltura, con 57.621 imprese nel 2018 guidate da under 35, in aumento del 4,1% rispetto all’anno precedente.
L’Italia è la nazione Ue con il maggior numero di startup innovative nel settore agricolo e si colloca al quarto posto nel mondo.