Si è concluso a Bruxelles il Consiglio Affari Generali imperniato sull’autorizzazione alla coltivazione del mais Pioneer 1507. 20 paesi si sono dichiarati contro l’autorizzazione, quattro gli astenuti e tre i favorevoli. A questo punto la palla passa alla Commissione Europea, chiamata ad esprimersi in merito. Contro la proposta di autorizzazione, rispetto alla quale il Commissario Europeo Borg ha espresso la propria posizione favorevole, si è invece apertamente dichiarato il Ministro italiano per gli affari europei Enzo Moavero, motivando la propria posizione in particolare con il fatto che la proposta “viola tre principi fondamentali” dell’Unione Europea, quelli di “precauzione, sussidiarietà e proporzionalità”. Moavero ha anche contestato le modalità con cui la questione è stata discussa, il cosiddetto sistema della comitatologia “assolutamente inammissibile e indigesto” per i cittadini europei. Netta la posizione delle diverse associazioni di categoria: secondo Coldiretti “sarebbe del tutto assurdo e contrario allo spirito comunitario un eventuale via libera della Commissione Europea e del commissario Borg alla coltivazione del mais OGM 1507 di fronte alla contrarietà della maggioranza dei paesi europei e dell’europarlamento, come pure di quasi due cittadini europei su tre”. “Sono rimasti solo cinque su ventisette paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) – prosegue la nota Coldiretti – a coltivare OGM nell’unione europea (…) “gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che e’ il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività’ e del Made in Italy”. Per la CIA “ancora una volta ci troviamo davanti all’assoluta mancanza di una linea di condotta coerente tra le istituzioni comunitarie sugli OGM. Ora la decisione passa alla Commissione Europea, che non può ignorare il fatto che 19 stati membri si sono espressi contro l’autorizzazione, compresa l’Italia. Comunque, su una materia così rilevante e che investe tutta la società, dagli agricoltori ai consumatori, non servono imposizioni ma vanno riconosciute e garantite la sovranità e l’autonomia dei singoli stati”. Posizione diversa invece quella del presidente Confragricoltura Guidi, secondo il quale “non tutto il mondo agricolo e’ contrario all’autorizzazione della coltivazione di mais OGM 1507. Non c’e’ mai stato uno studio scientifico – ha dichiarato Guidi – che abbia dimostrato danni per l’ambiente, l’agricoltura e l’uomo, ma solo dichiarazioni di principio. Serve apertura al dibattito, lasciando alla comunità scientifica le opportune valutazioni di merito. la base scientifica, in questo caso, e’ la base per qualsiasi confronto”. Parere opposto invece quello di Slow Food Italia, attraverso le parole del presidente Roberto Burdese, che pone l’accento sulla complessità dell’iter: “ancora una volta non si e’ raggiunta una posizione chiara a livello europeo, quindi il problema e’ solo rinviato. Se la commissione, che di fatto ha la responsabilità di assumere una decisione finale, ignorerà l’opinione pubblica e il parere del parlamento e della maggioranza del consiglio, sapremo perlomeno di trovarci di fronte a una contraddizione senza precedenti”.
Fonte: Agrapress