Riguardo gli effetti dell’ultima sessione plenaria di questa legislatura Strasburgo, nel corso della quale è stato approvato il testo consolidato di modifica della direttiva 2001/110/ce del consiglio concernente il miele, la Coldiretti in un comunicato esprime la propria preoccupazione per i rischi cui sarà esposto il consumatore. Secondo Coldiretti, infatti, dal momento che “nel miele in vendita nell’Unione Europea non e’ necessario indicare in etichetta la presenza di polline contaminato OGM, c’e’ ora il rischio concreto che venga venduto sul mercato miele con polline OGM senza nessuna indicazione in etichetta perché secondo il testo approvato il polline, essendo una componente naturale specifica del miele, non va considerato un ingrediente e di conseguenza non sarà mai necessario indicare in etichetta la presenza di polline OGM dal momento che rappresenta un valore inferiore alla soglia dello 0,9 per cento prevista dalla legislazione europea”. La Confederazione esprime la propria preoccupazione, in particolare in conseguenza del boom delle importazioni da paesi a rischio contaminazione, come la Cina che, stando a quanto dichiara il comunicato Coldiretti, “nel 2013 ha aumentato del 20 per cento le spedizioni ed e’ diventata addirittura secondo fornitore dell’Italia preceduta solo dall’Ungheria”. Per la Confederazione quella espressa dal PE è “una interpretazione che non rispecchia la sentenza della corte di giustizia, del 6 settembre 2011, secondo la quale il polline e’ un ingrediente del miele e quindi la presenza di OGM va indicata in etichetta”. “A preoccupare e’ il fatto che la coltivazione di un campo OGM è in grado di determinare la contaminazione del miele attraverso il trasporto del polline da parte delle api”. E se nel nostro paese il problema non sussiste in quanto è vietata la coltivazione di OGM e, conseguentemente, non vi sono rischi di contaminazione del miele, “un discorso diverso vale per il miele importato in ingenti quantità da paesi comunitari ed extracomunitari in cui sono diffuse le coltivazioni biotech come la Cina”. Secondo i dati Coldiretti, “l’Italia ha importato nel 2013 un quantitativo di miele addirittura superiore alla produzione nazionale per un totale di circa 18 milioni di chili di miele dei quali quasi la metà dall’Ungheria e oltre il 10 per cento dalla Cina ma anche da Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni OGM”.
Per essere sicuri, basta consultare con attenzione l’etichetta presente sul miele: “il miele prodotto sul territorio nazionale e’ riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti: la parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione ‘miscela di mieli originari della CE. Se invece proviene da paesi extracomunitari deve esserci la scritta ‘miscela di mieli non originari della CE’. Se infine , si tratta di un mix di diversi tipi di miele dovrà recare la dicitura ‘miscela di mieli originari e non originari della CE'”. Fonte: Agrapress