Grazie alla produzione di ossigeno, al prelievo di anidride carbonica atmosferica e al rilascio di vapore acqueo, le foreste di fatto costituiscono un elemento essenziale per il mantenimento degli equilibri su cui si basa l’intero sistema-Terra. Purtroppo, nel corso degli ultimi anni, le foreste primarie, ovvero quelle non intaccate dall’attività dell’uomo, costituiscono ad oggi poco più di un terzo dell’intera superficie forestale del pianeta, e solo negli ultimi anni sono andati perduti oltre 40 milioni di ettari. Considerando invece anche altre tipologie forestali, più o meno modificate dall’intervento umano, la loro superficie sale ad oltre 4 miliardi di ettari, pari ad una “disponibilità” teorica di circa 0,6 ettari per abitante.
Attualmente, sono Russia, Brasile, Canada, USA e Cina gli stati che ospitano le superfici forestali più importanti rispettivamente con 809, 520, 310, 304 e 207 milioni di ettari.
Continua, anche se con una flessione che apre qualche spiraglio di speranza per il futuro, la deforestazione del pianeta: solo negli ultimi dieci anni abbiamo perduto 13 milioni di ettari di foreste l’anno, 3 milioni in meno rispetto al decennio 1990/2000 ma pur sempre troppi. Aumentano invece le foreste (e gli alberi) piantati dall’uomo: oggi costituiscono circa il 7% dell’area totale forestale, per una superficie complessiva di 264 milioni di ettari. Tra il 2000 e il 2010, la superficie di foreste piantate è aumentata di circa 5 milioni di ettari all’anno,, soprattutto in seguito agli imponenti rimboschimenti effettuati in Cina.
Nel nostro paese, nell’ultimo ventennio il patrimonio forestale è cresciuto di circa 1,7 milioni di ettari, raggiungendo oltre 10 milioni e 400 mila ettari di superficie. In Italia attualmente crescono circa 12 miliardi di alberi che ricoprono un terzo dell’intero territorio nazionale, secondo quanto riportato dall’ultimo “Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di carbonio” del Corpo forestale dello Stato (Cfs), realizzato con la consulenza scientifica del Cra. Un patrimonio in grado di assorbire 1,2 miliardi di tonnellate di carbonio, pari a 4 miliardi di tonnellate di Co2, e che viene costantemente minacciato da incendi, fenomeni erosivi, piogge acide e dalla crescente presenza di specie alloctone (ovvero aliene, estranee alla nostra flora autoctona).Una minaccia particolarmente seria soprattutto nell’Italia meridionale e nelle isole, che mette a rischio intere formazioni forestali e l’enorme carico di biodiversità che esse custodiscono.
Fonte: AIOL