Lo scorso 1 ottobre, a soli due giorni dalla scadenza, l’Italia si è aggiunta agli altri Paesi europei che hanno formalmente notificato alla Commissione europea l’intenzione di mettere al bando le coltivazioni Ogm. In totale, sono 19 gli Stati membri che hanno deciso di bandire gli organismi geneticamente modificati dal proprio territorio: Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Slovenia, e Ungheria, mentre la Gran Bretagna ha presentato domanda per Scozia, Galles e Irlanda del nord ed il Belgio per la Vallonia.
Le richieste sono state inviate in attuazione della nuova Direttiva europea 2015/412 che consente agli Stati membri di decidere autonomamente di negare o meno gli Ogm.
“La nostra scelta – ha commentato il ministro Martina – guarda alle caratteristiche del modello agricolo italiano, che vince e si rafforza puntando sempre di più sulla qualità e sulla distintività. Abbiamo un patrimonio unico di biodiversità che rappresenta un valore non solo da tutelare, ma da promuovere“.
La notizia è stata accolta positivamente da Greenpeace e Coldiretti. Quest’ultima ha commentato che, ad oggi, le superfici seminate a transgenico nell’Unione europea non solo sono del tutto marginali rispetto al totale ma addirittura in calo nel 2014 con una diminuzione del 3%. Dati che confermano la crescente diffidenza nei confronti di questa tecnologia.
“Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy” ha commentato Andrea Moncalvo, presidente Coldiretti.
Queste, invece, le parole di Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia: “Adesso dobbiamo bloccare l’approvazione di nuovi Ogm e rivedere completamente il processo di valutazione dei rischi e di autorizzazione degli Ogm a livello europeo. È un impegno che il Commissario Juncker deve mantenere“.
A luglio 2014, ricorda Adnkronos, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker evidenziò come la Commissione non avrebbe dovuto andare contro la maggioranza dei Paesi Ue sulle colture Ogm, eppure non si è ancora pervenuti a una proposta di legge per realizzare questo obiettivo.
Già nel 2008, i ministri dell’Ambiente dell’UE avevano chiesto all’unanimità di rivedere la procedura di autorizzazione. Ad oggi, la Commissione non è ancora intervenuta in merito e le attuali valutazioni di rischio dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) continuano a ignorare lo spirito e la lettera di quanto previsto dalla Direttiva 2001/18, che prevede test approfonditi e indipendenti per gli Ogm.
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