Il Tribunale dell’UE con sentenza del 26 settembre 2013 ha dichiarato la Commissione Europea carente per non aver dato seguito ad una richiesta di coltivazione di OGM del 2001. Per queste regioni, la Commissione stessa il 6 novembre u.s. ha trasmesso la domanda di coltivazione al Consiglio dei Ministri dell’Unione, che dovrà pronunciarsi in merito. In merito l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha già espresso parere positivo per sei volte, nel 2005, 2006, 2008, 2011 e 2012.
Trattandosi di una domanda risalente al 2001 (quindi una procedura pre-Lisbona), se il Consiglio non sarà in grado di deliberare la Commissione avrà l’obbligo di rilasciare l’autorizzazione. Allo stesso tempo la Commissione ha avanzato la richiesta di avviare un dibattito in seno allo stesso Consiglio dei Ministri nel merito della cosiddetta “proposta sulla coltivazione”, che consentirebbe agli Stati membri di decidere se limitare o vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio per motivi che siano diversi dalla tutela contro i rischi per la salute e l’ambiente. Sulla vicenda, ha espresso il proprio parere il Commissario per la Salute Tonio Norg, secondo il quale “la sentenza del Tribunale in merito al mais 1507 conferma l’urgenza di conciliare norme di autorizzazione europee rigorose e certe in materia di coltivazione di OGM con la giusta considerazione dei contesti nazionali. Tre anni fa la Commissione ha presentato una proposta, largamente sostenuta sia dal Parlamento sia dal Consiglio, per superare l’attuale stallo riguardo al processo di autorizzazione. Sollecito pertanto gli Stati membri a adoperarsi per sostenere la proposta della Commissione, in modo che la Presidenza e il Consiglio possano giungere a un compromesso che consenta di far avanzare la proposta sulla coltivazione di OGM.”
Sulla questione è intervenuto anche il Ministro dell’Ambiente Orlando, secondo il quale “la proposta della Commissione Europea di lasciare ai paesi membri più autonomia sugli rafforza la posizione dell’Italia, contraria all’uso di prodotti transgenici nella sua agricoltura”. Secondo Orlando “l’italia ha un’agricoltura fatta di qualità, di colture biologiche, di prodotti apprezzati nel mondo, gli OGM invece sono produzioni massive, commodity per l’agroindustria multinazionale, e non sono convenienti per la crescita della green economy, che aiuta le imprese italiane a intercettare la ripresa”. “Per questo motivo – ha proseguito il Ministro – nelle scorse settimane ho scritto al Ministro De Girolamo, per ricordarle il divieto italiano alla coltivazione del granturco geneticamente modificato e le sanzioni. Ma soprattutto e’ urgente che si muovano le regioni, varando quelle ‘regole di coesistenza’ che difendano le produzioni tradizionali, uno dei valori dell’Italia nel mondo, dai nuovi prodotti transgenici.
Il Presidente della CIA Giuseppe Politi, intervenendo sulla proposta della Commissione, ha dichiarato che “ l’autorizzazione del mais biotech 1507 deve essere respinta, in quanto rappresenterebbe l’ennesima sconfitta per l’Europa, per i suoi cittadini, per i suoi produttori agricoli”. “Ancora una volta siamo davanti all’assoluta mancanza di una linea di condotta coerente tra le istituzioni comunitarie su questo particolare tema”, ha commentato Politi, secondo il quale “l’italia deve far sentire la sua voce per impedire la coltivazione di OGM sull’intero territorio nazionale, seguendo anche l’indicazione delle regioni che hanno espresso la loro completa contrarietà agli organismi geneticamente modificati”. “Il governo – ha concluso – deve al più presto procedere all’attivazione della clausola della salvaguardia”.
Fonte: Agrapress