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ORTOFRUTTA BIO, SPINGERE DI PIÙ SULLA PROMOZIONE

ORTOFRUTTA BIO, SPINGERE DI PIÙ SULLA PROMOZIONE

È l’auspicio di Francesco Torriani di Alleanza Cooperative. La quota dell’ortofrutta bio è infatti pari al 4% ma il potenziale è alto. All’ultima edizione di FruitLogistica, la fiera europea di riferimento del settore, un quarto degli espositori era infatti bio

L’incidenza del biologico sul comparto generale dell’ortofrutta è del 4%, con oltre 30 milioni di consumatori. Lo rileva l’Osservatorio Frutta e Verdura Bio di Nomisma nei dati presentati nell’ambito di Marca 2022, il Salone internazionale sui prodotti a marca del distributore che si è tenuta a Bologna.

La ricerca presentata a Marca

«È un dato – sostiene Francesco Torriani, Coordinatore Settore Biologico di Alleanza Cooperative Agroalimentari – che evidenzia le potenzialità di mercato che può ancora svilupparsi, creando grandi opportunità sia per la produzione che per la distribuzione».

La forte presenza anche a Berlino

Una potenzialità che emerge anche dalla forte partecipazione di espositori del mondo del biologico a Fruit Logistica, una delle maggiori fiere di riferimento di questo settore che si è tenuta a Berlino dal 5 all’8 aprile scorsi. E che quest’anno ha visto la partecipazione di 489 aziende tra produttori bio, biodinamico e con assortimento misto bio e convenzionale su un totale di 2022 espositori, praticamente un quarto del totale, stimolati dalla crescente domanda da parte delle catene della gdo di mezza Europa

L’equilibrio tra domanda e offerta

«L’Italia deve quindi – commenta Torriani – spingere di più su azioni promozionali che abbiano anche finalità commerciali e che sostengano i prodotti biologici, sia nei consumi domestici sia in quelli collettivi».

Secondo il coordinatore del bio di Alleanza delle Cooperative, In un quadro generale di politiche comunitarie e nazionali favorevoli al biologico, occorre mettere in atto delle azioni per fare in modo che la domanda dei prodotti biologici sia allineata all’offerta. «tutta la politica agricola europea è svincolata dagli aspetti legati al mercato: fin quando il biologico era una nicchia questo poteva andar bene, ora non più».

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