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L’agricoltura biologica e il suo contributo per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali

L’agricoltura biologica e il suo contributo per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali

È stato condotto uno studio sulla sostenibilità del metodo biologico e la sua capacità di contribuire allo sviluppo rurale, generando effetti positivi sull’ambiente, sulla società e sul sistema economico.

Lo sviluppo territoriale dell’agricoltura biologica è influenzato da numerosi fattori tra i quali gli incentivi comunitari erogati sotto forma di pagamenti agroambientali. Questi incentivi hanno l’obiettivo di compensare gli agricoltori biologici per i maggiori costi e il mancato guadagno del metodo biologico rispetto al convenzionale, tuttavia, da più̀ parti si sostiene che i pagamenti dovrebbero essere finalizzati a ripagare i beni e servizi di interesse collettivo che l’agricoltura biologica produce e che il mercato non è in grado di riconoscere. D’altra parte, l’attuale metodo di calcolo dei pagamenti non è in grado di valorizzare i benefici collettivi prodotti dalle attività biologiche per una serie di motivi, tra i quali:

  • è riferito alla scala regionale ed è pertanto una media di tipologie produttive aziendali e territoriali molto differenti;
  • molti dei benefici prodotti dal biologico non sono presi in considerazione, come, ad esempio, gli effetti positivi sulla fertilità dei terreni o sulla biodiversità agraria.

La conseguenza di queste ed altre limitazioni è che i pagamenti agro-ambientali non sono da soli in grado di stimolare uno sviluppo dell’agricoltura biologica coerente con le caratteristiche territoriali. Infatti, può̀ accadere che in aree in cui il metodo biologico può̀ contribuire a mitigare un problema ambientale, gli agricoltori non sono propensi a convertire le aziende in quanto il finanziamento non è sufficiente a compensare l’eventuale perdita di reddito rispetto alle coltivazioni convenzionali.

La rete rurale nazionale ha redatto un documento nel quale vengono presentate metodologie e strumentalizzazione in grado di fornire un contributo per una più incisiva azione pubblica finalizzata a migliorare l’efficacia dei pagamenti agroambientali.

Fonte: https://www.ruminantia.it/il-contributo-dellagricoltura-biologica-allo-sviluppo-sostenibile-delle-aree-rurali/

Azienda Vinicola Masari: verso il primo vino DOC bio d’Europa

Azienda Vinicola Masari: verso il primo vino DOC bio d’Europa

L’Azienda Vinicola Masari, certificata da Suolo e Salute, presenta il primo vino DOC Bio d’Europa.

I protagonisti di questo progetto sono Massimo Dal Lago e Arianna Tessari, i quali hanno unito la loro passione e le loro esperienze per recuperare la storia, la terra e la viticoltura della Valle d’Agno e nel 1998 hanno fatto nascere questa azienda.

“Il progetto di questi due giovani si proietta in quello che dovrà essere il futuro dell’agricoltura. Bravi e lungimiranti. La Regione è al loro fianco per accompagnarli in ogni forma possibile verso la realizzazione del loro sogno”, dichiara entusiasta il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, per la nascita del primo vino BIO.

“I protagonisti, Massimo Dal Lago e Arianna Tessari – aggiunge Zaia – hanno compiuto una scelta strategica, molto difficile, ma che costituisce il futuro del settore”.

“Ho avuto modo di vedere di persona il vigneto in questione ed è davvero un esempio di scuola, ma anche di passione. Mi auguro, e la Regione è e resta a disposizione di Massimo e Arianna con l’assistenza tecnica necessaria, che al più presto si possa arrivare anche all’approvazione governativa come biodistretto”, conclude il Presidente della Regione.

 

Fonte: http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/vino/2019/01/10/nasce-nel-vicentino-primo-vino-doc-bio-deuropa_f5fd8fb1-553a-41a8-9434-b2fa7b24a054.html

Il carrello dei consumatori svizzeri: il 9% è bio

Il carrello dei consumatori svizzeri: il 9% è bio

L’Ufficio Federale di Statistica (UST) ha dichiarato che il 9% delle spese delle economie domestiche viene fatto per alimenti bio.

Negli ultimi trent’anni l’agricoltura biologica ha acquisito sempre maggiore importanza: nel 1990, su 100 aziende agricole una era biologica, nel 2017 se ne contavano 13 su 100, per un totale di 6638, metà delle quali nelle regioni di montagna.

I principali prodotti bio che finiscono nei carrelli dei consumatori sono: leguminose, ortaggi e soia, oltre a carne e latte bovini che rappresentano più di un terzo del valore della produzione totale.

Restano, invece, legati all’agricoltura convenzionale: colza, mais, patate, cereali, suini, pollame e uova.

Perché i consumatori scelgono sempre più biologico?

In un’intervista, hanno dichiarato che la loro scelta è legata alla:

  • salute (30%);
  • protezione dell’ambiente (18%);
  • qualità (12%).

Fonte: https://www.tio.ch/svizzera/economia/1346442/un-alimento-su-10-nella-borsa-della-spesa-e-bio

Entro il 2025 la Sicilia sarà completamente biologica

Entro il 2025 la Sicilia sarà completamente biologica

Il gruppo parlamentare 5 Stelle ha presentato un disegno di legge dedicato alla difesa della salute, delle acque superficiali e sotterranee, del suolo e dell’agricoltura: abolizione dell’uso del glifosato e dei neonicotinoidi (sia in ambito agricolo che civile) e la conversione in biologico entro il 2025 di tutte le produzioni agricole siciliane.

Hanno partecipato in numerosi all’incontro sul futuro dell’agricoltura siciliana, dalle associazioni alle istituzioni, le università, dai rappresentanti dei consumatori alla “coalizione stop glifosato”. C’erano anche gli esponenti dell’agricoltura biologica, gli ambientalisti e gli apicoltori. Mancavano solo le associazioni degli agricoltori.

Il disegno di legge propone delle valide alternative economicamente sostenibili da presentare agli agricoltori convenzionali, senza imporre obblighi o divieti: i cambiamenti avvengono gradualmente e hanno bisogno della convenienza economica.

“È ormai conclamato che il glifosato è una sostanza nociva per la salute umana e l’ecosistema. Questa battaglia contro il glifosato si vince solo se al fianco dei cittadini, delle categorie produttive e delle associazioni, che da anni si occupano di questi temi, ci saranno le istituzioni. Serve un nuovo modello di produzione e un nuovo modello agricolo” ha dichiarato Valentina Palmeri, Movimento 5 Stelle.

A fine assemblea è stato siglato un documento tra tutti i partecipanti che hanno sancito il loro impegno a elaborare emendamenti e proposte necessarie per elaborare un documento che verrà poi sottoposto alla Presidenza dell’Ars, che provvederà poi a instituire un’apposita commissione.

Consorzio Terroir Marche: “I benefici del bio sono dimostrati a livello scientifico”

Consorzio Terroir Marche: “I benefici del bio sono dimostrati a livello scientifico”

Continuano gli attacchi all’agricoltura biologica e ai suoi numerosi benefici. Questa volta è il Consorzio Terroir Marche, l’associazione dei vignaioli biologici delle Marche, che risponde a questi numerosi attacchi.

“Non conosciamo le ragioni profonde di questi attacchi, forse a qualcuno dà fastidio il crescente successo dei prodotti agroalimentari bio (in Italia le vendite hanno segnato un +15% nel 2017e un +153% rispetto al 2008, mentre l’export del bio made in Italy vale quasi 2 miliardi grazie a un +408% rispetto al 2008 – Dati Nomisma). Possiamo anche ipotizzare una reazione del mondo del “biotech” alla bocciatura da parte della Corte di Giustizia Europea di tecniche come il genoma editing e la cisgenesi. Quel che è certo è che questi contributi sono pericolosi, a maggior ragione se provengono da personalità del mondo politico e accademico nei giorni della conferenza mondiale sul clima Cop24 in corso in Polonia, dove si discute di riscaldamento globale e futuro del pianeta” affermano i soci di Terroir Marche.

La ricerca scientifica, sottolinea il Consorzio, ha già dimostrato da anni che il metodo biologico è il più indicato ad affrontare i problemi del cambiamento climatico, del risparmio idrico e della fertilità del suolo.

Nel 2002, infatti, il giornalino della FAO “Organic agricolture, environment and food security” affermava che nei sistemi di agricoltura biologica:

  • Le emissioni di CO2 per ettaro sono inferiori del 48%, rispetto al 66% dell’agricoltura convenzionale;
  • Gli ecosistemi si adattano meglio agli effetti del cambiamento climatico, offrendo una soluzione per ridurre le emissioni dei gas serra agricoli;
  • I suoli riescono a contrastare il degrado del terreno, in quanto si presentano più resistenti allo stress idrico e alla perdita di nutrienti;
  • I prodotti mostrano un maggiore valore nutritivo, con maggiore conservazione di biodiversità.

Tra i numerosi attacchi, continuano quelli sull’uso del rame: “a questo proposito è bene fare chiarezza su alcuni punti. Prima di tutto il rame è utilizzato anche in agricoltura convenzionale, ma è solo in agricoltura biologica che viene assoggettato a limiti stringenti. La recente normativa europea ha ulteriormente ridotto i limiti di utilizzo del rame fino a 4 kg per ettaro all’anno. I vignaioli biodinamici già oggi hanno un limite di 3 Kg ed è innegabile che è nel settore della viticoltura naturale che si è sviluppata negli anni la maggior sensibilità verso una progressiva riduzione del rame”, risponde il Consorzio.

Una recente ricerca, ha infatti dimostrato che l’uso del rame in viticoltura non ha effetti tossici riscontrabili. Questo è dovuto principalmente dal fatto che i terreni, sui quali si pratica il metodo biologico, sono talmente ricchi di humus che riescono a immobilizzare il rame riducendone la tossicità. “Inoltre, come il ferro, anche il rame è un componente importante dei sistemi enzimatici del metabolismo respiratorio e della fotosintesi. Agisce sulla sintesi della lignina e sulla germinazione del polline, favorisce l’accrescimento apicale, aumenta la traspirazione ed è indispensabile nella formazione della clorofilla e dei complessi proteici che agiscono durante la fotosintesi. Eppure viene assimilato ai pesticidi di sintesi!”.

“Rigettiamo pertanto con forza il tentativo di equiparare convenzionale e biologico dal punto di vista dell’uso dei pesticidi e di ridurre il movimento biologico a nicchia di mercato che basa il suo successo solo su narrazioni rassicuranti o, peggio, a tendenza giovanilistica e radical chic. La viticoltura e l’agricoltura biologica sono un settore rilevante e trainante dell’agricoltura italiana e uno dei capisaldi della lotta al cambiamento climatico”.

 

Fonte: https://terraoggi.it/consorzio-terroir-marche-replica-agli-attacchi-sul-biologico-i-benefici-del-bio-sono-dimostrati-a-livello-scientifico/

La Terra grida: è ora di cambiare, cominciamo dall’agricoltura

La Terra grida: è ora di cambiare, cominciamo dall’agricoltura

Sabato 19 gennaio 2019, presso la Biblioteca San Giorgio a Pistoia, si terrà il convegno “La terra grida: è ora di cambiare, cominciamo dall’agricoltura”.

La comunità scientifica presenta una forte preoccupazione per la crisi ambientale che la terra sta vivendo: dai cambiamenti climatici alla contaminazione di aria, acqua, suolo, cibo ed ecosistemi.

La crisi ambientale è dovuta anche da un’attività agricola fondata su un modello industriale, che ha prodotto la perdita di biodiversità, della fertilità dei suoli, ha incrementato l’inquinamento mettendo a rischio la salute delle persone. La soluzione a questo problema non può essere più rimandata.

Il convegno offre ai interessati un’occasione di riflessione, informazione, analisi e confronto su ciò che può essere fatto per ovviare al problema.

Programma convegno

 

Fonte: https://www.der-malser-weg.com/wp-content/uploads/2019/01/20190104_RS01_La-Terra-Grida-Convegno-19.01.19.pdf