Pasta e riso: l’indicazione di origine in etichetta diventa obbligatoria.
Il Ministero per le politiche agricole rende nota l’approvazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di due decreti sui prodotti cerealicoli e risicoli. Al centro dei provvedimenti, la tutela degli alimenti Made in Italy.
L’approvazione è arrivata dopo una lunga crisi che ha interessato i due settori in Italia. Una crisi provocata soprattutto dal crollo dei prezzi, causato a sua volta dall’importazione massiccia di prodotti a dazio zero dai Paesi extra Ue, soprattutto nel comparto del riso.
Ma i provvedimenti hanno l’obiettivo di lanciare un messaggio chiaro anche ai consumatori. Un messaggio che punta su trasparenza e sicurezza delle materie prime utilizzate, fattori sempre più importanti nelle scelte di acquisto degli italiani. Come informa lo stesso Mipaaf, infatti, secondo una consultazione pubblica online svolta dallo stesso ministero, l’85% dei nostri connazionali “considera importante conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare”. All’indagine hanno partecipato 26mila cittadini.
Ecco cosa prevedono le nuove norme e come rispondono al bisogno di trasparenza emerso dal sondaggio.
Pasta e riso Made in Italy: 180 giorni per adeguarsi
I decreti pubblicati in Gazzetta Ufficiale, sono stati firmati da Maurizio Martina, Ministro dell’agricoltura, e da Carlo Calenda, Ministro dello sviluppo economico. Come accennato, i provvedimenti interministeriali introducono l’obbligo di indicazione dell’origine di riso e grano per la pasta in etichetta.
Dal momento della pubblicazione, avvenuta il 20 e 21 agosto, le aziende hanno 180 giorni di tempo per adeguarsi al nuovo sistema e smaltire etichette e confezioni già prodotto. Nello specifico, gli obblighi definitivi scatteranno quindi il 16 febbraio (riso) e il 17 febbraio (pasta).
Un periodo di transizione previsto anche per una normativa simile, applicata alle etichette dei prodotti lattiero-caseari ed entrata in vigore il 19 aprile scorso.
Sempre imitando la norma relativa al latte, la sperimentazione andrà avanti per due anni. Oppure, fin quando non vedrà piena attuazione l’articolo 26, paragrafo 3 del regolamento UE 1169/2011, che prevede l’indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza dell’ingrediente primario utilizzato negli alimenti. La normativa comunitaria risulta però disattesa: l’applicazione è infatti subordinata all’adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione Europea. Atti che, ad oggi, non sono stati emanati.
Pasta e Riso: i due decreti in dettaglio
Entrambi i decreti prevedono che le indicazioni di origine vadano apposte in etichetta “in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili”.
Esistono poi delle regole specifiche che contraddistinguono i due tipi di prodotti.
Grano e Pasta
Il decreto su grano e pasta Made in Italy prevede l’obbligo in etichetta delle seguenti diciture:
- Paese di coltivazione del grano
- Paese di molitura (macinazione del grano)
A seconda della provenienza, se le due fasi avvengono in più Paesi, potranno essere applicate le diciture:
- Paesi UE
- Paesi NON UE
- Paesi UE E NON UE
Se il grano duro utilizzato per la produzione di pasta è coltivato almeno per metà in un solo Paese – per esempio l’Italia – si potrà ricorrere alla dicitura “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.
Riso
Sono 3 invece le indicazioni di origine obbligatorie per le etichette del riso:
- Paese di coltivazione del riso
- Paese di lavorazione
- Paese di confezionamento
Nel caso in cui le 3 fasi avvengano in uno stesso Paese – ad esempio l’Italia – sarà possibile utilizzare la dicitura “Origine del riso: Italia”. In caso contrario, vanno applicate le 3 diciture previste anche per la pasta: UE, NON UE, UE E NON UE.
Martina: “Obiettivo: massima trasparenza”
A commentare la pubblicazione dei decreti, il ministro Martina:
«Da metà febbraio avremo finalmente etichette più trasparenti sull’origine di riso e grano per la pasta. È una scelta decisa compiuta insieme al Ministro Calenda, che anticipa la piena attuazione del regolamento europeo 1169 del 2011. Il nostro obiettivo è dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, rafforzando così la tutela dei produttori e dei rapporti di due filiere fondamentali per l’agroalimentare Made in Italy. Non rinunceremo a spingere ancora in Europa perché questi provvedimenti vengano presi per tutta l’Ue».
FONTI:
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11589
http://www.suoloesalute.it/riso-italiano-decreto-del-mipaaf-la-salvaguardia-del-comparto/
http://www.suoloesalute.it/latte-formaggio-origine-certa-le-nuove-etichette/