Fissati i nuovi criteri per identificare i cosiddetti “perturbatori endocrini” in agrofarmaci e biocidi.
Dopo mesi di attesa e polemiche e in netto ritardo rispetto ai tempi imposti dalla legislazione comunitaria, la Commissione europea ha finalmente stabilito e pubblicato i criteri scientifici che identificano le sostanze ritenute perturbatori endocrini, eventualmente presenti nei prodotti fitosanitari e nei prodotti biocidi adoperati nell’Ue.
Previste anche “una serie di iniziative per minimizzare l’esposizione ai perturbatori”. Nel breve termine si punterà su ricerca e cooperazione internazionale, nel medio termine sulla metodologia per i test e nel lungo termine, invece, sulla regolamentazione.
I criteri scientifici sostenuti dalla Commissione Ue si basano sulla definizione di “perturbatore endocrino” data dall’Oms.
È un perturbatore una sostanza che ha un effetto nocivo sulla salute di animali e uomini, ha una modalità di azione endocrina e se c’è un collegamento causale tra l’effetto nocivo e la modalità di azione.
L’identificazione sarà effettuata utilizzando tutte le rilevanti prove scientifiche, un approccio soppesato basato sulle prove e attuando una robusta valutazione sistematica.
Lo scorso 15 giugno, dunque, Bruxelles ha presentato due atti legislativi, che dovranno ora essere approvati da Consiglio e Parlamento.
Come ha sottolineato il Presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, “i perturbatori endocrini possono avere serie conseguenze sulla salute e sull’ambiente e anche se molte delle sostanze che li contengono sono state già vietate in seguito alle norme esistenti su pesticidi e biocidi, dobbiamo restare vigili. La Commissione è impegnata ad assicurare il più elevato livello di protezione della salute e dell’ambiente, motivo per cui oggi abbiamo presentato rigidi criteri per i perturbatori endocrini, basati sulla scienza, rendendo il sistema regolatorio Ue il primo al mondo a definirli“.
Per accelerare i tempi, la Commissione ha chiesto all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) di iniziare a verificare se singole sostanze autorizzate sospettate di essere interferenti endocrini, possano essere identificate come tali secondo i nuovi criteri previsti.
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