Si intitola: Parere del Copa-Cogeca su “Un piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica”, il documento stilato dalle associazioni degli agricoltori e delle cooperative agricole dell’Unione europea, a posteriori della presentazione nel mese di marzo, del Piano d’Azione europeo per il biologico.
Il testo, che analizza le prossime tappe del Piano suddivise nei tre assi strategici individuati, esprime il punto di vista di Copa e Cogeca, scendendo nel dettaglio di azioni e obiettivi alternativi concreti, che non solo tutelino il mondo agricolo, ma rendano raggiungibile l’obiettivo del 25% di superficie coltivata a bio entro il 2030, presentato all’interno della strategia “Dal produttore al consumatore”.
Tra i punti contemplati dal Piano d’Azione, è presente la questione su come stimolare la domanda e tuttavia garantire la fiducia dei consumatori.
Certamente attraverso una politica di promozione, rispondono Copa e Cogeca, anche al di là della propria quota di mercato. Di promozione dell’agricoltura biologica e del suo logo UE, facendo però attenzione a fare in modo che lo sviluppo del mercato europeo, riesca a gestire l’arrivo di una concorrenza in aumento da parte di prodotti extra europei.
La difficoltà di rifornimento di mangimi biologici europei, per quanto riguarda l’allevamento, è un altro nodo cruciale che impedisce la transizione. L’80% di tutti i panelli biologici importati, arriva infatti dalla Cina.
Se vogliamo supportare la conversione dal settore zootecnico convenzionale, a quello biologico, vi è la necessità – affermano le associazioni – di aumentare la produzione di mangimi proteici biologici in Europa e di garantirne la qualità. Questo ridurrebbe la dipendenza dell’UE dalle importazioni extracomunitarie oltre a favorire opportunità inedite e interessanti.
Al fine di tutelare la qualità, gli agricoltori devono poter fare affidamento sulle strumentazioni giuste, per proteggere le colture e gli stessi raccolti dai cambiamenti ambientali. Sarà dunque necessario, un incremento della ricerca in campo agricolo e dell’innovazione e un continuo aggiornamento in materia di sementi e di tecniche per la protezione delle piante.
Come sviluppare l’acquacoltura biologica, è un altro degli interrogativi a cui cercano di dare risposta le associazioni all’interno dello studio; poiché anche in questo settore, le importazioni di prodotti ittici da paesi extra europei sono molto significative. L’urgenza è quindi quella di ricevere, da parte dei legislatori, un sostegno chiaro, destinato ai piscicoltori biologici presenti in Europa.
Fonte: Sinab