Il documento che definisce le linee nazionali per la prossima Pac 2023-2027 deve essere consegnato a Bruxelles entro la fine dell’anno. Angelo Frascarelli, presidente di Ismea, descrive su Terra e Vita le scelte strategiche da compiere per una politica agricola che dovrà tra l’altro portare l’agricoltura biologica italiana al 25% di superficie
Corsa contro il tempo per la definizione del Piano strategico nazionale (Psn). Il ministero delle Politiche agricole è infatti chiamato, in poche settimane, entro il 31 dicembre 2021, a redigere il documento di indirizzo della politica agricola dei prossimi 6 anni. Il neopresidente di Ismea Angelo Frascarelli, in un intervento sul settimanale Terra e Vita descrive la frenesia con cui le istituzioni nazionali, le Regioni, le rappresentanze agricole e agroalimentari e gli agricoltori sono chiamati a questo appuntamento fondamentale per definire le linee nazionali di una politica agricola, lo ricordiamo, che dovrà realizzare anche l’obiettivo del 25% di superficie agricola biologica a livello nazionale.
Nove obiettivi da raggiungere
Il Psn (piano strategico nazionale) dovrà specificare come raggiungere i 9 obiettivi chiave definiti da Bruxelles per la futura Pac, vale a dire:
- garantire un reddito equo agli agricoltori;
- aumentare la competitività;
- riequilibrare la distribuzione del potere nella filiera alimentare;
- agire per contrastare i cambiamenti climatici;
- tutelare l’ambiente;
- salvaguardare il paesaggio e la biodiversità;
- sostenere il ricambio generazionale;
- sviluppare aree rurali dinamiche;
-
proteggere la qualità dell’alimentazione e della salute.
Dotazione e scelte da compiere
La dotazione a disposizione del nostro Paese è di circa 35,5 miliardi di euro dal 2023 al 2027 (7,1 mld di € annui).
Tra le scelte più importanti da compiere vi è quella di definire l’architettura del sostegno nei pagamenti diretti, che dovrà basarsi su: un sostegno di base che potrà assorbire dal 41 al 65% del budget (pari a 3,658 miliardi l’anno), un numero variabile di ecoschemi, tra cui quello per l’agricoltura biologica (che si spartiranno almeno il 25% delle risorse), il pagamento redistributivo con un minimo del 10% e almeno il 3% ai giovani agricoltori.
Decisioni importanti sono anche quelle relative al pagamento accoppiato, con una percentuale di sostegno che può arrivare al 13% (quasi sicura la destinazione di una percentuale rilevante di queste risorse alla zootecnia bovina da latte e da carne). Il Psn dovrà definire anche le Ocm (organizzazioni comuni di mercato), dove sono previsti interventi settoriali sui consueti ortofrutta, vitivinicolo, olio di oliva e apicoltura e forse anche zootecnia.
La decisione più difficile è però quella che riguarda la modalità di corresponsione degli aiuti del primo pilastro: se rimane il sistema dei titoli, allora occorrerà applicare obbligatoriamente la finora rimandata convergenza interna che scontenterà tutti quei settori finora beneficiari della quota maggiore di contributi.