Il ministro Patuanelli rispetta la scadenza del 31 dicembre. Ora la Commissione ha tempo fino a giugno per proporre eventuali modifiche. Confermata la cancellazione dell’ecoschema del bio, che potrà però beneficiare di un trasferimento di 90 milioni di euro al secondo pilastro
Il Mipaaf rispetta la scadenza del 31 dicembre 2021 e consegna il documento chiave della prossima Pac per la valutazione della Commissione europea. Sulle pagine di Terra e Vita Angelo Frascarelli, presidente di Ismea, spiega l’importanza di un documento chiave che definisce le scelte nazionali della politica agricola dei prossimi 5 anni (2023-2027), per 33,5 miliardi di euro, pari a 7 miliardi di euro/annui.
Riunioni frenetiche
I lavori per la scrittura del Psp (piano strategico per la Pac) hanno raggiunto un livello molto frenetico nelle ultime settimane del 2021, con moltissime riunioni tra Ministero, Regioni, organizzazioni agricole, organizzazioni del mondo cooperativo e portatori d’interesse (associazioni ambientaliste, rappresentanze dell’industria alimentare, ecc.).
I punti chiave
Alla fine, l’Italia è riuscita a rispettare l’obiettivo di inviare il Psp a Bruxelles entro la data del 31 dicembre 2021. Molte le scelte importanti per la programmazione 2023-2027: mantenimento dei titoli, cinque eco-schemi, pagamento ridistributivo fino a 14 ettari, pagamento accoppiato con le novità per agrumi e riso, nuova Ocm per le patate.
Il sacrificio del bio
Il biologico ha perso la battaglia per il suo inserimento nel primo pilastro. L’eco-schema del bio è stato infatti sacrificato nel corso delle discussioni con i portatori d’interesse. Come abbiamo anticipato su queste pagine (clicca qui per approfondire) Il Psp ha però previsto il trasferimento di risorse dal I al II pilastro, per importi pari a 90 milioni di euro annui per il sostegno all’agricoltura biologica, andando ad integrare le risorse del II pilastro.
La convergenza interna
Va inoltre tenuto conto del processo di convergenza interna dei titoli. I titoli rimarranno infatti differenziati sulla base del loro valore storico, ma l’Italia dovrà ridurre i titoli di valore elevato e finanziare l’innalzamento dei titoli di valore basso, attraverso tre criteri:
– una convergenza per avvicinare il valore dei titoli di valore basso al 85% del valore medio nazionale nel 2026, raggiungibile con 4 step crescenti (5%, 6%, 7%, 7%);
– un tetto ai titoli di 2.000 euro dal 2023;
– una diminuzione dei titoli di valore più elevato, applicando uno “stop loss” al 30%.
L’obiettivo finale del nuovo modello di sostegno della Pac è di avvicinare i valori dei pagamenti diretti ad ettaro.
La Commissione europea ha ora tempo fino a giugno per approvare il documento quadro italiano o per proporre aggiustamenti.