Una recente indagine della Commissione Europea, dal titolo “Opinioni degli europei riguardo alla costruzione del mercato unico dei prodotti verdi”, fa il punto sull’orientamento del consumatore europeo rispetto al mercato dei prodotti verdi. Stando ai dati del rapporto, la quasi totalità dei cittadini dell’Unione è effettivamente convinta del fatto che gli acquisti “green” possano recare effettivi benefici all’ambiente (l’89% degli intervistati), e una percentuale similare degli intervistati ritiene che l’efficacia di questi prodotti sia paragonabile a quelli “normali” (il 74% di chi ha risposto all’indagine”). Tra i cittadini europei, portoghesi, francesi, belgi e maltesi sono i più fiduciosi rispetto al fatto che i prodotti verdi siano effettivamente e concretamente meno dannosi per l’ambiente, mentre tedeschi, romeni e olandesi nutrono maggior perplessità.
Interessante anche la percezione e la considerazione espresse dai consumatori europei rispetto alle dichiarazioni dei produttori: solo poco più della metà dei cittadini interpellati ritengono affidabili le indicazioni fornite dalle aziende, sintomo questo di una certa diffidenza di fondo rispetto alle molte operazioni di “green washing” che sono fiorite negli ultimi anni sull’onda della crescente coscienza ambientale dei consumatori.
Anche sotto il profilo della garanzia dei prodotti, la richiesta dei consumatori è chiara: i due terzi degli europei si dichiara infatti disposta a pagare di più un prodotto che abbia una garanzia di cinque anni e ben il 92% dei potenziali acquirenti ritiene che dovrebbe essere riportata la durata di vita in un prodotto. Sfiduciata dai costi eccessivi, la metà dei cittadini oggetto dell’inchiesta hanno dichiarato che nell’ultimo anno hanno rinunciato a far riparare un prodotto per le spese troppo elevate che dovrebbero affrontare.
Prudenza anche nel caso specifico dei prodotti agroalimentari, dove il 45% degli intervistati considera poco sicuro consumare prodotti oltre la data di scadenza. Con molte sfumature: per i tre quarti degli inglesi e degli austriaci il consumo oltre la data riportata in etichetta non sembra particolarmente rischioso, mentre solo un romeno e un lituano su cinque farebbe altrettanto.
L’indagine della Commissione ha riguardato oltre 25.000 cittadini nei 28 stati membri dell’Unione, e ha riguardato diverse fasce sociali e demografiche.
Non aiuta di certo il fiorire di marchi e informazioni a volte in contraddizione tra loro, che rischiano seriamente di aggiungere confusione e disorientamento.Proprio per questo, all’interno della campagna di comunicazione “Costruire il mercato unico dei prodotti verdi” è stato lanciato un progetto pilota in cui i più importanti produttori del settore avranno l’obiettivo di elaborare nuove metodologie per misurare l’impatto ambientale dei loro prodotti, con l’obiettivo ultimo di aumentare la fiducia del consumatore, delle imprese stesse e degli investitori in un settore di mercato sempre più importante a livello globale.
Fonte: Corriere Ortofrutticolo – Mangia Bio