L’associazione, presente al Tavolo sul bio convocato dal sottosegretario D’Eramo, ha anche ribadito un secco no all’apertura alle nuove tecniche di manipolazione genetica nell’agricoltura biologica
«I temi che riguardano il settore del biologico sono tanti e tutti molto importanti, a cominciare dalla promozione del marchio Made in Italy per la qualificazione e la valorizzazione del prodotto italiano nel nostro Paese e all’estero».
Menù bilanciati nelle scuole
«Fondamentale, da questo punto di vista, anche condividere dei programmi di comunicazione coordinati, come possono essere ad esempio quelli nelle scuole per l’adozione di menu con frutta e verdura biologici». Aiab è stata tra i protagonisti della prima convocazione del tavolo politico di settore presso il Ministero di via XX Settembre e il presidente Giuseppe Romano spiega le priorità messe in fila dall’Associazione.
Tracciamento delle transazioni
«Abbiamo sollecitato – afferma – anche la creazione e la messa online di una banca dati delle transazioni, elemento fondamentale per riuscire a sburocratizzare e tracciare le movimentazioni del prodotto biologico».
No alle Nbt
«Abbiamo inoltre ribadito, trovando unanimità sul tavolo, il nostro secco no all’utilizzo di materiale propagativo proveniente da tecniche di evoluzione assistita (Nbt)».
La valorizzazione delle aree interne
«Al Sottosegretario – fa sapere ancora Aiab – abbiamo chiesto anche un tavolo di concertazione e di confronto con altri dipartimenti del Ministero che si occupano in particolare di Politiche Agricole perché c’è bisogno di un coordinamento che dal Piano di azione del Bio, di prossima pubblicazione, riesca a sostenere il lavoro delle Regioni, potendo così affrontare anche il temi come l’assistenza tecnica per le aziende agricole e la sburocratizzazione dei processi, che creano ad oggi un costo per tutta la filiera del bio». «Sosteniamo infine l’idea del sottosegretario D’Eramo di dare al bio un ruolo importante – conclude Romano – per il recupero, la valorizzazione e il miglioramento delle aree rurali e di montagna».