Ue: pronti a partire i 118 Psr validi per il periodo 2014-2020. Previsti per il rilancio del settore 99,6 miliardi di euro prelevati dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). A questi vanno ad aggiungersi altri 60,6 miliardi di euro cofinanziati dai fondi pubblici nazionali o regionali o da investimenti privati.
L’approvazione del Psr della Grecia, avvenuta lo scorso 11 dicembre, conclude l’iter europeo di selezione.
I programmi aiuteranno le zone e le comunità rurali europee a far fronte alle attuali sfide sul piano economico, ambientale e sociale, cogliendo le opportunità previste e rafforzando i punti di forza locali.
Nel commentare la conclusione di questa prima tappa, il commissario europeo all’Agricoltura Phil Hogan ha dichiarato: “Il programma di sviluppo rurale significa lavoro, crescita, investimenti e competitività per l’Europa rurale. L’obiettivo è mettere le zone e le comunità rurali in condizione di affrontare il vasto numero di sfide e di opportunità che le attendono nel XXI secolo sotto il profilo economico, sociale e ambientale. Grazie ad investimenti intelligenti e strategici, i PSR favoriranno il rinnovo generazionale e imprimeranno dinamismo all’economia rurale, alla società e all’ambiente. La XXI conferenza delle parti (COP 21) attualmente in corso a Parigi mette inevitabilmente in evidenza l’entità della sfida che il clima rappresenta: il programma di sviluppo rurale deve svolgere un ruolo importante nel contribuire ad affrontarla e a vincere“.
I piani per lo sviluppo rurale sono un pilastro fondamentale della politica agricola comune. Mettono a disposizione degli Stati membri un budget unionale da gestire a livello nazionale o regionale nell’ambito di programmi pluriennali cofinanziati.
Per coordinare le azioni in modo più efficiente e massimizzare le sinergie con gli altri fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE), ogni Stato membro firma un accordo di partenariato, che illustra a grandi linee la strategia per gli investimenti strutturali finanziati dall’UE.
Il territorio europeo è occupato per il 52% da regioni prevalentemente agricole. In queste aree vivono 112,1 milioni di persone. Le zone sono però profondamente diverse tra di loro. Per questo, la Commissione offre agli Stati membri maggiore flessibilità affinché il sostegno possa adattarsi alle specificità di ogni regione.
Gli Stati membri possono costituire programmi nazionali o regionali propri, basandosi su almeno quattro delle sei priorità comuni: conoscenza e innovazione, competitività, migliore organizzazione della filiera alimentare, tutela degli ecosistemi, efficienza delle risorse e inclusione sociale.
Le autorità polacche, ad esempio, hanno deciso di stanziare un terzo dei fondi del Psr per rafforzare la redditività e la competitività delle aziende agricole, offrendo sostegni agli investimenti per circa 200.000 aziende e più di 1 800 associazioni di produttori.
L’Austria ha assegnato il 71% del sostegno per migliorare la gestione delle risorse naturali e stimolare pratiche agricole sostenibili.
Il PSR irlandese sarà finalizzato soprattutto a ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura.
In Italia, il programma della Calabria contribuirà all’integrazione sociale e allo sviluppo economico nelle zone rurali grazie al miglioramento delle infrastrutture a banda larga per circa il 48% della popolazione agricola.
Fonti:
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-6283_it.htm