L’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel of Climate Change dell’autunno 2018 (Global Warming 1.5° C) obbliga tutti a riflettere sul contributo di ogni settore all’insostenibilità e sull’inaudita urgenza di un cambiamento.
Quale sarà il futuro dei sistemi alimentari? Ci troveremo in un mondo molto impoverito dal punto di vista delle specie e una produttività agricola in picchiata? Oppure ci allontaneremo dai combustibili fossili?
Raj Patel, docente e attivista indo-britannico, nel suo ultimo libro scrive che entro il 2050 sull’agricoltura si addosseranno i due terzi dei costi dei cambiamenti climatici: “il capitalismo agricolo è di fronte a un bivio, se prosegue così avremo meno specie nel mondo e una produttività agricola in picchiata.”
Il sistema agroalimentare si muove di pari passo con il cambiamento climatico: il manifestarsi di fenomeni di siccità, inondazioni, perdita di biodiversità e la destabilizzazione degli ecosistemi porterà ad una riduzione dei raccolti con l’inevitabile collasso del sistema agroalimentare.
Secondo l’ultimo rapporto di esperti dell’Onu, la produzione di alimenti animali occupa l’80% delle terre, provocando annualmente l’emissione di 7,1 giga tonnellate di gas serra (il 14,5% del totale) e secondo il trend attuale crescerà del 70% da qui al 2050.
Per il saggista, la soluzione sarebbe quella di adottare una dieta a bassa componente animale, priva di cibi ultra-trasformati, una dieta più sostenibile. Occorre un cambiamento forte e radicale per contrastare quello a cui stiamo assistendo.
Fonte: https://www.cambialaterra.it/2019/05/agricoltura-raj-patal-o-si-cambia-o-si-muore/