E’ stato presentato martedì scorso 3 dicembre il primo rapporto WWF sulla biodiversità in Italia e nel mondo, realizzato con il contributo della Società Italiana di Ecologia. L’immagine che scaturisce è quella di una Terra davvero “esausta”. Il nostro, recita il testo, è “un pianeta ricchissimo di vita, abitato da circa 5 milioni di specie animali e vegetali, con 18.000 nuove specie di piante e animali descritte ogni anno e 49 scoperte al giorno negli angoli più remoti del pianeta, a formare un sistema che supporta la vita, non solo della natura ma anche dell’uomo, insieme ai nostri sistemi economici e sociali.”. Ma il quadro attuale è davvero “drammatico (…) con un tasso di estinzione dovuto alle attività umane di 1.000 volte superiore al tasso di estinzione naturale, con popolazioni di vertebrati diminuite di un terzo negli ultimi quarant’anni, 21.286 specie a rischio estinzione su 71.576 considerate dall’Iucn, e un’ “impronta” fisica dell’uomo sul pianeta pari a quasi il 50% di tutte le terre emerse, con ormai solo un quarto della biosfera in una situazione ancora “selvatica”, quando nel 1700 più della metà della biosfera era in condizioni selvatiche e il 45% in uno stato seminaturale”. Proprio per questo il WWF con l’occasione lancia due appelli. Il primo alle istituzioni, “per dare finalmente valore al capitale naturale, in vista della Conferenza Nazionale sulla Biodiversità organizzata dal Ministero dell’Ambiente per l’11 e 12 dicembre”: 10 proposte concrete per proteggere la natura e renderla economicamente “visibile”. Il secondo invece direttamente dalla voce di Gianfranco Bologna, direttore scientifico Wwf Italia e curatore del rapporto, che chiede un’autentica, profonda e convinta svolta che coinvolta tutti i livelli della società, dalle stesse istituzioni ai singoli cittadini: «iIl mondo ha perseguito modelli di sviluppo basati sulla crescita continua che hanno intaccato drammaticamente il capitale naturale del pianeta, senza il quale non può esistere né benessere né sviluppo per l’intera umanità. Mettere “in conto” la natura è la nostra vera legge di stabilità. Alle istituzioni chiediamo di porre al centro dei sistemi politici ed economici il capitale naturale e gli straordinari servizi che gli ecosistemi ci offrono, gratuitamente, tutti i giorni, perché solo così potremo avere una politica sana che mira al benessere e allo sviluppo delle persone. Ai cittadini chiediamo di sostenere il nostro impegno quotidiano perché questo capitale naturale sia sempre al sicuro e vitale, a beneficio della natura e del nostro futuro sul pianeta».
Fonte: Greenplanet