RENDICONTARE LA SOSTENIBILITÀ

La direttiva europea n.2464/2022 sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting, CSRD) si applica anche in Italia, sulla base del decreto legislativo 6 settembre 2024 n. 125.

La CSRD stabilisce diversi obblighi di rendicontazione che devono essere inclusi in una sezione dedicata della relazione sulla gestione. Questi obblighi sono fondamentali per comprendere l’impatto dell’azienda sulle questioni di sostenibilità e come tali questioni influenzino le prestazioni, i risultati e la situazione generale dell’impresa.

In particolare, è necessario includere:

  • Una descrizione del modello di business e della strategia aziendale, utile a valutare la resilienza dell’impresa rispetto ai rischi di sostenibilità, alle opportunità, e ai piani finanziari e di investimento, oltre al rapporto con gli stakeholder e alle modalità di attuazione della strategia aziendale in relazione ai temi ESG, comprese le tempistiche.
  • Informazioni sul ruolo, le competenze e le capacità degli organi di amministrazione e controllo.
  • Dettagli sulle politiche aziendali riguardanti la sostenibilità e sugli incentivi legati ai temi ESG per i membri degli organi di amministrazione e controllo.
  • Descrizione delle procedure di due diligence e, se pertinente, riferimento alla Due Diligence Directive recentemente approvata dall’Unione Europea (CSDDD).
  • Identificazione dei principali impatti negativi, sia attuali che potenziali, legati alle attività dell’impresa e alla sua catena del valore, inclusa la catena di fornitura, oltre alle azioni adottate per prevenire, mitigare o risolvere tali impatti.
  • Analisi dei principali rischi legati alle questioni di sostenibilità e delle modalità con cui vengono gestiti.
  • Indicatori di prestazione rilevanti per la comunicazione delle informazioni sopra menzionate.

 

Il nuovo decreto estende gradualmente l’ambito di obbligatorietà della rendicontazione; a partire dal 1° gennaio 2024, si applica alle imprese quotate in borsa che superano almeno due dei seguenti criteri:

  • totale attivo dello stato patrimoniale superiore a 25 milioni di euro
  • ricavi netti superiori a 50 milioni di euro (anziché 40 milioni della NFDR);
  • più di 500 dipendenti.

A partire dal 1° gennaio 2025, si estenderà anche alle imprese non quotate che superano almeno due dei seguenti limiti:

  • totale attivo dello stato patrimoniale oltre 25 milioni di euro;
  • ricavi netti superiori a 50 milioni di euro;
  • oltre 250 dipendenti.

Si prevede che, solo in Italia, oltre 7.000 soggetti saranno interessati dal provvedimento, rispetto ai 300 obbligati nel 2024. Questi soggetti coinvolgeranno a loro volta i fornitori, in particolare le PMI, affinché forniscano le informazioni richieste dalla normativa.

Successivamente l’applicazione sarà estesa ad altre categorie di imprese.

La rendicontazione di sostenibilità deve essere accompagnata da una specifica attestazione, che può essere fornita dallo stesso revisore legale o dalla società di revisione che si occupa del “bilancio di esercizio”, oppure da un revisore legale o una società di revisione diversa.

È opportuno attrezzarsi…

 

Maggiori informazioni: https://www.lavorosi.it/fileadmin/user_upload/PRASSI_2024/gazzetta-ufficiale-dlgs-6-settembre-2024-n-125-rendicontazione-sostenibilita_compressed.pdf