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La ricetta anticrisi? E’ bio

Continua la crescita del biologico. Un successo in netta controtendenza rispetto alla diffusa crisi e contrazione dei consumi, in special modo nel settore agroalimentare. Come riportato recentemente dal Sinab in riferimento al primo semestre 2013, e ripreso da diverse testate nazionali, i consumi di prodotti biologici sono aumentati di quasi il 9%, con un’impennata rispetto al tasso di crescita registrato nel biennio 2008-2009, che si attestava al 3%. Il “consumatore biologico” tipo è tipicamente residente nel Centro-Nord Italia, appartiene ad un nucleo familiare con reddito mensile superiore ai 3.550 euro, è laureato e ha figli minori di 12 anni. E sceglie il biologico perché convinto della migliore qualità e salubrità di ciò che acquista, dimostrandosi quindi disposto anche a pagare un prezzo maggiore in cambio di una qualità superiore. Ma il biologico si sta imponendo anche nelle mense scolastiche: quelle bio infatti sono aumentate in un quinquennio addirittura del 50%, e oggi sono ben 1,2 milioni i pasti consumati annualmente negli istituti scolastici italiani. Ottime le performances anche a livello di Gdo, dove un prodotto relativamente nuovo come il vino biologico (recente protagonista di Vinitaly bio) ha visto un incremento delle vendite del 4%, a dronte di una corrispondente flessione del vino tradizionale de, 6,5%. I consumatori stanno dimostrando fiducia nei confronti del vino biologico, stando almeno a quanto risulta dai dati elaborati da Wine Monitor di Nomisma (e ripresi nei numeri precedenti di questa newsletter): per 4 consumatori su 10 scegliere vino biologico significa optare per un prodotto di qualità superiore rispetto ai vini tradizionali. E, considerando che il nostro paese è al terzo posto in Europa per estensione di vigneti biologici, si ha un’ulteriore riprova di un graduale ma sempre più evidente orientamento del mercato interno ed estero verso la qualità certificata del biologico.

Fonte: Sinab, Nomisma, Italia Oggi, Repubblica

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