Secondo quanto emerge dal Rapporto annuale sulla distribuzione dei pagamenti diretti negli Stati membri nel 2011, recentemente pubblicato dalla Commissione europea, ad oggi in media i quattro quinti dei fondi stanziati per la PAC sono destinato ad un solo quinto dei produttori europei. Con situazioni di squilibrio anche più evidenti, come nel caso di Romania e Blugaria, dove l’80% dei finanziamenti sono distribuiti al 15% dei produttori. Una situazione alla base delle azioni che Bruxelles ha ora intenzione di promuovere per rendere la Politica Agricola Comunitaria più equa. Tra gli strumenti a disposizione, il tetto di 300mila euro come contributo massimo teorico per ogni produttore, una misura questo che se da un lato gode dell’appoggio della Commissione e del Parlamento Europeo, dall’altra è osteggiata dai rappresentanti dei governi nazionali nel Consiglio.
Per quanto riguarda il nostro paese, l’Italia risulta con 4 miliardi di euro al quarto posto per finanziamenti ricevuti, dietro a Francia (8 miliardi), Germania (5,3) e Spagna (5,2). Oltre un milione di agricoltori riceve mediamente una cifra compresa entro i 500 euro, che diventano 1250 euro per 290mila produttori, salgono in un range compreso tra i 2 e i 10mila euro per circa 240 mila produttori e solo per tremila aziende sono compresi tra i 100 e i 500 mila euro.
In conseguenza dei tagli al budget 2014-2020 deciso nel Vertice dello scorso febbraio tra i leader dei 27 paesi Membri, per la prima volta è stata avanzata al Parlamento e alConsiglio la proposta di ridurre di quasi il 5% gli aiuti diretti per l’anno in corso, con l’esclusione solamente dei primi 5mila euro dei sussidi, a beneficio dei piccoli agricoltori.
Fonte: Agronotizie