Riso biologico: unica speranza per salvare il mercato italiano?

La produzione di riso biologico è l’ultima spiaggia per salvare il settore italiano dalle massicce importazioni del Sudest asiatico. Il parere del presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella.

La produzione di riso biologico non solo conviene agli operatori di settore e fa bene all’ambiente, ma potrebbe anche essere la soluzione per rilanciare e proteggere il comparto.

Etichettatura obbligatoria

Nei giorni scorsi, Confagricoltura Piemonte ha chiesto al Ministero delle Politiche agricole l’attivazione dello “stato di crisi” del comparto risicolo.

Il settore è stato messo a dura prova dalle massicce importazioni a dazio zero dei Paesi meno avanzati (Pma).

E parte della responsabilità sarebbe anche dell’Ue, incapace di tutelare il mercato europeo.  «L’importazione selvaggia dai Pma è un problema che da anni mette a repentaglio il sistema produttivo ed economico italiano. Tuttavia, a fronte di una situazione preoccupante, l’Europa non è stata finora in grado di mettere un limite a questo fenomeno. Abbiamo toccato il fondo e la politica non è stata capace di difendere la produzione nazionale». Queste le parole di Giovanni Perinotti, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella.

Una delle soluzioni a questo problema, secondo Confagricoltura Piemonte, è promuovere l’etichettatura obbligatoria sull’origine del prodotto. Oggi, infatti, l’indicazione “Made in Italy” può essere apposta anche su prodotti confezionati in Italia, ma provenienti da altri Paesi.

La seconda è chiedere, con l’aiuto del ministro Calenda, che Bruxelles attivi la clausola di salvaguardia contro l’import selvaggio a dazio zero dai Paesi Meno Avanzati.

La speranza dal riso biologico

La parte del comparto che sembra non risentire di questa problematica è quella relativa alla produzione biologica. Il riso biologico, infatti, è sempre più amato dai consumatori italiani.

Sono 12 mila gli ettari coltivati con metodo sostenibile, tra Piemonte e Lombardia, per una produzione stimata intorno alle 80mila tonnellate.

E se da una parte la resa a ettaro è leggermente inferiore rispetto alle coltivazioni tradizionali, i prezzi possono raggiungere anche gli 80 euro a quintale, quasi tre volte tanto quelli del riso convenzionale.

Ricordiamo che l’Italia è il maggiore produttore europeo di riso, con una superficie coltivata che nel 2016 ha raggiunto gli oltre 234mila ettari. Secondo i dati della Commissione europea del gennaio 2017, riportati da Confagricoltura, le importazioni nell’Ue dai Pma sono passate dalle 10.280 tonnellate di riso nella campagna 2008-2009 alle 511.648 tonnellate del periodo 2016/2017.

Fonti:

http://www.lastampa.it/2017/03/26/edizioni/verbania/riso-le-speranze-legate-alla-produzione-biologica-9CYgxSS3SmtXxIwWyjfMxL/premium.html

http://www.agi.it/regioni/piemonte/2017/03/22/news/riso_confagricoltura_piemonte_chiede_stato_di_crisi-1612168/

http://www.suoloesalute.it/coltivare-riso-biologico-riduce-drasticamente-consumo-energia/amp/

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