Si è svolto il 9 marzo scorso a Verona l’incontro “Pesticidi e Salute”, organizzato da ISDE Italia (Associazione medici per l’ambiente) – Sezione Provinciale di Verona, con lo scopo di focalizzare l’attenzione sugli effetti, spesso poco o per nulla conosciuti, dei prodotti chimici di sintesi sulla salute umana. L’elenco è impressionante: sono più di ottomila i prodotti esistenti in commercio, riconducibili ad almeno 600 principi attivi dei quali spesso si sa ben poco per quanto riguarda i loro possibili effetti sull’uomo. Durante l’incontro sono intervenuti medici del lavoro, uno zoologo , un pediatra ed un agronomo. Quello che emerge è un quadr indubbiamente preoccupante e spesso poco noto: basti pensare all’incidenza dei tumori al cervello, alla prostata e alla pelle, maggiori negli agricoltori che utilizzano pesticidi. O alla crescente possibilità di patologie congenite nei loro figli. Fino al dato, già conosciuto ma sempre sconcertante, della presenza di tracce si pesticidi che spesso vengono trovati nelle analisi sul latte materno. Inquinando l’ambiente, in definitiva, avveleniamo noi stessi. Una considerazione che ha spinto l’ISDE ad organizzare l’evento con l’obiettivo di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sul tema: ”E’ doveroso che i medici comincino a interessarsi di queste tematiche, per essere poi in grado di fornire le necessarie informazioni ai loro assistiti”, ha dichiarato Giampaolo Velo, presidente di Isde Verona. “Per i pesticidi”, continua il farmacologo, “occorre l´approccio usato con le medicine. Ogni farmaco, è un dato di fatto, provoca un piccolo o grande effetto indesiderato, ma con gli studi approfonditi e soprattutto l´utilizzo a lungo termine siamo in grado di valutare il rapporto fra rischio e beneficio, così da decidere se rinunciare all´utilizzo di un dato farmaco. Con i pesticidi questo approccio è impossibile; le variabili in campo sono troppe e soprattutto il mercato continua o offrire prodotti nuovi. Il mio suggerimento? Sono realista. Azzerare l´uso dei pesticidi è impossibile, ma sarebbe già un buon punto di partenza rispondere a una domanda apparentemente banale: in Italia servono tutti i prodotti oggi in commercio oppure è solo business? Cominciamo a ridurne il numero e a usarne meno, così sarà più facile studiarne gli effetti indesiderati”. Parole che devono far riflettere sulla leggerezza con cui spesso vengono utilizzate queste sostanze, con il solo obiettivo di aumentare la produttività a breve termine ma senza la necessaria consapevolezza degli effetti di queste sostanze. Senza contare le gravi conseguenze sull’ambiente di cui spesso abbiamo trattato nella nostra newsletter, a cominciare da quelli sulle api e su molti altri insetti degli agroecosistemi, che impoveriscono ogni giorno di più gli ambienti già duramente stressati dalla pressione antropica. Un motivo in più per riflettere davvero sulle nostre scelte e orientarsi verso un’agricoltura davvero biologica e sostenibile.
Fonte: L’Arena, Sinab