A Bologna, in occasione della giornata europea del biologico, vanno in scena le storie degli agricoltori biologici impegnati nella salvaguardia della biodiversità
Talk show, show cooking, baby bio, dirette radiofoniche e bancarelle dei prodotti. È la formula collaudata della festa del bio. L’ultima edizione si è tenuta a Bologna, a Palazzo Re Enzo lo scorso 23 settembre in concomitanza con la giornata del bio.
Biodiversità da proteggere
Al centro dell’evento, organizzato da FederBio nell’ambito del progetto progetto “Being organic in Eu”, è emerso l’impegno del biologico nel contrasto ai cambiamenti climatici. Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio ha infatti ricordato che «la perdita di biodiversità è la terza minaccia più grave dei prossimi 10 anni». A sostenerlo è il “Rapporto di Lampkin e Padel” che ha sottolinea i benefici ambientali, sociali ed economici che l’agricoltura biologica sarebbe in grado di produrre con il raggiungimento del 25% di terreni agricoli coltivati bio entro il 2030, tra cui l’aumento della biodiversità del 30% (ce ne siamo occupati in questo articolo).
Buone pratiche sostenibili
Molto seguito, in particolare, il talk show dedicato alle “storie di resilienza” moderato da Francesco Sottile di Slow Food, Agronomo e docente di coltivazioni arboree e biodiversità e qualità del sistema Agroalimentare presso l’Università di Palermo, che ha aiutato a far emergere le buone pratiche sostenibili messe in atto quotidianamente dai produttori bio per salvaguardare la biodiversità e lo scambio virtuoso che esiste da sempre tra natura e agricoltura bio.
Le storie
Quattro le esperienze descritte a Palazzo Re Enzo: Maria Bernadetta Masini, dell’omonima azienda agricola di Ravenna dedita alla coltivazione dei grani antichi bio; Giovanni Drei, titolare dell’azienda biodinamica “Tre Querce” di Forlì; la selvicoltura sostenibile dell’Azienda Agricola San Bonifacio di Villa Bartolomea (VR) e gli olivi secolari salvati da Ermanno Rocca dell’azienda agricola Bonazza, di San Lazzaro di Savena (BO).
«La valorizzazione del biologico – è l’analisi di Maria Grazia Mammuccini – passa prima di tutto dall’esperienza di chi ogni giorno lavora con passione la terra e deve affrontare le sfide legate alla tutela della biodiversità e al contrasto di cambiamenti climatici sempre più estremi».