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Tag Archives: agricoltura biologica

Turismo sostenibile: cresce l’interesse verso l’agriturismo biologico

Durante questa Pasqua, diversi italiani hanno scelto di trascorrere le loro vacanze all’insegna del turismo sostenibile, scegliendo un agriturismo, spesso con attività di produzione biologica. Una decisione che ha determinato un balzo record del settore del 15%.

In genere, la durata media del soggiorno in campagna, secondo Coldiretti, si aggira intorno ai tre giorni e l’obiettivo principale di quanti decidono di affidarsi a una di queste strutture è concedersi un momento di relax, pur senza rinunciare a menu locali a base prodotti di stagione a chilometro zero e biologici.

Il successo dell’agriturismo si inserisce all’interno di una tendenza, sempre più comune, che porta le famiglie a scegliere mete sostenibili, più economiche, ma anche più intime e genuine. Ed è qui che trova spazio un’altra realtà, anch’essa in crescita in Italia: l’agriturismo biologico.

Negli ultimi anni, infatti, la domanda turistica è cambiata, premiando le zone rurali e la qualità sostenibile delle destinazioni. Il desiderio di un maggiore contatto con la natura e la ricerca di cibi e spazi genuini hanno portato al recupero di aree rurali, adibite a strutture ricettive, che uniscono la valorizzazione della biodiversità a una concreta opportunità di crescita per le aziende che hanno deciso di entrare in questo circuito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’agriturismo biologico focalizza le sue attività sul rispetto e sulla valorizzazione del territorio con l’adozione di sistemi di agricoltura biologica e di bioedilizia. La ristorazione si basa esclusivamente su prodotti biologici e le strutture possono offrire percorsi didattici e naturalistici.

Le strutture, inoltre, hanno come obiettivo quello di essere completamente ecosostenibili: l’elettricità è in genere garantita attraverso impianti fotovoltaici, le caldaie sono a bassa emissione e l’acqua piovana viene recuperata e filtrata per essere riutilizzata.

Per poter essere definiti tali, gli agriturismi biologici devono necessariamente rispettare alcuni criteri fondamentali, primo tra tutti il divieto all’uso di prodotti chimici.

Chi desidera orientarsi tra gli agriturismi biologici presenti in Italia, può visitare alcuni portali dedicati, come ad esempio agriturismibiologici.net, in cui scorrere le liste dei siti green di tendenza del nostro Paese.

Fonti:

http://www.bigodino.it/lifestyle/turismo-sostenibile-anche-lagriturismo-sceglie-il-biologico.html

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2016-03-27/agriturismo-antidoto-paura-080942.shtml?uuid=AC5KJYvC

 

FederBio: l’agricoltura biologica e la via per raggiungere un equilibrio produttivo

In queste ore, a Parigi, si sta svolgendo il vertice dei ministri dell’Agricoltura dei Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

L’incontro, che sarà avrà come tema centrale “politiche migliori per arrivare ad un sistema alimentare mondiale produttivo, sostenibile e resiliente”.

In occasione del vertice OCSE, FederBio ha emesso un comunicato stampa in cui evidenzia le potenzialità dell’agricoltura biologica come modello di sviluppo equilibrato per il futuro.

Come spiega Paolo Carnemolla, presidente della federazione: “L’agricoltura biologica, sostenibile e innovativa, rappresenta la via per raggiungere un equilibrio produttivo, economico e ambientale per il futuro. Come evidenziato nella Carta del Bio che attraverso il Forum Internazionale del Biologico abbiamo presentato in EXPO, quando si parla di innovazione per la sostenibilità è evidente il ruolo che gioca il biologico: innovazione agricola e alimentare per la sostenibilità che è anche innovazione organizzativa sul versante della rappresentanza del nuovo ruolo economico e sociale dell’agricoltura”.

Il concetto è ribadito da Stefano Bocchi, del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, che evidenzia come la sfida da affrontare sia articolata in due punti, altrettanto essenziali per il benessere della Terra e dei suoi abitanti: assicurare il cibo adeguato e accessibile per una popolazione in crescita e salvaguardare le risorse naturali in un’ottica di reale sostenibilità.

Campo di grano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma come spiega bene Bocchi, “nei decenni passati, il paradigma della rivoluzione verde ha portato a considerare solo il primo obiettivo. Si sono in molti casi ottenuti risultati interessanti di aumento delle produzioni, ma sono cresciuti fortemente gli impatti sulle risorse. L’agricoltura biologica, proposta come innovazione di sistema aziendale e agricolo, è stata generata nell’ambito delle scienze sistemiche. Con essa ci si propone di sperimentare soluzioni che assicurino non solo la produzione di beni e/o l’offerta di servizi eco-sistemici, ma anche il mantenimento della qualità delle risorse locali (acqua, aria, terreno, biodiversità, paesaggio, lavoro)“.

Nel suo intervento, Bocchi fa riferimento anche a un recente articolo di rassegna bibliografica pubblicato sull’importante rivista scientifica Nature Plants che descrive i risultati di ricerche e sperimentazioni condotte negli ultimi 30 anni, applicando i principi e le tecniche dell’agricoltura biologica.

L’articolo, spiega, costringe a superare tutti i luoghi comuni, molto diffusi, secondo cui l’agricoltura biologica sia scarsamente competitiva e svantaggiosa; nonostante questo, “a fronte di una crescita costante della domanda, di un aumento del numero di aziende biologiche non esiste un riscontro in proporzionali incrementi di impegno da parte dei settori della ricerca, della comunicazione/formazione/educazione, dell’organizzazione dei mercati, del mondo dei controlli e certificazioni. È quindi auspicabile una nuova food policy che, ispirata dai principi dell’agro-ecologia, affronti questi molteplici aspetti in modo integrato. Una food policy che quindi inizi a coniugare i concetti di dieta sostenibile con quelli di sicurezza alimentare e ambientale”.

Fonte:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1008#sthash.r9mfzzkg.dpuf

Emilia Romagna: crescono le superfici coltivate con cereali biologici

Nell’ultimo anno, in Emilia Romagna, la superficie agricola coltivata con il metodo biologico è cresciuta del 9,8%; il 2% è occupata da cereali biologici. A ricordarlo in una nota Paolo Parisini, presidente della Sezione biologica di Confagricoltura Emilia Romagna.

La domanda crescente di farine di grano tenero, anche per la preparazione del pane in casa, ha fatto lievitare i prezzi alla produzione: da 370 a 410 euro/ton nel periodo marzo 2015-marzo 2016. Forte richiesta di grani antichi quali, il Gentil rosso ed il Marzuolo del Cimone”, spiega Parisini.

I dati a cui si riferisce il presidente della Sezione biologica di Confagricoltura sono quelli contenuti nel rapporto “Bio in cifre 2015” redatto dal Sinab, il Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica.

Non solo. Il rapporto rende noto che in Emilia Romagna sono circa 40.279 gli ettari complessivi di colture foraggere (incluse quelle destinate agli allevamenti di bovini da latte per la produzione di Parmigiano Reggiano); 12.800 ettari di cereali; 2.500 ettari di orticole e 2.300 ettari di colture frutticole. Oltre a 1.200 ettari coltivati a noce e nocciolo e 2.600 ettari di viti biologiche e biodinamiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le domande di conversione al biologico, inoltre, sono aumentate in Regione del 25%, grazie anche agli incentivi offerti dal nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014-220. Il tutto in un anno durante il quale il numero dei produttori è passato da 2.700 a 3.300.

Numeri importanti che, però, devono essere accompagnati da interventi concreti che permettano una crescita costante del settore. Ne è convinta Confagricoltura Emilia Romagna, che evidenzia la necessità di puntare all’alta specializzazione dei terreni vocati.

Soprattutto la zootecnica è limitata dalla scarsa disponibilità di alimenti proteici e per favorire il reale incremento delle stalle bio, bisogna creare fin d’ora tutti i presupposti affinché tali allevamenti possano essere autosufficienti nell’alimentazione degli animali, arrivando fino al 100% di alimenti autoprodotti”, precisa Parisini.

Fonti:

http://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/ortofrutta/2016/03/21/confagricoltura-e-r-98-superficie-bio-nellultimo-anno_c5746362-fe4d-43a5-8473-beb97f1cd312.html

http://www.confagricoltura.org/blog/2016/03/21/cereali-bio-balzo-dei-prezzi-alla-produzione-della-superficie-agricola-emilia-romagna/

Biologico a rischio col nuovo regolamento europeo?

Nei giorni scorsi, la ong belga LF ha illustrato alcuni dei punti cardine dell’agricoltura biologica che potrebbero essere messi a rischio se il testo del nuovo regolamento sul biologico venisse approvato così come uscito dall’Europarlamento.

Secondo la ong, la nuova bozza di regolamento, la cui fase negoziale si è aperta martedì 22 marzo, prevede delle modifiche che potrebbero mettere a rischio la qualità del settore.

Tra i punti più discussi quello relativo alle nuove norme sugli animali da allevamento, che renderebbero i metodi biologici più simili a quelli utilizzati in agricoltura convenzionale. Pascolo all’aria aperta riservato solo a erbivori (ad oggi concesso invece a tutti gli animali allevati con metodo biologico) e pratiche simili a quelle previste negli allevamenti industriali (come taglio della coda, delle corna e castrazione) per mucche e buoi.

Tasto dolente anche per quel che riguarda la tolleranza di ingredienti non bio all’interno degli alimenti trasformati. Dal limite massimo fissato al 5%, si potrebbe arrivare a consentire uno o più ingredienti convenzionali “se quello biologico non è disponibile in quel momento. In questo caso – si legge sulla bozza di regolamento – ingredienti non biologici possono essere eccezionalmente autorizzati” dalle competenti autorità dei paesi membri.

Non va meglio per le norme sull’importazione da Paesi Extraeuropei. Con le modifiche apportate, i prodotti alimentari che non possono rispettare le norme del bio europeo a causa di non ben definite “condizioni climatiche e locali specifiche” hanno comunque diritto di avvalersi del marchio.

Landscape with straw bales against sunset

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Infine, secondo la ong belga LF, il punto più scottante riguarderebbe la de-certificazione. La proposta afferma, genericamente, che gli Stati membri debbano farsi carico di attuare i sistemi necessari per evitare la contaminazione degli alimenti. Sarà poi compito degli operatori stessi prendere le “necessarie misure precauzionali per evitare la presenza di processi, prodotti e sostanze non autorizzate” nell’agricoltura bio. “Un passo che di fatto cancella decenni di leggi basate sul principio del ‘chi inquina paga’, visto che a farsi carico della contaminazione provocata da altri dovrebbero essere proprio gli stessi agricoltori biologici”, fanno notare gli esperti di LF.

Una deregulation che potrebbe minare la fiducia dei cittadini sull’agricoltura biologica.

Ma un primo segnale positivo è comunque arrivato, almeno in campo pesticidi. Martedì, il Parlamento Europeo ha approvato la proposta di risoluzione del socialdemocratico Pavel Poc che invita la plenaria a premere sull’esecutivo europeo affinché neghi il rinnovo per altri 15 anni all’utilizzo del glifosato.

La proposta sarà messa ai voti durante la sessione dell’11-14 aprile. Se entro maggio il Comitato fitosanitario non raggiungerà una maggioranza, toccherà alla Commissione europea decidere.

L’eurodeputato Pavel Poc ha spiegato: “Il fatto che dobbiamo ricorrere ad un’obiezione parlamentare dimostra che qualcosa è andato storto nel processo decisionale. Il glifosato è stato classificato come probabilmente cancerogeno dall’Organizzazione mondiale della sanità: anche se l’industria ha sostenuto che la sostanza può essere completamente metabolizzata, è ormai chiaro che i residui sono ovunque: nell’ambiente, in molti prodotti che consumiamo ogni giorno, nei nostri corpi“.

Poc avrebbe anche chiesto la pubblicazione degli studi sui quali l’EFSA ha fatto affidamento per valutare la cancerogenicità dell’erbicida lo scorso novembre.

Fonti:

http://www.lastampa.it/2016/03/21/scienza/ambiente/focus/biologico-rischio-far-west-nelle-nuove-norme-europee-2x2vdFsByg2Icd9U7oHJzM/pagina.html

http://www.rinnovabili.it/ambiente/commissione-ambiente-bocciatura-glifosato-333/

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=IM-PRESS&reference=20160321IPR20296&language=IT&format=XML

Italia terza potenza agricola dell’Ue: bene biologico e inquinamento

agricoltura italiana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Italia è la terza potenza agricola dell’Unione Europea. A confermarlo, i dati diffusi da Eurostat e contenuti nell’edizione 2015 del dossier “Agriculture, forestry and fishery statistics”.

Il documento dipinge un quadro generale del settore, inteso non solo come produzione agricola, ma anche come allevamento, coltivazioni biologiche e persino l’inquinamento prodotto dall’agricoltura.

Secondo Eurostat, nel 2013, l’Italia avrebbe fatturato oltre 43 miliardi di euro. Terza in classifica, il primo posto è ricoperto dalla Francia, che ha sfiorato i 57 miliardi di euro, seguita dalla Germania, con 46,2 miliardi di fatturato.

Secondo un’analisi dei dati effettuata da Il Sole 24 Ore, ciò che ha influenzato maggiormente il settore del Bel Paese, garantendo il primato a Francia e Germania, è la frammentazione del comparto agricolo.

Parigi e Berlino, infatti, coltivano una superficie maggiore di territorio, impiegando meno persone: in Francia coltivazione e pascolo occupano circa 27,7 milioni di ettari di territorio, dando lavoro a 725mila persone; in Germania gli ettari sono 17 milioni, per 523mila unità impiegate. In Italia, invece, gli ettari di terreno destinati all’agricoltura sono 12 milioni e gli occupati raggiungono quota 817mila, il terzo valore più alto dell’UE dopo quelli di Polonia e Romania.

In Italia, quindi, c’è la tendenza a preferire le piccole e medie imprese: sono più di un milione le proprietà agricole, un numero nettamente superiore alla Francia, dove sono 472mila, e alla Germania, dove sono invece 285mila. Per una dimensione media delle aziende che in Italia è circa un quinto degli altri due Paesi.

Una frammentazione che però non impedisce all’Italia di primeggiare in altri settori. Come quello della coltivazione di agrumi e delle pesche (siamo il secondo produttore europeo dopo la Spagna in entrambi i comparti).

Ma è sul fronte dell’agricoltura biologica che il Bel Paese guadagna terreno: con i suoi 1,4 milioni di ettari coltivati senza l’uso di pesticidi si piazza al secondo posto dietro la Spagna, che ha raggiunto quota 1,7 milioni. Secondo posto dietro il Regno Unito per quel che riguarda ovini bio.

Anche sotto l’aspetto dell’inquinamento l’Italia ha ottenuto risultati nettamente migliori rispetto ai colleghi transalpini: gli agricoltori italiani emettono in atmosfera la metà del metano e degli ossidi di azoto di Francia e Germania.

Fonti:

http://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/03/09/litalia-e-la-terza-potenza-agricola-dellue-ma-il-nodo-e-la-frammentazione-piu-di-un-milione-di-proprieta/

http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Agriculture,_forestry_and_fishery_statistics

 

Giovani e agricoltura: in arrivo bandi per 160milioni di euro

Agricoltura come volano per combattere la disoccupazione giovanile. Sono 160 i milioni a disposizione per gli under 40.

L’agricoltura, nell’ultimo anno, è stato uno dei settori che ha contribuito a creare occupazione giovanile: fra settembre 2014 e 2015, ha visto un aumento della forza lavoro di circa 35mila unità. Di queste, quasi 20mila sono state occupate da under 30.

Mutui a tasso zero, credito per favorire l’imprenditoria giovanile, fondi per supportare la nascita e lo sviluppo di start up agri-food, ma anche innovazione e commercio elettronico di prodotti agroalimentari. Un piano da 160 milioni, tra risorse interne e fondi Ismea-Bei, che ha l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale, sostenendo il comparto e creando nuovi sbocchi occupazionali.

In particolare, Giovanni Cremonesi, direttore di Coldiretti Piacenza, spiega ad Agronotizie le opportunità fornite dai bandi Ismea nell’ambito dell’autoimprenditorialità e del ricambio generazionale.

Come afferma Cremonesi, tra le misure rivolte agli under 40, “uno strumento senza dubbio importante è quello del primo insediamento [che] andrà a premiare i giovani che intendono insediarsi per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capo azienda. Per ottenere gli aiuti, è necessario essere in possesso o comunque acquisire entro 36 mesi dall’insediamento, adeguate capacità e competenze professionali. Il richiedente dovrà insediarsi quale capo azienda entro 3 mesi dalla data di comunicazione della determinazione di ammissione individuale alle agevolazioni e dovrà inoltre risultare iscritto al regime previdenziale agricolo”.

Six seedlings growing from soil

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’altro importante strumento fornito da Ismea ai giovani agricoltori sono le agevolazioni per il subentro: “Le ultime due misure sono rivolte a giovani che vogliono subentrare in azienda e a coloro che sono già conduttori ma intendono presentare un progetto di sviluppo e consolidamento delle proprie attività“, continua Cremonesi. “Chi vincerà il bando potrà accedere a un mutuo a tasso zero della durata massima di 15 anni che copre fino al 75% della spesa ammissibile, per investimenti complessivi con un tetto massimale di 1,5 milioni di euro“.

Interventi che potrebbero portare beneficio non solo all’occupazione giovanile, ma all’intero comparto agricolo. Secondo il delegato nazionale dei giovani Coldiretti Maria Letizia Gardoni “C’è un intero esercito di giovani che hanno preso in mano un settore considerato vecchio, saturo e inappropriato per immaginare prospettive future e ne hanno fatto un mondo di pionieri, rivoluzionari, innovatori e attivisti impegnati nel costruire un mondo migliore per se stessi e per gli altri“. Una speranza contro la disoccupazione e la decrescita del Paese.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/03/07/140-milioni-per-autoimprenditorialita-e-ricambio-generazionale/47811

http://www.askanews.it/regioni/lavoro-coldiretti-con-piano-giovani-agricoltori-75-fatturato_711744888.htm

http://www.repubblica.it/economia/2016/02/25/news/agricoltura_giovani-134198261/

http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4652