Suolo e Salute

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IL PAESAGGIO DI BALI RINASCE GRAZIE ALL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

IL PAESAGGIO DI BALI RINASCE GRAZIE ALL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

In trent’anni il Progetto di piccoli prestiti e sovvenzioni delle Nazioni Unite in favore dei piccoli agricoltori ha portato allo sviluppo di un’economia resiliente, in grado mitigare l’effetto del climate change, con un forte radicamento nelle comunità locali. L’esempio dei centri di istruzione agraria e delle reti di piccolo agricoltori biologici sviluppata a Bali e a Nusa Penida in Indonesia

L’isola di Bali è una delle mete più ambite dal turismo internazionale. Anzi è proprio in questa piccolo isola indonesiana che è nato a fine ‘800 il primo esempio di turismo di massa.

Un fenomeno che ha portato benessere ad una fascia ristretta della popolazione ma che ha alterato profondamente la sua economia basata sull’agricoltura e sulla pesca e su un equilibrio millenario tra uomo e ambiente ora decisamente spezzato. L’isola presenta infatti molte zone in cui le barriere coralline sono state distrutte e I terrazzamenti a risaie abbandonati, lasciando spazio al rischio di erosione e spopolamento delle aree interne. Un fenomeno che si sta ripetendo nelle isole vicine come Lombok, nuove mete del turismo.

Stop al degrade ambientale

Un degrado a cui si vuole mettere la parola fine attraverso progetti come quello di piccoli prestiti e sovvenzioni agli agricoltori (Sgp) attuato da Gef (Global Environment Facility) e sostenuto dalle Nazioni Unite.

Carlos Manuel Rodriguez, amministratore delegato e presidente del Gef, ha verificato personalmente in una recente visita lo stato di avanzamento di questi progetti. Nell’isola di Nusa Penida, a metà strada tra Bali e Lombok, Rodriguez ha potuto apprezzare come le iniziative di cooperazione abbiano potuto dare vita a iniziative come quelle del Centro di istruzione di Rumah Belajar Batu Keker e la fattoria biologica SukaDanta Organic Farm.

Qui le comunità locali stanno lavorando con Gef per ripristinare i paesaggi, creare orti biologici e promuovere il compostaggio e la gestione dei rifiuti attraverso il riciclaggio e lo sviluppo di impianti di biogas. Il Centro d’istruzione è alimentato dall’energia solare ed è uno spazio per aumentare la consapevolezza sulle questioni ambientali, sviluppare capacità locali nelle pratiche agro-ecologiche e sostenere la conoscenza e la cultura tradizionali.

L’esempio della SukaDanta Organic Farm

SukaDanta Organic Farm è una piccola azienda con una superficie di poco inferiore a un ettaro ed è un esempio delle piccole realtà rurali interamente biologiche sostenute dal fondo multilaterale gestito da Gef.

«Un esempio – ha commentato Rodriguez – di un cambio radicale nella geastione delle risorse in chiave anti climate change che può essere replicato in tutte le isole dell’arcipelago indonesiano e oltre rafforzando il radicamento delle comunità rurali locali».

Catharina Dwihastarini, coordinatrice nazionale del fondo per le piccolo realtà in Indonesia, ha aggiunto che queste attività a sostegno della produzione sostenibile e del miglioramento dei mezzi di sussistenza non potrebbero essere raggiunte senza la collaborazione delle autorità e dei partner a livello locale.

502 progetti attivati in Indonesia

Il fondo per le piccole realtà aziendali Sgp è atttivo in Indonesia dal 1992, fornendo supporto finanziario e tecnico alla società civile e alle iniziative guidate dalla comunità che affrontano le questioni ambientali globali migliorando al contempo i mezzi di sussistenza locali in Indonesia. Negli ultimi tre decenni, SGP Indonesia ha sostenuto 502 progetti e ha collaborato con 200 organizzazioni della società civile e gruppi di comunità locali. La sesta fase operativa del PSC in Indonesia (2017-2022) ha applicato l’approccio paesaggistico basato sulla comunità per migliorare e mantenere la resilienza socio-ecologica dei paesaggi e dei paesaggi marini prioritari in Indonesia.

Azione locale = impatto globale

Questo lavoro si basa sulle strategie approntate da GEF e sull’offerta di servizi di azione locale delle Nazioni Unite che supportano gli attori locali su tre percorsi basati su: responsabilizzazione, resilienza e investimento. Ad oggi, in questa fase sono stati completati 95 progetti pari a 130.698 ettari in produzione sostenibile e 71.827 ettari di paesaggi marini costieri gestiti come aree di conservazione secondo la logica azione locale = impatto globale.

Quest’anno ricorre il 30° anniversario di SGP, un programma aziendale del Global Environment Facility, implementato dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo dal 1992, alla vigilia del vertice per la Terra di Rio de Janeiro. Attualmente attivo in 128 paesi, SGP ha sostenuto oltre 26.000 progetti guidati dalla società civile locale e da organizzazioni comunitarie , comprese le donne, i popoli indigeni, i giovani e le persone con disabilità, per progettare e condurre azioni che affrontino le questioni ambientali globali.

IL BIOLOGICO GALOPPA IN EMILIA-ROMAGNA

IL BIOLOGICO GALOPPA IN EMILIA-ROMAGNA

Operatori oltre le 7mila unità, superficie oltre il 17% della Sau. I risultati raggiunti grazie alla programmazione del Psr 2014-20. Mammi (Assessore all’agricoltura: «Il biologico è un settore decisivo per la salute dell’ambiente e delle persone, ma anche per il valore sociale che rappresenta soprattutto nei territori più fragili»

In Emilia-Romagna il biologico è in forte crescita. Nei dati relativi al 2020 recentemente diffusi dalla Regione

il numero delle aziende agricole ha superato le 7mila unità (+85% dal 2014), la superficie agricola è oltre 200mila ettari che rappresenta il 17% della Sau regionale (+102% sempre dal 2014). Diventa così sempre più a portata di mano il traguardo del 25% entro il 2030 previsto dall’Unione europea.

L’impatto del Piano di Sviluppo rurale

Anche la dimensione media dell’azienda agricola biologica emiliano-romagnola è in costante aumento: nel 2020 è arrivata a 32 ha (media regionale 18 ha). La produzione bio è rappresentata prevalentemente da cereali e altre colture da granella per consumo umano ed animale (81%) e le foraggere.

«Tutto ciò – sottolinea l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi – è stato possibile grazie alle cospicue risorse impiegate dalla Regione tramite il Piano di sviluppo rurale sia come contributi diretti sia come meccanismi premiali ma anche grazie ai tanti agricoltori che hanno accettato di cogliere la sfida del bio».

L’assessore pone l’accento sull’importanza della coltivazione biologica non solo per la tutela dell’ambiente ma anche per il suo valore sociale.

Altri 70 milioni di euro nei prossimi due anni

«Il biologico – afferma – è un settore decisivo per la salute dell’ambiente e delle persone, ma anche per il valore sociale che rappresenta soprattutto nei territori più fragili della nostra regione, pensiamo all’Appennino o alle zone del basso ferrarese. Un’impresa biologica che si insedia in queste zone significa nuovi posti di lavoro, una comunità più coesa e anche sviluppo. Puntiamo a superare gli standard previsti dall’Unione europea e prevediamo un investimento di altri 70 milioni di euro nei prossimi due anni».

Per far conoscere tutti i numeri del settore biologico la Regione ha pubblicato in questi giorni un opuscolo informativo dal titolo “Il supporto alla produzione biologica in Emilia-Romagna: risultati Psr 2014-2020 e prospettive con la nuova Pac” (clicca per accedere), che illustra i principali indicatori di settore. Partendo da un confronto con la situazione europea ed italiana ne evidenzia l’andamento nel tempo e analizza anche quali possono essere i motivi di questo successo con l’obiettivo di sostenere e incentivare ulteriormente nuove adesioni a metodi produttivi sostenibili per l’agroalimentare regionale.

MEZZI TECNICI IN AGRICOLTURA BIO: UN WEBINAR PER FARE LUCE SUL NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO

MEZZI TECNICI IN AGRICOLTURA BIO: UN WEBINAR PER FARE LUCE SUL NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO

Il webinar, programmato per il 20 ottobre, intende passare in rassegna i limiti, le problematiche e i punti di forza del Regolamento UE n.1009/2019, che entrerà in vigore dal 2022.

Stabilirà le norme relative alla commercializzazione di prodotti fertilizzanti in UE, il nuovo Regolamento sulla Circular Economy. Una vera e propria svolta, che rende netti i confini di categorizzazione e disponibilità sul mercato di alcuni prodotti specifici, con maggiore trasparenza e senza il rischio di ambiguità o fraintendimenti. Stiamo parlando di prodotti come: i biostimolanti per le piante, i correttivi, gli ammendanti, gli additivi e gli adiuvanti.

Tra i vantaggi per il settore agricolo biologico, vi è senz’altro, il beneficio di fertilizzanti organici con il marchio della Comunità Europea. Tuttavia, esiste il rischio dell’insorgere di alcune problematiche, se certe scelte ad oggi esposte dal legislatore, non verranno accompagnate a restrizioni ben specificate per il settore biologico. Parliamo nello specifico, di problemi in termini di rispondenza ai requisiti imposti ai prodotti biologici, a seguito dell’uso di alcuni mezzi tecnici.

Il webinar, dal titolo “METinBIO” – Mezzi tecnici in agricoltura biologica, nasce dall’intenzione di sondare e discutere il potenziale impatto che il nuovo Regolamento potrà avere sul settore produttivo biologico. Concentrandosi con attenzione particolare, su alcune contaminazioni.

 

Partendo dall’analisi della nuova normativa, per quanto riguarda il settore biologico e in particolare i mezzi tecnici, verranno prese in esame le criticità. Un focus speciale, sarà dedicato al questionario realizzato da CREA – Agricoltura e Ambiente e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, proprio nell’ambito del progetto “METinBIO”; che approfondisce i ruoli svolti dai diversi attori all’interno del processo normativo del nuovo Regolamento.

A chi si rivolge il webinar

L’appuntamento è rivolto soprattutto a: produttori e associazioni biologiche, a ricercatori, studiosi, organismi di controllo e certificazione pubblici e privati, produttori di mezzi tecnici, decisori politici, laboratori accreditati per l’analisi di mezzi tecnici.

Per consultare il programma e partecipare è necessario connettersi al seguente LINK.

Fonte: Sinab

“Suolo e Salute Inputs” è il nuovo standard di certificazione volontaria per i mezzi tecnici consentiti in agricoltura biologica, elaborato grazie all’esperienza sul campo del primo ente di controllo e certificazione del biologico in Italia. Suolo e Salute, infatti, certifica: 21.000 aziende (il 26% del totale nazionale) e oltre 650.000 ettari (oltre il 30%) di superficie bio. “Suolo e Salute Inputs” è applicabile a fertilizzanti, prodotti fitosanitari, corroboranti, biocidi, mezzi meccanici e altri prodotti in uso in agricoltura biologica. Peraltro, lo standard prevede anche la certificazione di “contaminate esente”, applicabile in maniera specifica alla ricerca di acido fosforoso, ftalati, clorati, microrganismi ed altri.

“Tale certificazione – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salutenon è regolamentata, ma diventa un’assunzione di responsabilità condivisa, tra l’ente di certificazione e il fabbricante, rispetto alle caratteristiche del prodotto e al possesso dei requisiti al suo utilizzo in agricoltura biologica. L’intento è di contribuire a mettere ordine riguardo agli utilizzi dei mezzi tecnici, dove l’incertezza da parte degli operatori agricoli bio rispetto alla selezione dei prodotti è piuttosto diffusa e spesso genera anche provvedimenti da parte degli Organismi di Controllo”.

Per maggiori informazioni sulla certificazione “Suolo e Salute inputs”: m.staiano@suoloesalute.it

www.suoloesalute.it

IT’S ORGANIC SCEGLIE B/OPEN, PER UN FUTURO TUTTO BIOLOGICO

IT’S ORGANIC SCEGLIE B/OPEN, PER UN FUTURO TUTTO BIOLOGICO

Il progetto europeo che intende rafforzare la consapevolezza dei consumatori verso l’agricoltura biologica, sceglie l’edizione 2021 di B/OPEN, in qualità di vetrina e partner, per raggiungere i propri obiettivi.

Organizzato da Veronafiere, B/OPEN, è l’evento annuale dedicato al business del food biologico certificato; dalle materie prime, al prodotto finito, per arrivare al packaging. Una vetrina importante per l’eccellenza del Bio, tanto da essere scelta dal progetto europeo di promozione del prodotto biologico: IT’S ORGANIC, per rafforzare la stima dei consumatori verso l’agricoltura biologica e i suoi prodotti.

Il progetto è stato approvato e co-finanziato dalla Comunità europea, IT’S ORGANIC è stato presentato da Organic Link, Associazione italiana per la promozione dei prodotti di agricoltura biologica certificata e Polska Ekologia, Organizzazione polacca di riferimento, per i produttori bio.

Alla base del progetto c’è la promozione di un’agricoltura vissuta con responsabilità verso il consumatore e l’ambiente che lo ospita. Questa visione è sintetizzata nel motto: “Sii il tuo futuro: mangia biologico”.
Scelto per raccontare i valori del prodotto
, il motto sottolinea la realizzazione all’interno dell’alimento bio, di una sinergia virtuosa tra uomo, piante e animali. Una garanzia per la biodiversità alimentare.

 

I destinatari
I mercati interni di Italia, Germania e Danimarca, sono i destinatari selezionati per orientare le azioni di promozione e consolidamento dell’identità dei prodotti. Nello specifico, i target da raggiungere sono: il consumatore finale, il trade e l’influencer. Inoltre, molto è il lavoro da fare, per quanto riguarda la sensibilizzazione dei professionisti della distribuzione e dell’Ho. Re. Ca.

Webinar dedicati ai professionisti del biologico, sono stati tra le attività – indirizzate al target: influencer – che hanno preceduto un percorso di avvicinamento ai partecipanti di B/OPEN.
Il programma ha passato in rassegna tematiche fondamentali, come la Grande distribuzione e i packaging eco-compatibili. “Biologico e sostenibilità: insieme nella GDO” e “Nuovi materiali per il packaging del food”, sono solo alcuni dei titoli che hanno composto la programmazione dei webinar preparatori all’evento.

In affiancamento alla manifestazione del 9 e 10 novembre sono previsti eventi congressuali per intensificare parallelamente alla manifestazione principale, le possibilità di approfondimento e di informazione sugli argomenti del settore.

 

Le finalità di IT’S ORGANIC

Oltre al rafforzamento della consapevolezza dei consumatori nei confronti dell’agricoltura biologica europea e dei valori che la sostengono, uno degli obiettivi del progetto, è il perfezionamento della brand identity del biologico e quindi del logo che lo identifica visivamente.

Quest’ultimo è un elemento essenziale agli occhi del consumatore per il riconoscimento del prodotto biologico, certificato secondo gli standard europei, ed è quindi importante che venga distinto per caratteristiche, rispetto agli alimenti non riportanti il marchio.

Fornire a operatori italiani, tedeschi e danesi uno sguardo generale su alcune categorie di prodotti, ancora poco noti ai canali consueti di distribuzione, è un’altra delle finalità che si pone il progetto. Poiché le potenzialità di posizionamento di questi, sono enormi; soprattutto se consideriamo la fascia in continua crescita di consumatori consapevoli e sempre più esigenti rispetto alla qualità del prodotto stesso ma anche all’etichettatura e al packaging.

In quest’ottica, la presenza di IT’S ORGANIC all’interno della vetrina B/OPEN di novembre, immagina una presenza collettiva che concentra un’attenzione particolare alle aziende di piccole dimensioni. Coloro che, più che specializzarsi in una produzione su larga scala, si focalizzano su prodotti di eccellenza nel panorama bio.

QUI è possibile entrare in contatto con lo staff di B/OPEN e avere maggiori informazioni sul progetto IT’S ORGANIC.

 

Fonte: Gdoweek

IL FOOD BIOLOGICO CERTIFICATO, AL B/OPEN 2021

IL FOOD BIOLOGICO CERTIFICATO, AL B/OPEN 2021

Dal 9 al 10 novembre a Verona. La manifestazione potrà essere seguita in diretta streaming come nella passata edizione.

È stato confermato qualche giorno fa, nell’ambito dell’”EU Organic Day”, il prossimo appuntamento con: B/Open, la manifestazione b2b, dedicata al cibo biologico certificato. La seconda edizione si svolgerà il 9 e 10 novembre, presso le Gallerie Mercatali di Verona; potrà essere seguita anche in diretta digitale.

Le partnership e le aziende partecipanti

La nuova edizione dell’evento, prevede una formula che si rivolge agli operatori professionali agli stakeholder, alle istituzioni e gode di una partnership con: AIAB, Assocertbio, Bioagricert, Bios, CCPB, ICEA, Suolo e Salute, Valoritaliani. Il riscontro ricevuto dalle aziende è positivo, la manifestazione vedrà infatti la partecipazione di: Agricola Grains, Lattebusche, Sonnentor Kraeuterhandels, Naturalebio, Antico Molino Rosso, Redoro Frantoi Veneti, Terre e Tradizioni, La Selva Società Bioagricola, Biösudtirol, Regione del Veneto, Demeter Associazione Italia e molte altre.

Il programma

Questi alcuni degli argomenti in programma:

  • Le opportunità di business nei mercati esteri per il settore dei prodotti biologici in ambito normativo e contrattuale;
  • La politica nazionale ed europea in tema di biologico;
  • La sostenibilità ambientale e sociale dell’intera filiera del bio;
  • I nuovi materiali per un packaging ecosostenibile;
  • La filiera Made in Italy del biologico;
  • I numeri del biologico in Italia;
  • Il mondo del biodinamico;
  • La filiera cerealicola e quella lattiero-casearia.

Un’occasione per incrociare le opportunità di business, partecipare a convegni, dibattiti e approfondire i temi più attuali del comparto. B/Open ha inoltre previsto la presenza di delegazioni e buyer esteri, selezionati in collaborazione con Verona Fiere. I paesi di provenienza degli operatori partecipanti, sono: Germania, Danimarca, Francia, Spagna, Belgio Svizzera, Austria, Balcani, Turchia, Emirati Arabi, Russia, Israele.

Gli altri appuntamenti da non perdere

  • Eco Packaging AwardsLa premiazione di aziende che sono riuscite a coniugare la qualità bio del prodotto, alla sostenibilità della confezione. Evento in collaborazione con: Bio&Consumi.
  • Area “Taste&Bio”Uno spazio dedicato alla degustazione dei prodotti delle aziende presenti all’evento; un’occasione di incontro tra buyer, produttori bio e i loro prodotti. Evento in collaborazione con: Ciberie (Pde).

La presenza di Suolo e Salute

Tra i partner di B/Open vi saremo anche noi. Il primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia. Tra i numerosi attori che hanno creduto con tenacia nel metodo biologico, oggi in crescita esponenziale nel mondo, vi è la nostra società; pioniera negli anni ’60, nella promozione del settore. Oggi attraversiamo il comparto come organismo di controllo e certificazione e non potremo mancare all’appuntamento con B/Open.

VI ASPETTIAMO!

 

Ulteriori informazioni a questo LINK.

 

Fonte: b-opentrade

AGRICOLTURA BIOLOGICA, UN’ANALISI SULL’EVOLUZIONE DEL SETTORE

AGRICOLTURA BIOLOGICA, UN’ANALISI SULL’EVOLUZIONE DEL SETTORE

L’evoluzione del settore biologico ha una storia fatta di piccole accelerazioni e grandi fasi di consolidamento.Tra le fasi di accelerazione ricordiamo quella del 2012, annualità di ripresa e crescita dopo un lungo periodo di stagnazione.

Il biologico vive in questo periodo un processo di strutturazione: produttori e trasformatori aumentano, diffondendosi nel Paese in maniera quasi omogenea.

Fino al 2019 il settore registra una crescita in tutti i Paesi membri, fatta eccezione per la Polonia, unico stato a riscontrare una contrazione della SAU.

A giocare in questi anni un ruolo determinante nell’incremento del settore, le politiche nazionali ed europee: da quelle legate a una programmazione ad ampio raggio, come la PAC, per arrivare a quelle di politica regionale.

Le risorse investite sono state dedicate ai diversi e più articolati aspetti: dalla ricerca, alla promozione dei prodotti, fino alla diffusione di governance basate su una visione territoriale condivisa, come nel caso dei bio-distretti.

Nel periodo 2014-20 (così raggruppato per annualità di programmazione), i dati strutturali del biologico hanno registrato una crescita del 70% della SAU e del 62% del numero di operatori coinvolti all’interno del comparto. È rilevante osservare come gli incrementi maggiori, siano seguiti all’uscita di bandi regionali dei PSR per poi proseguire la crescita con picchi di intensità minore, ma costante. Prati pascoli e foraggere, rimangono le categorie più rappresentate, con percentuali che si aggirano tra il 28 e il 20%.

Per quanto riguarda il mercato interno: il consumo di prodotti bio in Italia, ammonta a 3,5 miliardi di euro.

Nel 2021 è stata registrata una crescita di circa il 3% rispetto al 2020, anno fuori dall’ordinario per via della Pandemia da Covid-19, ma per nulla penalizzante per i numeri del comparto. Tuttavia, se paragonato ai mercati di Francia e Germania, il consumo italiano, ha ancora una percentuale di incidenza minima del 4%.

Al fine di rendere accessibile questo tipo di produzione a tutte le fasce della popolazione, nel 2017 è stato istituito un fondo da parte del Mipaaf per potenziare qualità e sicurezza alimentare nelle scuole materne e primarie.

Le risorse, ripartite tra i Comuni assegnatari, ammontavano a una media 8 milioni di euro tra il 2018 e il 2020. Mentre le mense scolastiche con pasti bio, nell’anno 2017, risultavano 1.311.

Un altro provvedimento legato agli strumenti previsti dallo Sviluppo Rurale, il cui intervento ha riportato risultati piuttosto evidenti (nel periodo di programmazione 2014-20) è la Misura 11. Il sostegno elargito, ammontava a 2 milioni di euro, metà del quale è stato investito nelle regioni Sicilia, Calabria e Puglia e destinato al pagamento per il mantenimento della superficie biologica certificata. 

Un altro provvedimento vantaggioso legato invece alla programmazione in corso, è la Misura 3 (seguita dalle successive 3.1 e 3.2). Questa ha contribuito alle spese di certificazione delle aziende e alla promozione dei prodotti certificati. L’intervento ha riscontrato particolare successo nella produzione vinicola, diffusa anche a livello internazionale.

La Misura 16, dedicata alla dimensione della Cooperazione, è stata importante nella promozione di azioni congiunte riguardanti il clima e l’ambiente. Ha inoltre stimolato quegli operatori biologici, dal profilo innovativo, che hanno deciso di aprirsi a modelli partecipativi multi-attoriali, nella condivisione di conoscenze e soluzioni, anche con chi viene tradizionalmente definito competitor.

In linea con questa visione, nel 2009 sono nati i bio-distretti: primo tra i quali, il distretto biologico del Cilento. Il modello ha funzionato a tal punto, che nei dodici anni successivi sono nate altre 50 unità, compresi i distretti biologici ancora in fase di costituzione.La Commissione europea ha ribadito la necessità di promozione della diffusione dei bio-distretti, anche nel Piano d’Azione per l’agricoltura biologica e nelle raccomandazioni per il Piano strategico della PAC in Italia.

A livello nazionale, il riconoscimento giuridico dei bio-distretti è arrivato con la Legge 205/2017, che introduce i Distretti del Cibo. Attraverso la legislazione, il bio-distretto acquisisce lo status di soggetto politico, guadagnando la possibilità di partecipare ai processi decisionali relativi alle politiche del territorio.

È grazie alle politiche di settore fino a qui nominate, che il comparto biologico ha potuto avvicinarsi ad una buona strutturazione, tanto preziosa da rappresentare un modello vincente verso la transizione ecologica.

Una fiducia crescente verso questi modelli sostenibili del sistema agroalimentare, ha investito la percezione comune; percezione che ha trovato consolidamento con l’avvento del Covid e delle attuali tragedie ambientali.

Il percorso del Green Deal è stato una delle risposte fondate su questa tipologia di modello.

Tuttavia aspetti importanti inerenti il tema, sono ancora da affrontare: come la definizione delle misure di sviluppo rurale; l’individuazione di filiere produttive che necessitano di particolare attenzione, come la zootecnia biologica; forme di sostegno che agiscano sul fronte della domanda interna.

 

Fonte: Pianetapsr