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Scarafaggio del cetriolo: danni e soluzioni per proteggere le colture biologiche

Scarafaggio del cetriolo: danni e soluzioni per proteggere le colture biologiche

Scientificamente si chiamano Acylymmavittatum e Diabroticaundecimpunctata, ma in genere sono noti ad agricoltori e aziende biologiche con il nome di scarafaggi del cetriolo, dall’ortaggio di cui si nutrono. Questi insetti fitofagi si distinguono dal tipo di guscio: entrambi hanno uno sfondo giallo o verde, ma il primo ha delle strisce scure, mentre il secondo ha delle macchie nere.

Gli scarafaggi del cetriolo possono provocare ingenti danni alle piantagioni almeno in tre modi diversi. Innanzitutto, si alimentano direttamente delle piante di cetriolo in crescita e in fioritura: un’attività che riduce il numero di ortaggi maturi prodotti. In secondo luogo, gli insetti possono trasmettere dei batteri che provocano una malattia delle piante nota come Erwiniatracheiphila (avvizzimento batterico). Infine, si nutrono direttamente dei cetrioli, provocando deformazioni e “cicatrici” superficiali che ne riducono il valore di mercato.

Diversi studi scientifici e le pratiche agricole di alcune importanti aziende biologiche suggeriscono una serie di metodi naturali utili per risolvere questo problema.

La prima strada è di inserire nell’habitat dello scarafaggio del cetriolo alcuni predatori naturali.

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L’Acylymmae Diabrotica da adulte possono raggiungere dimensioni relativamente grandi e inoltre possiedono una corazza particolarmente resistente. Occorrono quindi dei predatori di grossa taglia per combatterne la proliferazione, come ad esempio i ragni lupo. Questi aracnidi si nutrono avidamente degli scarafaggi del cetriolo e, soprattutto, ne scoraggiano la diffusione, dal momento che li portano ad allontanarsi dal campo. Distribuire pacciame e paglia secca nelle piantagioni infestate favorirà inoltre la crescita, la difesa e la proliferazione dei ragni lupo. Non solo: la paglia ostacolerà i movimenti dell’insetto fitofago, impedendogli di passare da un cetriolo all’altro. Anche il pacciame di altro tipo può essere un’arma efficace contro l’infestazione, dal momento che un suolo ricco di materia organica rafforza le piante, attivandone le difese interne naturali.

Altre ricerche sul campo hanno rivelato l’efficacia dell’introduzione dei pipistrelli e di alcune specie di coleotteri carabidi. In ogni caso, gli esperti consigliano di creare una vera e propria comunità di predatori, piuttosto che sceglierne una sola specie, in modo da tenere sotto controllo la popolazione di scarafaggi.

Oltre ai predatori naturali, le pratiche di controllo delle colture si sono rivelate le migliori scelte per combattere questo insetto. Particolarmente efficaci sono risultate la rotazione dei raccolti e la scelta di varietà di ortaggi più resistenti agli attacchi o meno attraenti per gli insetti fitofagi. Anche la consociazione dei cetrioli con mais e broccoli ha prodotto buoni risultati.

La rotazione delle coltivazioni è uno degli strumenti più utilizzati, anche se non risolve interamente il problema. Gli scarafaggi del cetriolo trascorrono in genere tutto l’inverno nascondendosi nei paraggi delle coltivazioni dell’anno precedente. Spostare questi ortaggi il più lontano possibile dall’ultima coltura, installando barriere e ostacoli lungo il percorso, può aiutare a evitare l’infestazione.

Secondo gli esperti, però, nessuna di queste buone pratiche contribuisce a eliminare definitivamente il problema. Ecco che spesso le aziende biologiche sommano, a quelle sinora descritte, ulteriori tecniche colturali.

Alcuni agricoltori hanno trovato particolarmente efficace la sostituzione della semina con il trapianto delle piante: germogli e semi, infatti, sono molto più vulnerabili agli attacchi.

Le ricerche hanno infine dimostrato l’importanza di impiantare colture trappola sul perimetro della piantagione, per distogliere gli insetti: da questo punto di vista, zucchine e zucche gialle si sono rivelate particolarmente attraenti per gli scarafaggi.

Per appezzamenti di piccole dimensioni, alcuni coltivatori hanno trovato utile anche la rimozione degli scarafaggi attraverso l’utilizzo di particolari dispositivi di aspirazione. Se si ricorre al sistema delle colture trappola è possibile provare l’aspirazione anche in queste aree limitrofe.

Fonte:

http://www.extension.org/pages/64274/managing-cucumber-beetles-in-organic-farming-systems#.VY1sdRvtmkp

 

Riforma del biologico, nuove normative UE

Riforma del biologico, nuove normative UE

Nella giornata di mercoledì 17 in Lussemburgo si è riusciti a raggiungere un accordo sulla proposta di regolamento in materia di agricoltura biologica. Alcuni cambiamenti sono previsti nella nuova riforma, in primis la modifica al regime d’importazione dei prodotti biologici; prevede che il biologico in futuro sarà importato se completamente conforme alle norme produttive europee. Altra importante variazione riguarda le certificazioni di gruppo che consentono alle piccole aziende produttrici un più facile accesso ad esse, e in effetti molte aziende rinunciano alle certificazioni per via dei costi, ad ora, troppo elevati. Inoltre tutte le aziende agricole biologiche europee saranno sottoposte obbligatoriamente ad un’ispezione annua.

“La decisione sulla normativa è stata una tappa importante per gli agricoltori biologici e dei consumatori, in quanto rafforza l’approccio basato sui processi per l’agricoltura biologica. I ministri hanno deciso di non indurre in errore i consumatori con false promesse, rendendo i produttori biologici responsabili solo per ciò che è sotto il loro diretto controllo “, ha detto Jan Plagge, membro del consiglio IFOAM UE.

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“L’approccio generale adottato sottolinea l’importanza delle istituzioni europee che lavorano con il settore biologico, non contro di essa. Il testo di compromesso del Consiglio prevede miglioramenti importanti alla proposta iniziale in quasi tutte le aree critiche e ha neutralizzato molti degli elementi pericolosi. Requisiti specifici di controllo rimangono sotto il regolamento organico, gli standard regionali devono essere considerati negli scambi con i paesi terzi, il numero di atti delegati sono stati ridotti, il campo di applicazione del regolamento è stato chiarito e ampliato, sono stati evitati ampie regole burocratiche comunitarie per i rivenditori e gli Stati membri mantengono un flessibilità limitata su norme di produzione “, sottolinea Marco Schlüter, direttore di IFOAM UE.

“Tuttavia, si deve sottolineare che il lavoro è lungi dall’essere completata. I negoziati politici non hanno messo l’accento sufficiente a garantire la validità tecnica del testo finale. Questo deve essere trattata come l’agibilità del regolamento ha un profondo impatto sulla vitalità degli operatori biologici. Pertanto siamo lieti di poter collaborare con la Presidenza lussemburghese nel suo ruolo di primo piano nel dialogo a tre per ottenere questo diritto. Ci affidiamo ora al Parlamento europeo di portare a miglioramenti sostanziali al trilogo cui possiamo sostenere in modo da rendere buone le carenze nel testo adottato dal Consiglio di oggi. In particolare, il controllo basato sul rischio deve essere unita ad un controllo annuale e vera equivalenza negli scambi con i paesi terzi, deve essere sviluppato. IFOAM UE ha sempre sottolineato che abbiamo bisogno di sviluppare la produzione biologica in base al regolamento attuale “, ha aggiunto Thomas Fertl, vice presidente di IFOAM UE.

Fonte http://www.greenbiz.it/biologico/13869-riforma-biologico-nuovo-regolamento-ue-accordo

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2015/06/16/press-release-agri-council-organic-reasonable-compromise-took-many-sector-demands

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2015/06/19/eu-agriculture-ministers-agree-general-approach-new-organic-regulation

 

Agricoltura biologica più redditizia e sana di quella tradizionale. La conferma

L’agricoltura biologica è più resistente, più efficiente e redditizia dell’agricoltura tradizionale? A questa domanda ha cercato di dare una risposta il Farming Systems Trial (FST), un’indagine, la più lunga effettuata negli stati Uniti, portata avanti dal Rodale Institute, un’organizzazione americana senza scopo di lucro che sostiene la ricerca nell’agricoltura biologica.

Avviata nel 1981 col fine di comprendere cosa accade durante la transizione da un’agricoltura che fa uso di prodotti chimici a una invece biologica, la FST ha mostrato dei dati incoraggianti per tutto il settore.

Lo studio ha infatti confermato che, dopo un iniziale calo dei rendimenti avuto durante i primi anni di transizione, le coltivazioni biologiche registrano un cambiamento di rotta, arrivando a eguagliare e addirittura superare i sistemi di coltura tradizionali.

Il rapporto, nei suoi trent’anni di osservazione, ha infatti mostrato che:

  • le coltivazioni biologiche sono in grado di rendere quanto le coltivazioni tradizionali;
  • hanno rendimenti migliori negli anni di siccità;
  • le colture organiche regalano sostanze nutritive al terreno, invece che esaurirle, così come fa l’agricoltura tradizionale, una cosa che rende il sistema più sostenibile;
  • consumano il 45% in meno di energia e sono più efficienti;
  • i sistemi convenzionali producono il 40% in più di gas a effetto serra;
  • i sistemi utilizzati dall’agricoltura biologica sono in generale più redditizi rispetto a quelli tradizionali.

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Anche se il Farming Systems Trial effettuato dal Rodale Institute è l’esperienza di osservazione che si è protratta più a lungo nel tempo, nel corso degli anni sono state varie le università che hanno addotto esiti nettamente a favore dell’agricoltura biologica, durante le loro ricerche.

In particolare, è risultato abbastanza chiaro che questo tipo di agricoltura è più redditizia, rende il suolo più fertile nel corso degli anni e può produrre tanto quanto i sistemi convenzionali.

Come si legge dal rapporto: “Dal momento che stiamo affrontando modelli meteorologici estremi e incerti, quantità di petrolio scarse e sempre più costose, carenza d’acqua e crescita della popolazione, avremo bisogno di un sistema di agricoltura che sappia adattarsi, che resista o addirittura riesca a mitigare questi problemi e allo stesso tempo produca cibo salutare e nutriente. Dopo più di 30 anni di ricerca fianco a fianco sul nostro FST (Farming Systems Trial, Collaudo del Sistema Agricolo), il Rodale Institute ha dimostrato che l’agricoltura biologica è meglio equipaggiata nell’alimentarci, sia ora che in un futuro in continuo cambiamento”.

Fonti:

http://rodaleinstitute.org/assets/FSTbooklet.pdf

http://www.permaculture.co.uk/news/1006156357/30-year-old-trial-finds-organic-farming-outperforms-conventional-agriculture

Invito alla partecipazione al forum “Il biologico nutrirà il pianeta”

Siamo le organizzazioni che rappresentano l’agricoltura biologica e biodinamica in Italia, il Paese che ospita a Milano l’EXPO 2015 dedicato al tema dell’alimentazione. Abbiamo condiviso la scelta e l’impegno degli organizzatori di SANA, la più importante manifestazione del settore in Italia, per collocare la rappresentazione e i contenuti innovativi dell’agricoltura biologica e biodinamica in un’area tematica fondamentale di EXPO, il Parco della Biodiversità, convinti che la risposta al tema di EXPO, nutrire il Pianeta energia per la vita, sia nell’innovazione agricola e alimentare che il settore biologico e biodinamico ha sviluppato in questi anni.
Crediamo che l’occasione dell’EXPO, con un’area tematica interamente dedicata alla biodiversità e al biologico, e il dibattito che ha aperto la Carta di Milano voluta dal Governo italiano e che verrà consegnata all’ONU il prossimo 16 ottobre, siano un’occasione unica per tutto il movimento internazionale e nazionale del biologico e biodinamico per essere protagonisti di un dibattito che, altrimenti, si svolgerà senza il contributo di chi in questo momento rappresenta con le proprie esperienze di impresa, di lavoro e di cittadinanza la vera innovazione agricola e alimentare del XX secolo.

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Proprio perché siamo consapevoli delle contraddizioni e dei rischi di una esposizione universale così condizionata dalla presenza delle grandi multinazionali del cibo e dagli aspetti più commerciali e spettacolari dell’alimentazione, rivolgiamo un appello a tutte le associazioni del biologico e biodinamico internazionali e nazionali, alle imprese del settore, alle organizzazioni della ricerca così come ai singoli ricercatori, tecnici e cittadini perché siano assieme a noi parte di un grande forum internazionale dell’agricoltura biologica e biodinamica che abbiamo annunciato in EXPO il 16 maggio scorso, di cui vi alleghiamo il documento organizzativo. Il forum prende avvio già con il patrocinio delle principali organizzazioni internazionali di riferimento per il nostro settore, ovvero IFOAM, IFOAM Unione Europea, IFOAM AgriBioMediterraneo e ISOFAR e ad esso partecipa Navdanya International, la cui Presidente Vandana Shiva era con noi a Milano in EXPO a dare l’annuncio dell’avvio del forum.
Il nostro auspicio è poter condividere con tutta la comunità del nostro settore ma anche con organizzazioni vicine, con le imprese e i cittadini, una visione del futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione di cui i valori e il modello rappresentati dal biologico siano finalmente protagoniste. Su questo percorso c’è anche l’impegno del Governo italiano per realizzare in EXPO un grande evento internazionale di conclusione dei lavori del forum assieme a tutte le organizzazioni che aderiranno.

Per scaricare il documento costitutivo del forum, clicca qui

 

Modalità di adesione al forum

Per aderire al forum è necessario compilare il form on line oppure inviare un’e-mail all’indirizzo:
organic.action.network@gmail.com
indicando i dati dell’organizzazione e i contatti della persona di riferimento.

Sarà cura della segreteria organizzativa provvedere all’invio di tutte le informazioni utili sulle modalità di partecipazione sulle iniziative del forum.

Mipaaf: accordo con GDO per promozione prodotti DOP e IGP in Italia

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si sono svolti qualche giorno fa, il 15 giugno, a Expo gli Stati generali delle Indicazioni geografiche italiane, alla presenza del Ministro Maurizio Martina. Nel corso dei lavori sono state presentate le azioni del Mipaaf per la tutela e la promozione dei prodotti DOP e IGP sul fronte nazionale e internazionale.

5 le azioni principali: rilancio dei consumi sul mercato italiano con un accordo siglato con la GDO durante l’evento, rafforzamento del contrasto alla contraffazione anche sul web, focus sulle indicazioni geografiche nel piano del Governo per il sostegno all’export Made in Italy, difesa del sistema delle denominazioni a livello internazionale e testo unico per le DOP per semplificare le norme a favore di imprese e consorzi di tutela. “Abbiamo voluto questa giornata in Expo – ha dichiarato il Ministro Martina – per ribadire la nostra leadership nel settore delle indicazioni geografiche. Il nostro modello di ‘brand geografico’ è forte, perché i prodotti a denominazione non hanno solo un grande valore economico, ma storico, culturale, identitario”. “Siamo passati all’attacco dell’agropirateria – ha affermato Martina – su una frontiera decisiva come quella del web, che rappresenta un mercato in crescita anche per l’agroalimentare. L’Italia è il primo Paese al mondo a poter vantare un sistema di intervento a protezione dei prodotti a denominazione come quello che abbiamo sviluppato nell’ultimo anno.

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Grazie alle collaborazioni con eBay e Alibaba riusciamo a combattere la concorrenza sleale di chi usurpa il prestigio delle nostre IG. Anche attraverso strumenti come questo salvaguardiamo il lavoro quotidiano di oltre 300 mila nostre imprese che producono cibi e vini DOP e IGP. Parliamo di un settore che alla produzione vale più di 13,5 miliardi di euro e che rappresenta uno dei segmenti più dinamici dell’export Made in Italy. Proprio per sostenere le esportazioni lavoriamo con i Consorzi per nuovi accordi con la distribuzione straniera, accompagnati da azioni forti di comunicazione di contrasto all’Italian sounding, anche attraverso la promozione del segno unico ‘The Extraordinary Italian Taste’, che ha debuttato con successo a Chicago in una delle fiere più importanti di contatto con la GDO statunitense”. “L’accordo siglato oggi con la GDO, poi, darà una spinta al rilancio dei consumi dei prodotti a denominazione – ha aggiunto il Ministro – in uno dei mercati più importanti a livello nazionale come quello della grande distribuzione. Lo presentiamo in Expo proprio a ribadire che questo evento è una straordinaria occasione per le nostre filiere, per la grande qualità che tutti i nostri territori esprimono e che qui a Milano si presenta al mondo in tutta la sua forza”. Accordo Mipaaf/GDO: più spazio alle DOP e IGP nei punti vendita Il protocollo d’intesa tra Ministero e le associazioni della grande distribuzione organizzata come Federdistribuzione, Ancc-Coop, Ancd-Conad ha l’obiettivo di garantire una migliore informazione dei consumatori e favorire una più facile individuazione dei prodotti Dop e Igp presso i punti vendita. Tra gli strumenti previsti dall’accordo ci sono: incremento degli spazi dedicati ai prodotti DOP/IGP nei punti vendita;  utilizzo sugli scaffali di segnaletica dedicata alla campagna informativa sulle DOP/IGP;  campagne informative promozionali svolte in coordinamento tra le aziende delle catene GDO o dalle singole aziende come ad esempio la “settimana delle DOP/IGP”;  esposizione e distribuzione presso i punti vendita di materiale informativo specifico dedicato ai prodotti a denominazione.

Israele esporta centinaia di milioni di mosche in Europa nella lotta contro i parassiti

Mosche sterilizzate verranno rilasciate nei frutteti in Croazia e Bosnia per aiutare gli agricoltori nella lotta biologica contro i parassiti.

Una società di bio-tech, BioBee,  proveniente dalla fertile zona di Kibbutz di Sde Eliyahu si è concentrata nel settore della difesa fitosanitaria nell’agricoltura biologica e ha vinto una gara d’appalto per la fornitura di 400 milioni di mosche sterili, seguendo un progetto simile che ha ottenuto precedentemente notevole successo.

Secondo BioBee, le mosche saranno disperse nei frutteti lungo le zone di confine della Croazia e Bosnia per un periodo di diversi mesi. La mossa dovrebbe portare alla riduzione delle mosche nocive nei frutteti, contribuendo in questo modo ad aiutare gli agricoltori a portare a casa una stagione di successo.

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Le mosche, secondo l’azienda, sono coltivate nei laboratori e sottoposte a sterilizzazione presso lo stabilimento della centrale radioattiva, che opera sotto la supervisione della Commissione Atomica Israele Energia.

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica, secondo la società israeliana, sostiene il progetto nell’ambito della sua politica di incoraggiare l’uso della tecnologia nucleare per scopi non militari.

Nel vincere la gara, BioBee ha battuto una società spagnola che in precedenza ha realizzato un progetto simile nei Balcani.

Queste mosche sterilizzate aiutano a combattere la minacce per l’agricoltura posta dalla mosca mediterranea della frutta, con tecniche biologiche naturali.

L’azienda opera con il sostegno del Ministero delle Politiche Agricole israeliano, e due volte a settimana distribuisce decine di milioni di mosche sterili in piantagioni, frutteti e campi, in particolare nella regione Hevel Habesor nel Negev settentrionale.

Fonte: http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4666532,00.html