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PSR Marche: bando per GO in materia di produttività e sostenibilità

La Regione Marche ha pubblicato un Bando per l’attuazione della Sottomisura 16.1 – Azione 1 del Piano di Sviluppo Regionale 2014-2020. La misura è intitolata “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura – Fase di Setting-Up” e prevede una dotazione finanziaria di 600mila euro.

L’obiettivo del bando, indicato dall’ente, è di “rinsaldare i nessi tra agricoltura, produzione alimentare e silvicoltura e ricerca e innovazione, sostenendo la costituzione e la gestione dei Gruppi Operativi (G.O.) del Partenariato Europeo dell’Innovazione (PEI) in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura per la realizzazione di progetti in tale ambito e la partecipazione alle attività della rete PEI“.

 

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La misura è destinata ai Gruppi Operativi (GO) del PEI, costituiti ai sensi dell’articolo 56 del Reg. UE 1305/2013. All’interno dei GO, possono essere coinvolti:

  • Imprenditori agricoli e forestali (sia come singoli che in forma associata)
  • Imprese di trasformazione e commercializzazione
  • Enti e Istituti di ricerca
  • Fornitori di servizi, sia pubblici che privati.
  • Altri soggetti del settore agroalimentare, dei territori rurali e della società civile. In quest’ultima categoria rientrano anche le organizzazioni non governative e gli “innovation broker”, quali facilitatori del progetto.

La Regione interverrà, in maniera preferenziale, sulle seguenti aree tematiche, in linea con le strategie regionali delle Smart Specialization e in coerenza con l’Accordo di Partenariato:

  • Tutela della biodiversità, dei servizi eco sistemici, la funzionalità del suolo e la gestione sostenibile delle risorse idriche;
  • Tecniche a basso impatto ambientale e biologiche;
  • Mitigazione dei cambiamenti climatici;
  • Risparmio energetico e utilizzo delle energie rinnovabili;
  • Tutela dell’assetto idrogeologico del territorio;
  • Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari e dei cibi funzionali ad una dieta sana ed equilibrata;
  • Introduzione dell’innovazione sociale nelle aziende agricole.

Le spese ammissibili riguardano la fase di setting-up e in particolare i costi per: studi di fattibilità e sostenibilità finanziaria, costituzione del nuovo GO, di animazione (affitto locali, noleggio attrezzature, etc.), progettazione delle attività, redazione dell’accordo di cooperazione e regolamento interno e redazione del Piano di Progetto del costituendo GO.

Le domande vanno presentate entro il 7 Ottobre 2016. L’istanza sarà presentata dal soggetto capofila del GO, su delega dei partner, tramite SIAR (Sistema Informativo Agricolo Regionale) delle Marche, accedendo a questo indirizzo: http://siar.regione.marche.it

FONTI:

http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16161

http://agricoltura.regione.marche.it/Home/AreeGenerali/ProgrammadiSviluppoRurale20142020/BandoSottomisura161.aspx

http://agricoltura.regione.marche.it/Portals/0/Documenti/ProgrammazionePSR20142020/Bandi/Sottomisura%2016_1/DDS_AEA_2016_0493_A.pdf

 

Psr 2007-2013: bilancio positivo per giovani e agricoltura sostenibile

PianetaPSR, il giornale dello sviluppo rurale realizzato grazie a contributi FEASR, ha pubblicato un interessante report sui risultati del Psr 2007/2013. Nel documento sono stati analizzati i dati finali delle Autorità italiane di gestione dei programmi di sviluppo rurale.

Complessivamente, nell’arco dei 7 anni considerati, sono stati destinati allo sviluppo rurale oltre 17 miliardi di euro (3 mld l’anno), di cui il 55% indirizzato a quattro misure in particolare: le compensazioni per le aree con svantaggi naturali; i pagamenti per le azioni agro-climatico-ambientali e quindi l’agricoltura sostenibile e il biologico; il sostegno all’innovazione, all’ammodernamento aziendale e agli investimenti; la nascita di nuove imprese gestite da giovani agricoltori.

Tra gli interventi di maggior successo, ricordiamo la misura 214, specificatamente concentrata sull’agricoltura sostenibile. Un impegno che ha visto molti imprenditori agricoli in primo piano nella creazione di metodi di produzione biologici, nella conservazione delle risorse naturali, della biodiversità e del patrimonio rurale. I contratti stipulati grazie al Psr 2007/2013 sono stati quasi 190mila, interessando circa tre milioni di ettari di terreno, per un totale di 4 miliardi di euro di spesa pubblica erogata.

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Per quanto riguarda nello specifico l’agricoltura biologica, sono stati 60mila i contratti stipulati e 1,3 milioni gli ettari interessati; per la produzione integrata, invece, si parla di 50mila i contratti e 600mila ettari; per la gestione di paesaggi e pascoli a elevata valenza naturale, infine, 23mila contratti e 441mila ettari interessati.

Altro fenomeno rilevante che ha riguardato l’agricoltura in generale, e che ha avuto una forte spinta dagli interventi del Psr, è stato il ricambio generazionale del settore. La spesa pubblica erogata a favore degli Under 40 è arrivata a sfiorare i 700 milioni di euro in 7 anni, per un totale di 22mila domande complessive, di cui il 39% è stato presentato da giovani imprenditrici. Mediamente, il contributo per ogni nuovo insediamento è stato di 30mila euro. L’agricoltura giovane vince soprattutto in Puglia (2.495 domande), seguita da Veneto, Piemonte, Sicilia e Sardegna.

Per quanto riguarda l’ammodernamento aziendale (misura 121), sono state finanziate quasi 51mila domande, con un’erogazione media di 84mila euro a impresa, grazie anche al forte intervento del capitale privato. I maggiori benefici sono stati registrati nel centro-nord (35mila domande istruite), mentre il centro-sud resta al palo (15mila domande), soprattutto a causa delle difficoltà di accesso al credito del sistema imprenditoriale.

Le misure 211 e 212, infine, hanno contribuito a sostenere gli imprenditori agricoli in aree con svantaggi naturali o in zone montuose. Le aziende interessate sono state 127mila, con un totale di indennità compensative erogate che ha superato gli 1,5 miliardi di euro.

FONTE:

http://www.pianetapsr.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1625

PAC: misure realmente a sostegno dell’agricoltura biologica? Il parere di IFOAM

La riforma della PAC (Politica Agricola Comune) per il periodo 2014-2020 non fornisce strumenti chiari e sufficienti per promuovere una vera transizione verso l’agricoltura sostenibile.

È questa la conclusione a cui arriva un nuovo studio, promosso da IFOAM EU e condotto dall’Istituto per l’agricoltura biologica (FiBL).

I risultati sono stati diffusi prima della riunione dei ministri dell’agricoltura dell’UE, tenutasi il 18 luglio scorso per discutere l’ulteriore semplificazione della PAC.

Secondo quanto affermato in un comunicato stampa diffuso dalla stessa IFOAM, la maggior parte degli strumenti messi a disposizione dalla PAC sarebbero limitati a sostenere le singole pratiche agricole e non a promuovere una transizione completa verso la sostenibilità.

Anche se sono previste delle misure “verdi” che rappresentano un passo e un incoraggiamento verso la giusta direzione, queste non sono sufficienti.

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Il supporto diretto per lo sviluppo di sistemi agricoli biologici rappresenta solo l’1,5% del bilancio agricolo totale dell’UE.

L’autore principale dello studio, Matthias Stolze, responsabile di Scienze Socio-economiche all’Istituto di ricerca di agricoltura biologica (FiBL), dichiara: “Nonostante alcuni miglioramenti nell’ultima riforma, come la componente ecologica, la maggior parte del bilancio della PAC è ancora dedicata a obiettivi politici non legati alla sostenibilità e così non riesce a dare all’UE concrete opportunità per una transizione verso sistemi agro-alimentari più sostenibili e per sostenere gli agricoltori che vorrebbero prendervi parte“.

Per questo, conclude, sono necessari maggiori sforzi per rendere i beni pubblici una parte integrante e integrata della strategia PAC e non semplicemente un'”aggiunta”.

Lo studio mostra che la maggior parte della PAC favorisce ancora in modo sproporzionato la produzione a prescindere dalla sostenibilità globale dell’azienda. Per esempio, l’agricoltura biologica si è dimostrata un scelta adatta a soddisfare la domanda dei consumatori e un beneficio per l’ambiente, eppure i mezzi per aumentarne la produzione in Europa sono piuttosto deboli. Dati previsionali sulle conversioni future indicano che nella maggior parte dei paesi le opportunità per aumentare in modo significativo la superficie biologica entro il 2020 sono veramente limitate.

Jan Plagge, di IFOAM EU, spiega: “La PAC rappresenta il 40% dell’apporto dei contribuenti al bilancio dell’UE e dovrebbe essere usato per aiutare gli agricoltori a migliorare la loro sostenibilità a lungo termine, raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici dell’UE, e soddisfare le aspettative dei consumatori che sono sempre più alla ricerca di cibo di qualità come dimostra la continua crescita delle vendite di alimenti biologici “.

Per questo, spiega IFOAM, è necessario che la Commissione europea e i ministri dell’Agricoltura pensino seriamente a come la politica possa incoraggiare gli agricoltori che vogliono intraprendere una strada più sostenibile, riconoscendogli pienamente la fornitura di beni pubblici come l’acqua pulita e suoli sani.

Fonti:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1048

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/07/15/press-release-cap-not-delivering-public-goods-promised

http://www.ifoam-eu.org/sites/default/files/ifoameu_study_organic_farming_cap_2014_2020_final.pdf

Tecnologia e innovazione come sostegno all’agricoltura sostenibile?

Si terrà i prossimi 17 e 18 giugno, a Corato di Bari, in concomitanza con Enovitis in campo, la terza tappa dell’iniziativa di Image Line “AgroInnovation Tour“.

La manifestazione, partita ad aprile di quest’anno, prevede una serie di incontri che pongono al centro del dibattito tra gli attori della filiera il tema dell’innovazione in agricoltura. Un modo per cercare di capire come innovare il settore utilizzando tutte le nuove tecnologie, pur mantenendo come punto fermo la sostenibilità.

Dall’utilizzo dei droni per il monitoraggio e la protezione delle colture, fino alle tecniche di agricoltura di precisione, il mondo delle attività agricole sta subendo una forte e inarrestabile trasformazione digitale. La sfida è riuscire a seguire questo cambiamento, rispondendo a delle richieste di mercato sempre più esigenti: basso impatto ambientale, cibi sicuri e trasparenza delle filiere.

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Secondo il Ministro Maurizio Martina, “È fondamentale che l’Italia si collochi sulla frontiera più avanzata di queste innovazioni. Stiamo lavorando per definire un progetto di agricoltura di precisione e agricoltura digitale nel nostro paese. Presenteremo fra poco linee guida e finanziamenti dedicati alle startup agricole e agroalimentari“.

“La tecnologia per l’agricoltura sostenibile” sarà il filo conduttore dunque di questa terza tappa del tour ideato da Image Line.

In questa occasione, l’evento fa tappa in vigneto. In occasione di Enovitis in campo, la manifestazione organizzata da Unione Italiana Vini e Veronafiere-Fieragricola, si terrà un workshop dedicato agli aggiornamenti riguardo il controllo funzionale delle macchine irroratrici e all’applicazione del PAN, il Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, con un focus sulla digitalizzazione del quaderno di campagna per garantire sostenibilità e rintracciabilità dal campo alla tavola.

Un apposito workshop è stato pianificato per le 16.30 del 17 giugno 2016, con il patrocinio dell’Arptra, ed è attiva la pre-registrazione gratuita.

Inoltre durante le due giornate dell’evento, saranno previste delle postazioni multimediali per informare i visitatori sulle ultime novità del settore.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2016/06/09/la-tecnologia-per-l-agricoltura-sostenibile/49120

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/eventi-agricoltura/agroinnovation-tour-la-tecnologia-per-l-agricoltura-sostenibile/48962

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agrimeccanica/2016/05/26/il-tour-dell-innovazione-fa-tappa-in-vigneto-a-enovitis-in-campo/48962

 

G20: agricoltura sostenibile essenziale per lo sviluppo economico globale

G20Innovazione, sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico sono alcuni dei temi principali dibattuti durante il G20 dell’Agricoltura che si è appena concluso in Cina.

All’incontro hanno partecipato tra gli altri il commissario europeo Phil Hogan e il viceministro Andrea Olivero che ha rappresentato il nostro Paese.

Secondo Olivero, il G20 è stata “un’ottima occasione per discutere sulle concrete strategie per realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 e della COP21 per un’agricoltura che sia, insieme, più produttiva e più sostenibile”.

Obiettivo prioritario, ha sottolineato Olivero, è rendere gli agricoltori sempre più protagonisti di questo processo di cambiamento, aumentando la loro capacità di difendersi dalla volatilità dei prezzi e di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Il ruolo cruciale dell’agricoltura nell’affrontare le principali sfide agroalimentari del nostro tempo è stato evidenziato anche dal commissario europeo: “Oggi, oltre ad assicurare la sicurezza alimentare per i nostri cittadini gli agricoltori devono assumere un ruolo attivo nella lotta al cambiamento climatico e nella gestione di risorse preziose come il suolo e l’acqua. L’attuale presidenza cinese del G20 riconosce queste sfide e ha giustamente dato un ruolo centrale allo sviluppo agricolo sostenibile e all’innovazione”.

Durante l’incontro è stata ribadita la necessità di rispettare gli accordi stabiliti a Parigi nell’ambito della COP21: mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, attraverso la riduzione delle emissioni e lo stoccaggio del carbonio. Ed è proprio in quest’ultimo punto che agricoltura e silvicoltura possono fare la differenza.

Il G20 ha rappresentato anche un’ottima occasione per rafforzare i rapporti fra l’Unione europea e la Cina. “L’export agroalimentare dell’Ue è in una fase di prosperità – ha dichiarato il commissario Hogan – con una crescita del 33% su base annua, che ha portato a raggiungere il valore di 10,3 miliardi di euro all’anno. I consumatori cinesi richiedono sempre più qualità e tracciabilità dal produttore al consumatore e i produttori europei stanno fornendo in tale domanda”.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/06/06/g20-le-responsabilita-dellrsquoagricoltura/49059

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/istituzioni/2016/06/03/g20-olivero-impegno-italia-su-agricoltura-piu-sostenibile_b18f3312-1241-421d-82b7-4cb1aa7dd3a5.html

 

Legumi: la nuova frontiera dell’agricoltura sostenibile e a misura d’uomo

Riscoperta dei legumi, rotazioni, coltivazioni autoctone e revisione amichevole del greening della nuova Pac. Sono questi i punti essenziali, secondo Gaetano Pascale, presidente nazionale di Slow Food, su cui far nascere una nuova frontiera agricola e alimentare votata alla promozione della sostenibilità e della salute dei cittadini. Il passo in più? Chiedere al ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina di blindare gli ecotipi locali, tenendoli così al riparo da un possibile brevetto da parte dell’industria.

Pascale approfondisce l’argomento in una intervista rilasciata ad Agronotizie.

Secondo il presidente di Slow Food, i legumi possono essere un investimento da effettuare nel breve periodo, grazie al loro ciclo produttivo annuale. Attraverso opportuni interventi da parte dei singoli Stati membri a favore delle leguminose, questo alimento potrebbe diventare subito una nuova frontiera alimentare.”Perché è possibile coltivarli in qualsiasi contesto, anche nelle aree più complesse, come le aree di montagna, le colline, i terreni più poveri“, precisa Pascale.

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L’introduzione dei legumi negli ordinamenti produttivi consente alle aziende di diventare padrone del proprio destino, staccandosi dalla necessità di rifornire le industrie, cosa che porta loro poco profitto.

A patto, però, che si punti sugli ecotipi locali: “Basta fare un piccolo investimento per confezionarli, qualche decina di migliaia di euro consente di far fare il salto di qualità anche ad una piccola impresa. L’operazione ha senso se l’impresa agricola punta su ecotipi locali, che hanno un’identità e un radicamento territoriale forte. Come Slow Food chiediamo modifiche alle misure di greening per accompagnare questo processo. Già oggi il greening chiede alle aziende più grandi di diversificare gli ordinamenti produttivi, noi chiediamo di fare un passo in più: diversifichiamo introducendo ecotipi locali. Se la scelta colturale è quella di avere grano, legumi e ortaggi, noi chiediamo che sia incentivata la coltivazione di grano, legumi e ortaggi che recuperano ecotipi locali”, spiega il presidente di Slow Food.

E in Italia esistono già esempi di aziende agricole che ricavano reddito da ecotipi locali di legumi su tutto il territorio nazionale, attraverso modelli sostenibili sul piano economico e ambientale perché tutti  basati su ordinamenti produttivi misti, incentrati sui legumi e sulle rotazioni.

Il Governo avrebbe già fatto qualcosa per favorire questo cambiamento, attraverso l’approvazione in via definitiva dal Parlamento della legge sulla biodiversità in agricoltura.  Ciò che manca, però, è fare in modo che i semi esistenti, e quindi anche quelli dei legumi, non corrano mai il rischio di essere brevettati e restino sempre nella disponibilità degli agricoltori, di pubblico dominio.

Un discorso da approfondire e portare avanti soprattutto in previsione del 2016, proclamato dalla FAO Anno internazionale dei legumi.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2015/11/16/legumi-e-sud-quotper-una-nuova-agricoltura-a-misura-d-uomoquot/46288

http://www.leguminosa.it/?jjj=1447753531206